Di Fabio Corradini ho già scritto qui: https://www.biliardoboccette.it/corradini-master-subito/ e, pensate un po’, è stato quasi un articolo preveggente. Io lo farei Master ad honorem ma non funziona così. Lui però ha finalmente deciso di riprovarci in Fibis e già nella prima prova di qualificazione ad Ancona, come recita un comunicato della federazione, “ha messo in fila tutti”. Così è scattata l’idea: facciamo un’intervista.
Ora io devo innanzitutto chiedervi scusa. Un bravo giornalista quando vuol fare un’intervista usa un registratore, oppure, se di vecchia scuola come me, almeno una penna e un taccuino. Io, invece, niente di tutto questo. Per cui se mi mettessi qui a scrivere un classico articolo fatto di domande e risposte dovrei inventarmi almeno la metà delle cose. Ma la fortuna di essere un blogger pensionato mi consente di raccontarvi più o meno quello che mi pare. Sperando che il diretto interessato, Fabio, non mi faccia causa per le inesattezze e le eventuali stupidaggini.
Dunque ci siamo sentiti al telefono. “Troviamoci a pranzo da qualche parte” faccio io. “Ok, dillo anche a Luca” replica Fabio. Luca, ovviamente, di cognome fa Casadei e figuratevi se non dice subito di sì, perché lui, lo sapete, ormai vive un rapporto di odio-amore col biliardo. Non vuole più giocare e a questo punto dispero di convincerlo a rientrare, ma quando c’è da parlare di boccette e birilli è sempre in prima fila. L’appuntamento è nelle campagne di Molinella, dove la sera stessa Fabio sarà impegnato in campionato contro il Bussecchio. Il ristorante Al Tiro si rivelerà uno di quei posti ruspanti in cui si mangia bene e viene voglia di ritornarci, prima o poi.
Bene, ma ora come imposto questo articolo, visto che a 66 anni suonati la mia memoria è quel che è? Facciamo così: del giocatore ho già scritto, inutile tornarci sopra più di tanto. La classe, l’eleganza, la correttezza e l’indiscutibile primato tra chi mette insieme i biliardi con e senza buche ne fanno un leader assoluto. Ciò che mi è rimasta in testa a Molinella è l’immagine di un uomo, un ragazzo piuttosto timido, riservato, con chiare idee in testa ma restio ad esprimerle se non si sente perfettamente a suo agio. Complice l’esuberanza di Casadei, che in questo è l’asso di briscola, mi è parso proprio che quel giorno a pranzo Corradini si sia decisamente sciolto, slegato. Insomma, per quanto mi riguarda è scattata subito una certa sintonia. Anche perché io caratterialmente non sono molto diverso da lui e per fare il mio lavoro ho dovuto vincere spesso un’innata timidezza, che taluni scambiavano per scontrosità.
Dei suoi inizi biliardistici in quel di Massa Finalese, territorio abbastanza fuori dai radar, Fabio ha raccontato la passione che subito lo prese sulle orme del padre, giocatore pure lui, tanto da ritrovarsi a lanciare le prime boccette a 5-6 anni in piedi su una sedia. Ricordo, questo, che ha molte similitudini con la storia di Iuri Minoccheri, pure lui innamoratosi del biliardo per questioni familiari. “Per diversi anni il biliardo mi ha preso in modo fortissimo – ha detto Fabio (se le parole non sono state proprio queste, fidatevi che il senso c’è) – Passavo ore ed ore a provare i tiri anche da solo. Tanto per fare un esempio mettevo un birillo in bilico su una boccetta e mi esercitavo ad accostare toccando la palla senza farlo cadere”. Confessione questa che peraltro potrebbe essere fuorviante, perché non si diventa fuoriclasse solo grazie al lavoro e all’applicazione. Talenti di questo livello si nasce e Fabio Corradini era un predestinato, tanto che già dopo le prime boccette e le prime partite cominciò a vincere e non si è ancora fermato.
