Veronesi: “Le boccette hanno un futuro”

Avrei preferito poter intervistare a quattr’occhi Valerio Veronesi per avere la possibilità di interloquire con lui, ma a causa delle restrizioni legate al Covid non è stato possibile. Grazie alla collaborazione di Alessandro Cavazza abbiamo rimediato facendogli avere alcune domande che avevo preparato. Se amate il biliardo prendetevi un quarto d’ora per ascoltare Valerio, vi assicuro che ne vale la pena.

https://youtu.be/M1Z1lOImtfg

Dunque il messaggio che lancia Valerio Veronesi è chiaro: servono idee, progetti, visione, coraggio, ma il presidente della Camera di Commercio di Bologna è convinto che le boccette abbiano un potenziale inespresso. Veronesi lo ribadisce: se pensiamo che possa servire al movimento, lui c’è, con la sua passione, con il suo passato, ma anche e soprattutto con il suo importante presente e con le sue idee. Interessa? Io non avrei dubbi. Ma, parafrasando il Marchese del Grillo, voi siete voi e io non sono un cazzo.

Il Poldo nazionale

Pelè o Maradona? Coppi o Merckx? Laver o Federer? Chi sia stato il migliore di tutti i tempi era la più classica discussione da bar.  Quando ancora esistevano i bar veri, non quelli di adesso emigrati su social network sempre più rissosi al riparo delle tastiere. Ricordo serate intere passate a furia di confronti impossibili, rimanendo alla fine, come sempre, ognuno della propria idea. Ora qui nel mio blog, dove posso scrivere quello che mi pare, se vi interessano nome e cognome del miglior giocatore di boccette di tutti i tempi secondo la mia “insindacabile” opinione, non mi sottraggo di certo. Il nome è Luca. Il cognome è Molduzzi.

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Addio Roby

Non potevo definirlo amico. Pur frequentando entrambi il centro sociale Campanella di Imola (io solo da un paio d’anni) non ci conoscevamo fino a questo punto, ma la notizia della morte di Roberto Giordani, 68 anni, stamattina mi ha colpito pesantemente.

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Tutti da Ivo il venerdì sera

Io la sua proverbiale cotoletta non l’ho mai assaggiata. Del resto non sono mai andato alla mitica “Braseria” di Bologna e neppure a “Il Campione”, ristorante che aveva poi aperto in società con Beppe Signori. Però nei giorni scorsi ho letto diversi commossi ricordi di Ivo Gandolfi, morto a 75 anni all’inizio di novembre, e si parla tanto di calcio, di basket, dei personaggi che l’hanno conosciuto, frequentato, amato, ma quasi nessuno ha citato, in quei racconti, un altro suo grande amore, forse il più grande di tutti fra le passioni extra familiari di Ivo: il biliardo. Così mi sono detto che dovevo colmare questa lacuna, dovevo provarci io a scrivere qualcosa su Gandolfi e le boccette. Per tentare di fissare, almeno qui, una parte certo non secondaria della vita di un personaggio che ha dato tanto al gioco che noi amiamo.

Gandolfi a sinistra osserva Trebbi al tiro

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Pitture, il Re di Firenze

Entrava nei locali e si presentava così: “Sono Pitture di Firenze, chi vuole giocare con me?”. Vittorio Maccioni è nella storia, nella leggenda delle boccette. Oggi, grazie alla gentile collaborazione della figlia Patrizia, sono in grado di raccontare e di fermare qui, nel mio blog, qualche frammento di quella leggenda. Soprattutto posso condividere con voi splendide foto, alcune delle quali ritraggono Pitture assieme ad altri grandi campioni degli anni Sessanta-Settanta.

Qui con Pitture si riconoscono Stecchino e Cavina

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Tassi, l’ultimo ruggito

Bruno Tassi ci ha lasciati. L’ultimo ruggito del Leone è avvenuto nella notte tra sabato 3 e domenica 4 ottobre. Bruno era alle soglie dei 90 anni. Per prima cosa voglio fare le mie condoglianze alla famiglia e ringraziare il figlio Roberto per il messaggio che ha inviato al blog e che pubblico anche in questo articolo. Grazie alla cortese collaborazione di Alessandro Cavazza posso inoltre condividere con voi questa intervista, che penso senz’altro sia l’ultima rilasciata dal Leone, realizzata meno di un anno fa alle Caserme Rosse.

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La svolta storica di Bertino

La storia del biliardo, anzi delle boccette, è contrassegnata da due grandissimi innovatori. Uno, negli anni ’70, fu Checco Fava, di cui ho già parlato in questo blog. L’altro, capace di anticipare addirittura di quasi mezzo secolo i tempi, fu, ancora prima di Checco, Bertino Pelagatti. Anche di lui ho già parlato in un articolo, ma grazie ai ricordi e alle splendide testimonianze fotografiche del figlio Dante, ora posso tornare sull’architetto e artista bolognese, che fu capace di applicare il suo estro e il suo genio anche al panno verde.

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Biliardo marchigiano in lutto

Gianluca Benigni aveva solo 49 anni. Se n’è andato alcuni giorni fa  lasciando nello sgomento i parenti, gli amici e il mondo del biliardo, non solo marchigiano. Qualsiasi cosa possa scrivere io, che non lo conoscevo personalmente ma lo avevo tra i contatti di Facebook per la passione che ci accomuna, non avrebbe in questo momento  alcun senso. Ringrazio la nipote Camilla che mi ha inviato il ricordo pronunciato durante l’orazione funebre, che pubblico molto volentieri di seguito. Le foto sono tratte dal profilo Facebook di Gianluca.

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