Con Corbetta non ci si annoia

Prima la notizia. Angelo Corbetta ha vinto la terza prova del Gran Prix, il Memorial Crevenna a Lecco, battendo in finale Massimo Cicali. In semifinale si erano fermati Damiano Calabrò ed Enrico Rosa.

Proprio qualche sera fa un appassionato mi diceva: “A me piace Corbetta. Ne parlate troppo poco”. Profetico. Inutile chiedergli perché gli piace Corbetta, che peraltro credo piaccia a tutti coloro che amano questo gioco. Prendete la finale di ieri a Lecco: mai o quasi mai una fase interlocutoria, sempre all’attacco, cercando il realizzo quasi in ogni centimetro del biliardo. La partita credo sia durata una mezzoretta e se ci fosse una statistica dei tempi medi di gioco, Corbetta certamente sarebbe di gran lunga il più rapido in assoluto.

La premiazione

Lui gioca così, credo, da sempre, e l’evoluzione dei regolamenti lo ha convinto quasi a esasperare il concetto, facendogli ottenere vittorie su vittorie. Non che non vincesse anche prima, nei biliardi con le buche, quando partì dal Comasco dopo aver appreso la tattica del “cricco” dall’inventore di quel tiro: Tedeschi. Poi Corbetta ha girato un po’ l’Italia. Nel suo libro “Dal bar allo sport” Alessandro Cavazza lo definisce “il lombardo errante”. Reggio Emilia, Perugia, sempre accostando il biliardo al lavoro, fino alla sistemazione attuale di Forlì, con “l’ufficio” alla Taverna Verde: perfetta per uno come lui.

I semifinalisti

Tutti sanno come si affronta Corbetta: pallino a sponda, mai e poi mai lasciargli un tiro per il realizzo. Già, tutti lo sanno, ma mettere in pratica questa tattica è un altro paio di maniche. Anche perché quando boccia lui fa quasi sempre un pieno e ti lascia il pallino blu proprio lì, sotto ai birilli, mettendoti già in testa un dubbio: Che faccio, tiro prima di lui? O vado a punto cercando di coprire? Chiamatelo vantaggio psicologico, se volete, che va ad aggiungersi alle qualità tecniche fuori dal comune di Corbetta.

Insomma, se gioca Corbetta non ci si annoia. Se vede un tiro, anche difficile, a volte perfino improbabile, lui lo esegue, quasi senza curarsi del punteggio, di quella che una volta chiamavamo “stecca”. Certo questa spregiudicatezza gli ha fatto perdere qualche partita che sembrava già vinta, ma stiamo parlando di uno dei giocatori più forti d’Italia, un Master. Dunque il rischio paga. E noi ci divertiamo.

Le foto sono tratte da Fibis Romagna

 

2 risposte a “Con Corbetta non ci si annoia”

  1. Se Corbetta è in giornata quasi impossibile batterlo,,, dura anche per Juri Minoccheri. C’è solo un giocatore che può contrastarlo sempre nel gioco mettendolo in difficoltà con pallino a sponda bassa.. Inutile citarlo ..è ” Corrado”.

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