Un’altra caratteristica di Fabio che mi è rimasta impressa è l’umiltà. Dopo una quarantina d’anni di mestiere credo di aver imparato a riconoscere l’autenticità o meno di questo aspetto caratteriale e Corradini, vi assicuro, non è un finto umile. Conosce la propria forza, ma sa misurare anche quella degli altri e rispetta i fuoriclasse. “Che fai stasera, giochi contro Minoccheri?” ricordo di avergli chiesto. E lui con un sorriso ha risposto “Boh, non lo so ancora” aggiungendo con un sorriso “Meglio di no”. Inevitabile chiedergli il perché, visto che i grandi campioni di solito amano queste sfide, desiderano affrontarsi in vere e proprie prove di forza. E lui, candidamente quanto onestamente, ha risposto così: “Iuri è più forte di me. Lui è il più completo di tutti, sui biliardoni non gli manca niente”. Non mentiva, vi assicuro.
Quel giorno, tra un antipasto di salumi e formaggi e una tagliatella, passando per il classico caffè, la chiacchierata è scaturita fluente e inarrestabile, tanto che le ore sono volate. Per dirvene una, eravamo rimasti solo noi nel ristorante dove già preparavano i tavoli per la serata, al punto che il simpatico proprietario, il classico finto burbero, ci ha chiesto: ”Ragazzi, voi pensate di fermarvi anche a cena?”. Così, sorridendo, abbiamo levato le tende e ci siamo salutati.
Ora io mi rendo conto che questo articolo è incompleto. Per esempio non ho scritto quello che Fabio pensa del futuro del biliardo (accontentatevi di sapere che è piuttosto pessimista) dei regolamenti, dei dirigenti. “Guarda che parlerà poco – mi avevano avvertito – figurati che non si fa neanche intervistare alla fine delle gare”. Mica vero. Fabio ha parlato eccome, regalando a me è a Casadei diverse chicche su alcuni gustosi e sorprendenti episodi che gli sono capitati. Come dite? Perché non le racconto anche a voi? Boh, forse per egoismo. O forse perché non me le ricordo perfettamente. Come vi dicevo: qui scrivo quello che mi pare quando mi pare. Prendere o lasciare, tanto non vi costa niente.
Ora vi lascio con un aneddoto di Casadei che riguarda Fabio. “Andiamo a giocare a Molinella e sono proprio curioso di affrontare questo Corradini di cui tutti parlano. Davanti ai biliardi in prima fila c’è il compianto Atti, come sempre elegantissimo, che mi saluta calorosamente e mi dice che ha molta voglia di vedermi giocare. Succede che la prima bocciata faccio l’ometto di testa, o di coda non ricordo bene. Ma poi per quattro o cinque mani consecutive non vedo più il pallino. Corradini ci mette attorno tutte le volte una specie di tenaglia e non riesco mai a segnare. Finisce che perdo con ampio margine e alla fine Atti, sconsolato, mi fa “Luca, ti ho portato sfortuna, mi dispiace”. “No no – gli rispondo – la mia sfortuna stasera è stata una sola: incontrare Fabio Corradini”.
Non deve essere ossessionato dal dominio del caso … e del caos. saluti
Bellissima Maurizio! Attualmente per me Corradini è uno dei 5 migliori giocatori in Italia, a tutti i livelli e in tutte le categorie, di quello che ho potuto vedere dal vivo uno dei migliori, assieme a Davide Grandi, Franco Casini, Luca Molduzzi e Luca Casadei, non ho mai avuto la fortuna di vedere dal vivo Minoccheri e Ricci! Quindi me ne manca un bel po’. Mi mancano anche alcuni che ho visto ma ero troppo piccolo…..Fava, Tassi.
Molto bello….
Alla prima Gara in fibis nel 2001 da terza categoria mi tocco il campione del mondo Yuri Minoccheri….
Pensavo che quasi nessuno potesse giocare hai sui livelli…. Oggi mi devo contraddire CORRADINI è forse meglio. CHAPEAUX.
Conosco Fabio da alcuni anni un giocatore fuori categoria e una bellissima persona, secondo me è uno di quei giocatori che ha il biliardo dentro, che è sempre una goduria e un piacere vedere giocare!