Si è spento all’età di 90 anni Agostino Tomasini, una vita dedicata al biliardo.
Grazie alla collaborazione di Alessandro Cavazza, che ringrazio, pubblico un breve estratto dell’intervista che Tom gli ha rilasciato per il libro/film “Dal bar allo sport”.
Un paio d’anni fa l’ho cercato al telefono. Erano più di quarant’anni che non lo vedevo e lui, ovviamente, non si ricordava di me. Mi ero messo in testa di aprire questo blog e sapevo che Tomasini avrebbe potuto darmi una bella mano, con testimonianze, foto, giornali e così via. “Ti ricordi lo Spartaco?” mi chiese. Certo, come avrei potuto dimenticarlo? “Adesso non esiste più, ma ho ancora un piccolo ufficio lì, vieni quando vuoi. Ma avvisami, perché nel primo pomeriggio vado sempre a fare una partitina. Quando sei arrivato dammi uno squillo ed esco ad aprirti il cancello, così metti dentro la macchina perché il parcheggio in strada non c’è mai”.
Così sono andato, un paio di volte. Prima con Augusto Landi, poi con Luca Casadei. Tom era ancora in perfetta forma, nonostante i quasi 90 anni. Sempre molto presente, lucidissimo, capace di ricordare eventi, squadre, giocatori dei 50 anni e forse più spesi in federazione. Devo ammettere però che vederlo in quell’angusto ufficio, nei sotterranei di quello che fu il glorioso Spartaco, un po’ mi aveva intristito. Ma mi ero subito ripreso, aprendo il suo armadietto pieno di materiale interessantissimo per me e che conto quanto prima di ispezionare nuovamente. Quando me ne andai, dopo aver chiacchierato a lungo e riprodotto una serie di foto, mi disse “Se vuoi posso prestarti questi due libri, però poi me li riporti eh”. “Certo – risposi – non preoccuparti, sarà fatto”. E così è stato.
Ora di uno come Agostino Tomasini si potrebbero scrivere tante cose. Prima discreto giocatore, poi straordinario dirigente, per tanti anni è stato La Federazione a Bologna e lo era ancora adesso anche se di fatto, il suo, era diventato un piccolo presidio. Si potrebbe quasi definire un avamposto nel capoluogo che, ai tempi della scelta tra biliardi internazionali e biliardi con le buche, aveva deciso di privilegiare questi ultimi, spostando quasi tutto il movimento nell’Uisp. Ma queste sono storie che io non saprei ripercorrere puntualmente. Le leggerete da altre parti, penso anche nel libro di Alessandro. Io qui, lo sapete, mi mantengo più che altro sugli aneddoti e ve ne voglio raccontare uno personale. Ma prima qualche altra foto storica.
Dunque l’aneddoto. Eravamo all’inizio degli anni Ottanta. Tom era già presidente del comitato provinciale che aveva sede al Manzoni (quello storico, in via Don Minzoni a Bologna). Qualcuno gli aveva inviato una lettera anonima. spifferandogli che il Moto Club aveva vinto il girone imolese di serie A “comprando” l’ultima partita. Come erano andate effettivamente le cose ora posso dirlo: esattamente come succedeva quasi sempre in quegli anni. Ovvero se una squadra arrivava alle ultime giornate in vantaggio, e se non c’erano più scontri diretti, di fatto aveva già vinto il campionato. Noi avevamo conquistato la testa sconfiggendo il Bar Ronchini. La settimana dopo, a Castel Bolognese, non capivo come mai il mio avversario stesse giocando così male. Solo alla fine mi spiegarono che una pizza era bastata per ottenere il 6-0 (ricordo che allora ogni partita giocata valeva un punto).
Dunque arrivò questa lettera anonima a Bologna e Tomasini ci convocò. Il nostro capitano mi chiese di accompagnarlo, forse pensando che io, giornalista in erba, avrei trovato le parole giuste per farla franca. In realtà ero preoccupatissimo. Vincendo il campionato avevamo conquistato l’accesso alle finali che si svolgevano al Palasport di Bologna. Per me si avverava un sogno, che di seguito avrei vissuto di nuovo, ma in quel momento non potevo saperlo. In fondo ritenevo di averle meritate, quelle finali, tra l’altro battendo il mitico Thomas Brusa del Ronchini nel match decisivo per passare in testa alla classifica. Insomma volevo andarci a tutti i costi. Ero uno dei due singoli (l’altro, Luca Casadei, a quel palcoscenico era già abituato e la cosa non gli importava granché) e avrei pagato di tasca mia per poter affrontare almeno uno dei tanti fenomeni bolognesi in quella prestigiosa sede, davanti a duemila spettatori.
Come andò a finire? Non ricordo quali furono le mie argomentazioni e non credo nemmeno siano state particolarmente convincenti. Tomasini ovviamente aveva capito come erano andate effettivamente le cose, ma non poteva certo squalificarci senza prove, solo in base a una lettera anonima. Insomma, la questione venne archiviata e andammo a giocare. Ora Tom posso confermartelo: il 6-0 era stato comprato dal nostro sponsor di allora con una decina di margherite e altrettante birre medie.
Ciao. Fai buon viaggio.
I funerali di Agostino Tomasini si svolgeranno mercoledì 10 febbraio alle 11,15 presso la Chiesa della Certosa di Bologna Via della Certosa 18. Alle ore 11 la salma verrà trasferita dalla camera mortuaria della Certosa.
Grande Presidente anche se in alcune occasioni sono sorte delle incomprensioni per vedute diverse, per me sei sempre stato un esempio come Dirigente. Ciao Tom – RIP
Ciao Ronto. Grazie.
Gran bel ricordo. E magnifiche foto. Veramente storiche.
A proposito di storia sarei curioso anch’ io di conoscere nei dettagli quando e come ebbe origine la scissione Uisp \ Fiabs con la nascita dei ” biliardoni Fibis”.
Per me veramente deleteria per tutto il movimento biliardistico.
Fu una scelta politica. Purtroppo le divisioni hanno sempre effetti negativi. Io in quel periodo giocavo ancora ma non facevo quasi più gare. Altri potranno raccontare bene l’accaduto. Le motivazioni e le scelte.
Grazie per questo bel ricordo di mio padre.
Sandra Tomasini
Grazie a lei e condoglianze
Per me Tommasini con le sue regole di spostare la mezz’aria del bigliardo di 12cmt.,ha contribuito allo spostamento di gran parte de giocatori nell’Arci