Amarcord forlivese

Da sinistra in alto: Fabbri, Tesei, Vanetti, Valbonesi, Polloni. In mezzo: Leonelli, tre dirigenti dello stabilimento Artusi e Bacchilega. In basso: Camporesi, Nozzoli, Mazzotti, Bazzocchi. Nella foto manca Pezzola, altra figura storica del biliardo forlivese.

Usciamo quindi dai confini imolesi grazie a un contributo di Andrea Polloni, che mi ha girato un articolo scritto da Jader Bazzocchi (essendo molto lungo lo pubblico in più parti).

Spiega Polloni: “In quale anno sia stato scritto l’articolo non saprei con esattezza. Quel che so di certo è che nel giugno del 2012 ho riunito quasi tutti i personaggi in foto con l’aggiunta di Pezzola, Brunaldo Cicognani e Antonio Biachi (che all’epoca era il presidente provinciale di Forlì-Cesena), al ristorante Don Abbondio di  Forlì, gestito fra l’altro dal figlio di Giancarlo Zoli, ex titolare della ditta Artusi. Una serata memorabile dove anziani signori erano tornati bambini e si sono divertiti da matti a ricordare partite, gare, campionati, alcuni tiri particolari…insomma uno spettacolo. Nel frattempo alcuni di loro sono mancati purtroppo, mio padre compreso! In quella occasione Jader Bazzocchi diede lettura di quell’articolo e non ti nascondo che molti di loro erano evidentemente emozionati, Valdes Valbonesi su tutti. Erano storie di biliardo giocato da pionieri, racconti meravigliosi di persone che avevano qualcosa di romantico nel modo di giocare, nell’abbigliamento, nel modo di stare assieme al punto che divennero amici anche fuori dal panno verde”. 

Il Biliardo nel Forlivese

L’amarcord …di Iader Bazzocchi

L’interesse dei forlivesi per la specialità “boccette” è noto in tutt’Italia. Iuri Minoccheri, forlivese d.o.c., vincendo nel 1997 il Titolo Mondiale, è diventato l’emblema di una tradizione che si tramanda da più generazioni; per lui oggi i titoli italiani conquistati sono 20 ed oltre al mondiale vanta innumerevoli vittorie di gare nazionali.

Negli anni 50-70 gli appassionati di questo gioco erano pochi ma conosciutissimi, ne cito uno per tutti, Morigi Guerrino detto “E Braztin”. I locali maggiormente frequentati erano: il Bar della Borsa, il Bar Nazionale, il Bar Pizzo, il Bar del Grattacielo e altri meno noti.

Agli inizi degli anni ’70 il gioco delle boccette si sviluppò, allargando l’interesse ad altri bar e circoli di periferia e dintorni come il Bar Bologna, il Bar Primavera, il Bar Miro, il Bar Basket, il Circolo dell’Amore, il Circolo Marini, il Circolo Rivalta della Cava, il Circolo Balducci, il Circolo Forti e Liberi ed altri nei paraggi di Meldola Forlimpopoli e Predappio. Il locale più frequentato era il Circolo di Bussecchio, dove Germano Minoccheri (padre di Iuri) organizzava in continuazione tornei, attirando l’attenzione di giocatori d’ottimo livello provenienti da tutta la Romagna, fra cui spiccava un certo Moretti, ravennate detto Caplena.

In quel periodo i forlivesi più quotati erano: Valdes Valbonesi, Pietro Polloni, Dino Boschi, Afro Leonelli, Elio Pezzola, Marino Camporesi, Ermanno Mazzotti, tutti con caratteristiche di ottimi colpitori, poi Roberto Furgani (la geometria del biliardo) e Giuseppe Garavini (Pino), la fantasia funambolica impersonificata, lui faceva spettacolo da solo!

In occasione di una di queste gare si presentò “la Competizione”, era un signore con il cappello in testa che non toglieva mai, tutto ardore, molto determinato e convinto di quello che stava proponendo. Veniva da Budrio, nel bolognese, dove la competizione esisteva già in campo nazionale assieme alla specialità “stecca” con la sigla E.N.A.L.-F.I.B.S. rimasta poi solo F.I.B.S., quando le disposizioni ministeriali preposte di allora soppressero l’E.N.A.L. come ente inutile.

Parlo con immenso piacere di Mansueto Cammi chearrivò in Romagna col preciso intento di formare velocemente un comitato provinciale e dare il via al relativo campionato.

Le difficoltà sorsero numerose e la cosa prese un netto sapore d’incertezza, ma lui, Cammi, non mollò, viaggiando di notte e di giorno in tutta la Romagna, aiutato da personaggi dotati di notevoli capacità organizzative a titolo di puro volontariato (ne cito uno per tutti, il grande Giuseppe Armuzzi); riuscì nell’intento e formò un comitato provvisorio che organizzò  il primo Campionato Provinciale a due gironi (essendo allora solo Provincia di Forlì), la parte Sud (Rimini-Riccione-Cattolica e dintorni) e quella Nord (Forlì-Cesena-Forlimpopoli e dintorni).

Con la consueta grinta e determinazione che lo contraddistinguevano, l’anno successivo, il 1973, costituì un secondo comitato che fu quello ufficiale, composto di personaggi che in futuro, chi prima e chi dopo, avrebbero fatto la storia del rettangolo verde conquistando titoli italiani; tra questi Luciano Andruccioli, Quinto Ricci , Carlo  Ugolini , oggi ancora tutti in attività, ed altri meno noti, ma altrettanto importanti per il contributo dato e per l’impegno profuso, quali Danilo Merlari , il vice Luciano Capacci, Carlo Lombardi, io Jader Bazzocchi,  e soprattutto il presidente Mansueto Cammi , un presidente che con il suo piglio, la sua costanza, riuscì a realizzare un progetto che aveva dell’incredibile.

Con lui e più avanti negli anni con altri come lui, la piccola Romagna (e qui comprendo anche la Provincia di Ravenna e la città di Imola con i loro campioni e ottimi dirigenti) è salita nel più alto gradino della competizione italiana e non solo. Vi prego di non considerarla una frase fatta ma bensì una nota di merito come omaggio a chi assieme a lui ha contribuito in qualche modo a realizzare un sogno, a farlo diventare realtà.

Chiudo questo primo spaccato relativo agli albori della competizione del gioco da noi tutti prediletto, dicendo semplicemente: «C’ero anch’io».

(1 – Continua)

3 risposte a “Amarcord forlivese”

  1. Ho la fortuna di conoscere Pino Armuzzi essendo compaesani ed è stato proprio lui che mi ha insegnato il gioco del biliardo che ho praticato assiduamente per poco tempo visto i miei impegni con un altro sport..,..la pallavolo…..ma mi piace leggere questi racconti passati che avevo sentito narrare da Armuzzi e Cicognani…..

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