Compagni di viaggio

Quando Claudio Randi mi ha mandato questa foto che lo ritrae assieme a Roberto Caravita ho provato una stretta al cuore. Ketch, così tutti chiamavamo Caravita, per me non è stato solo un compagno di squadra e spesso anche di coppia, è stato soprattutto un amico. A lungo abbiamo frequentato la stessa compagnia, poi per diversi anni ci eravamo persi di vista. A inizio gennaio 2015 ho saputo che ci aveva lasciato molto prematuramente.

Questo è un blog dedicato al biliardo, dunque parlerò dei miei ricordi sul panno verde. Ketch aveva solo un anno più di me. Abbiamo fatto la stessa trafila di tanti altri nostri amici: prima il  Las Vegas dove molti imolesi hanno imparato i rudimenti del biliardo, poi il Moto Club per crescere e affinarsi in una squadra forte, quindi il mitico Bar Fiumi. Da lì in avanti abbiamo preso strade differenti. Ho saputo in seguito che lui era diventato ancora più forte, soprattutto sui biliardi internazionali, vincendo anche gare importanti. Se non sbaglio l’ultimo campionato l’ha giocato a Cotignola, all’Asirelli in A1.

Ma il Caravita che ricordo io è quello del Moto Club e del Fiumi. Con le date ho sempre grosse difficoltà, per cui non fidatevi, ma direi che fu all’incirca nel 1980 quando ci obbligarono per la prima volta a bocciare il pallino dalla seconda riga, decisamente più in alto rispetto a prima. Fu lì che il mio rendimento da bocciatore calò notevolmente e per qualche tempo mi riciclai in puntista.

Caravita con Ugolini
Qui con Mascherini

In coppia con Caravita ho giocato molte partite in campionato al Moto Club. Non era un filottista strepitoso, bocciava piuttosto largo da sinistra, ma il castello lo inquadrava quasi sempre. Il suo pregio maggiore secondo me era l’aiuto formidabile che dava al compagno nel gioco a punto. Anzi no, ho detto una stupidaggine, il suo pregio maggiore era quello di essere un bravissimo ragazzo. Tra l’altro molto umile. Quando non era in giornata cedeva rapidamente il pallino al compagno. “Voleva vincere” commentava  Randi qualche giorno fa. Vero, tutto il resto non contava. Sia al Moto Club sia al Fiumi ricordo spesso Ketch in coppia anche con un altro giocatore imolese decisamente bravo, Mauro Monduzzi, puntista millimetrico di grande classe.  “Anche per me – mi diceva sempre Claudio Randi – Ketch è stato non solo un compagno di coppia ma un amico con la A maiuscola”.

E a proposito di Randi, il biliardo me l’ha fatto ritrovare all’improvviso dopo quasi 40 anni. E’ accaduto l’anno scorso quando lui, reduce da un problema di salute che lo aveva tenuto lontano dal biliardo per diverso tempo, ha giocato qualche partita al Campanella Imola di serie B. Ma soprattutto quest’anno in cui le partite le ha giocate tutte, ne ha vinte tante (lui, io ben poche…) e fino allo stop a causa del maledetto virus, accidenti, eravamo in testa alla classifica alla pari con il Punto.

Dicevo che Randi l’ho ritrovato quasi 40 anni dopo. La prima volta fu (lo dice lui e mi fido) nella stagione 82-83. Qui devo raccontare un antefatto. Quell’anno tutta la squadra del Moto Club si era trasferita al Bar Fiumi, seguendo un compagno di squadra che aveva appunto acquistato quel locale: Marco Caprara. Tutta la squadra tranne me. Al Fiumi sarei andato l’anno dopo e ci sarei rimasto a lungo, ma in quel momento avevo voglia di tornare a fare il singolo. Così accettai la proposta di alcuni amici, Mauro Grillini e Paolo Valvassori: andai a giocare alla Bocciofila sempre di Imola. Lì conobbi questo ragazzino, Claudio Randi, alle prime armi ma già decisamente promettente.  Con noi giocavano anche Stefano Tabanelli (gran braccio), Stefano Marchi e altri che ora non ricordo, mi perdoneranno se leggono. Qualche partita la fece anche Carlo Marchi, meglio noto come cestista. Del resto volete che uno capace di tirare da tre col 50% a Montecatini in A1 al fianco di Boni e Niccolai non fosse in grado di fare filotto?

Ma torniamo a Randi. Il ragazzo prometteva bene e infatti ne ha fatta di strada. Come sempre qui non mi avventuro a citare risultati e date, chi ha voglia può cercare nei siti che contengono le varie statistiche. Dirò soltanto che è stato uno dei pochi imolesi capace di entrare tra i Master nazionali. Nella foto sotto è con Guido Montroni, di cui ho scritto qualcosa in uno dei primi articoli del blog dedicato al mitico Giardino. Insomma le storie si intrecciano. Proverò a raccontarne altre. Imolesi e non.

 

12 risposte a “Compagni di viaggio”

    1. Vero Marino. Per diversi anni ci siamo frequentati a lungo. Con amici comuni. Sapevo che anche nel mondo del biliardo non avrebbero potuto fare altro che apprezzarlo.

    1. Quando giocavo a punto con lui a volte scherzando lo prendevo in giro perché un sacco di volte faceva solo un birillo. Gli dicevo “E du…E du…”. Ma ti assicuro che con le sue palle a punto davanti stare dietro era spesso agevole.

  1. Grazie mille…questo articolo per me significa molto…. Roby (ketch)…. sarà sempre il mio campione in tutto…oltre ad essere un magnifico fratello….grazie

    1. Parlavo ieri sera di lui. E sono tornato su questa pagina per ricordare esattamente quanti anni erano trascorsi. Un forte abbraccio. Maurizio.

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