Ed eccomi qua a parlare ancora una volta del Celsi. La scusa sono le foto d’epoca che mi sono state fatte avere nei giorni scorsi, ma la realtà è che per me quella squadra è stata, per alcuni anni, un vero e proprio mito. Era la “Nazionale imolese”. Il sogno a cui ambivo con tutte le mie forze di giovane promettente biliardista e che, come ho già raccontato in uno dei primi articoli del blog, non si avverò solo per una sfortunata casualità.
Il Negro e il Bar Ronchini
Che ci volete fare, sono un vecchio nostalgico. Io quei venerdì sera di campionato, quelli di una volta che non finivano mai, perché le partite venivano riepilogate e accuratamente vivisezionate, dalla prima all’ultima palla, insomma quel modo lì di vivere il biliardo, lo conservo ancora nel cuore. E alcune volte in piena notte ci sono andato anch’io, al Bar Ronchini del Negro, in quel mitico posto dove vincenti e sconfitti delle varie squadre si ritrovavano come api attratte dal miele.
Quando la Coop Anzola dominava
Se vi dico Samoggia e Lavino, molti di voi non hanno la minima idea di quale sia il tema che intendo affrontare, né di dove voglio arrivare. Eppure lì, tra quei due torrenti, c’è Anzola. Saranno 10-12mila abitanti in tutto, ma è il comune che per un certo periodo ha dominato la scena biliardistica bolognese nei campionati a squadre. E siccome dominare a Bologna negli anni Sessanta-Settanta significava essere ai vertici delle boccette in Italia, bene, adesso avete capito perché oggi sono partito da quei due piccoli corsi d’acqua. Leggi tutto “Quando la Coop Anzola dominava”
Il biliardo nel sangue
Oggi facciamo una puntatina in Liguria, in quella terra dove la scuola delle boccette, negli anni Sessanta-Settanta, rivaleggiava alla pari con la mitica Bologna. Una veloce puntata che ci permette anche di raccontare una storia piuttosto particolare, forse unica, quella della famiglia Binot.