Dunque io non sono molto assiduo sul mio blog, ma non sto mica qui a pettinare le bambole. Iuri Minoccheri un po’ me lo sono studiato. Più che altro in tivù. E nei video sui social, dove ormai è più facile trovare una diretta di una partita di boccette che foto di gattini e di piatti gourmet (ed è tutto dire). Così alla fine di questo mio studio, applicato, attento, accuratissimo, ho capito quello che avevate capito anche voi già da un pezzo: ho capito che lui adesso è il numero uno principalmente per un motivo, perché sa fare tutto. Iuri sa fare, bene, tutto. Leggi tutto “Numero uno”
Nostalgia canaglia
Il rischio più evidente è cadere nel nostalgico, raccontare il classico e stucchevole “c’era una volta” dipingendo un favoloso mondo felice, fatto solo di epica. Un mondo popolato di grandi e piccoli “eroi” del panno verde, mentre oggi tutto sarebbe sbagliato, tutto, alla Bartali, da rifare. L’evoluzione del biliardo, anzi delle boccette, che abbiamo (forse impropriamente) sintetizzato nel titolo “Dal bar allo sport”, è fatta di molteplici aspetti. Non necessariamente positivi o negativi. E comunque qui non mi interessa tanto esprimere opinioni, men che meno giudizi. Quello che vorrei fare è quello che ho fatto per tutta la mia vita di cronista: raccontare, descrivere, testimoniare.
L’arte del biliardo
Se un giorno vi dicono che il biliardo è geometria, vi do un consiglio: non state lì a discutere, fate finta di niente. Ma credete a me: il biliardo è prima di tutto un’altra cosa. Il biliardo è arte. E mi piacerebbe fosse ancora vivo Bertino Pelagatti, pittore, caricaturista e grande interprete del panno verde negli anni Sessanta e Settanta. Vorrei che fosse lui a spiegarvi che le traiettorie delle boccette, prima di tutto, nascono nella testa, si nutrono della fantasia di chi le esegue, spesso indipendentemente dai vari punti di riferimento geometrici.
Il presidente ritrova vecchi amici-rivali
Era esattamente un mese fa, al Nuovo Manzoni di Bologna. Primo giorno di interviste per il documentario sul biliardo che Alessandro Cavazza sta realizzando e che vedrà la luce a maggio 2020. Ad attendere Valerio Veronesi, presidente della Camera di Commercio e della Cna di Bologna, oltre a noi c’erano due persone che probabilmente non incontrava da tempo ma che per diversi anni aveva frequentato quasi quotidianamente, Luca Casadei e Giuliano Trebbi. Leggi tutto “Il presidente ritrova vecchi amici-rivali”
Un film e un libro sulle boccette
Il progetto è ambizioso e per chi ama il biliardo affascinante. Tentare di raccontare l’evoluzione di questo gioco-sport a partire dagli anni Settanta fino ai giorni nostri. Partiremo dai bar di un tempo, cari a Stefano Benni, per arrivare ai giorni nostri e alle sfide nei palazzetti. Lo faremo con un film-documentario e anche con un libro, che saranno disponibili nella prossima primavera in occasione delle finali dei campionati a squadre.
Miglior attore non protagonista
Oltre a De Cet, un altro grande giocatore ci ha lasciato quasi improvvisamente pochi giorni fa. Si tratta di Agostino Atti, campione italiano a coppie negli anni 75-76 e 78-79, sempre al fianco del mitico Piazzi. Spero di trovare al più presto almeno una sua foto. Leggi tutto “Miglior attore non protagonista”
Un grandissimo che se ne va
La storia del biliardo è fatta di tanti giocatori, ma solo alcuni di loro hanno segnato quella storia in modo indelebile. Uno di questi è certamente Guido De Cet, straordinario interprete delle boccette, che si è spento pochi giorni fa.
La Classe con la C maiuscola
Io credo sia capitato a tutti almeno una volta. Tutti noi umani, perché a volte ho l’impressione che qualche extraterrestre, nel biliardo, esista davvero. A tutti deve essere successo di sentirsi improvvisamente inferiori, inadeguati, quasi impotenti. Parlo di quella volta, di quella partita, in cui il tuo avversario è talmente forte, talmente ispirato, talmente dominante, che la sconfitta diventa l’inevitabile approdo. Quel giorno non ci sono santi, non c’è modo di opporsi, di reagire, di ribellarsi. Puoi provarle tutte, pregare, urlare, imprecare… ma il tuo destino è segnato. A me è accaduto contro Luciano Andruccioli. Leggi tutto “La Classe con la C maiuscola”
Il biliardo visto da un bimbo
Alessandro Cavazza è il figlio di Gino, uno dei grandi giocatori bolognesi degli anni 70-80. Ma è anche un collega, giornalista pubblicista. Nella vita realizza film-documentari e tra i suoi progetti ce n’è uno che, il giorno in cui l’avrà realizzato, sarà uno straordinario regalo per tutti noi appassionati di questo gioco. Intanto il regalo Alessandro l’ha fatto al mio blog, con lo splendido articolo-ricordo che pubblico integralmente. Leggi tutto “Il biliardo visto da un bimbo”
Quella volta che “uccisero” il filotto
Il top fu quell’anno (se mi metto a cercare salta fuori anche la data esatta) in cui fu decisa la morte del filotto. Avevano messo i birilli tutti in fila orizzontale. Ora non ricordo nemmeno con esattezza che valore avessero i due bianchi esterni, quelli interni e il rosso centrale. Ho ben chiara in mente però una cosa: l’unico modo per realizzarli tutti era colpire il “ganasso” inferiore di una delle due buche centrali. Surreale. Per fortuna il filotto, da sempre il simbolo di questo gioco, resuscitò l’anno seguente ed è tuttora vivo e vegeto. Leggi tutto “Quella volta che “uccisero” il filotto”