A pranzo con Fabio (e Luca)

Di Fabio Corradini ho già scritto qui: https://www.biliardoboccette.it/corradini-master-subito/  e, pensate un po’, è stato quasi un articolo preveggente. Io lo farei Master ad honorem ma non funziona così. Lui però ha finalmente deciso di riprovarci in Fibis e già nella prima prova di qualificazione ad Ancona, come recita un comunicato della federazione, “ha messo in fila tutti”. Così è scattata l’idea: facciamo un’intervista.

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Ricci, il re dei Master

Daniele Ricci è un personaggio che dal punto di vista biliardistico mi affascina molto. Da tempo volevo scrivere qualcosa su di lui, pur non avendoci mai parlato se non per interposta persona (ovvero Alessandro Cavazza), ma non mi decidevo a farlo. Ora provo a raccontarvelo così come lo vedo io, consapevole del rischio di scrivere molte più stupidaggini di quelle che già scrivo regolarmente. Spero mi perdonerete e soprattutto spero che lui mi perdonerà.

Daniele Ricci

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Delbene e il braccio a stecca

Si sa che noi giocatori di biliardo raramente scegliamo le strade più brevi. Una “candela” ci risulta spesso più ostica di un tiro di due, tre e anche più sponde. Così domenica 31 ottobre Enrico Delbene, per ritornare nella sua Varazze partendo da Abano Terme, ha deciso di deviare passando da Imola, si è fermato a casa mia e abbiamo passato qualche ora, io, lui e Luca Casadei, a parlare anche (e soprattutto) di biliardo.

Un giovane Enrico Delbene impegnato nella sua bocciata di striscio a braccio teso

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Magnani non ci pensava un attimo

Gianni Magnani mi intriga un sacco. Come giocatore e come personaggio. Per tutta una serie di motivi, l’ultimo dei quali lo scoprirete alla fine dell’articolo. Mi intriga perché era un grande campione ligure, uno dei tanti della mitica scuola genovese degli anni Settanta, perché era un ragazzo molto apprezzato e direi quasi amato da tutti, perché aveva una classe sopraffina, perché sotto certi aspetti era diverso da tutti gli altri e perché… portate pazienza. Dico era perché Gianni Magnani ci lasciò che non aveva nemmeno 40 anni, il 25 febbraio 1992.

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A Bologna li chiamano “Esan”

Sabato Sera è il settimanale imolese grazie a cui, nel lontano…lasciamo perdere, ho iniziato a scrivere articoli. E non ho ancora smesso. La scorsa settimana il giornale mi ha chiesto una recensione del libro “Dal bar allo sport”. Mi sono fatto prendere la mano e ho scritto un articolo interminabile. Chi avesse voglia di leggerlo può farlo qui.

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Per chi invece volesse guardare il servizio di “Buongiorno Regione” su Rai3 Emilia Romagna dedicato sempre al libro di Alessandro Cavazza ecco il link.

 

Dalla, classe e furbizia

Di Maurizio Dalla non so nulla. Non l’ho mai visto giocare e ne ho solo sentito parlare, citato da tutti come uno dei più grandi giocatori bolognesi degli anni Settanta e quindi, automaticamente, tra i più forti d’Italia del periodo. L’unica cosa che potrei scrivere la trovo sull’albo d’oro del Crib (Centro Raccolta Italiana Biliardo) tenuto da Maurizio Pieri, che cita Dalla come campione italiano individuale 73-74. In soccorso però mi vengono due lettori del blog, Daniele Barilli e Paolo Bortolotti, che mi hanno inviato i loro ricordi, a cui spero si aggiungano anche altri. Il blog è sempre a disposizione di tutti gli appassionati.

Dalla premiato da Rossetti 

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Pino Armuzzi, l’anima del biliardo cesenate

Scoprì e lanciò il grande Cicognani. Anche soltanto questo basterebbe per assicurargli uno spazio permanente nella Storia delle boccette. Ma Pino Armuzzi, scomparso nel 2019 all’età di 85 anni, è stato molto di più. Pino è stato forse l’artefice principale della crescita nel tempo del biliardo cesenate, che ha avuto appunto in Cico il suo massimo esponente. “Per me – racconta Marino Fabbri – Armuzzi è stato un secondo padre”.

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