Ogni tanto qualcuno mi dice: “Leggo spesso il tuo blog. Mi piace. Ma hai parlato di Tizio e non di Caio. E Sempronio ha vinto di più. E…”. Ragazzi ora vi dico una cosa: è vero, avete ragione. Ma vi sfugge un particolare importante: il titolo di questo blog è STORIE di biliardo, non è LA STORIA del biliardo.
Se cercate LA STORIA rivolgetevi altrove. Provate con la Federazione, o con gli Enti di promozione sportiva. C’è il CRIB di Maurizio Pieri che ha un bell’archivio. Qui io racconto solo STORIE, non LA STORIA.
Racconto le storie che conosco. Quelle che mi tornano in mente. Quelle che mi piacciono, che mi incuriosiscono e mi stimolano. E quelle che altri mi raccontano. Non ho nessuna pretesa enciclopedica e non mi interessa averla. Forse vi sembrerò un po’ brutale, ma qui scrivo quando mi pare e di chi mi pare. Del resto nessuno mi paga, anzi ci rimetto io qualche soldo (per fortuna pochi). Poi è vero che ci sono ancora tanti personaggi, tante storie, di cui io stesso vorrei parlare prima o poi. Spero di avere il tempo per farlo. Senza trascurare la voglia, che a volte va e a volte viene.
Per esempio non ho ancora scritto un articolo su di un monumento del biliardo, uno dei più grandi di sempre, colui che risponde al nome di Brunaldo Cicognani. Tra i più grandi in attività, poi, un personaggio molto stimolante, per vari aspetti, è Angelo Corbetta. E potrei andare avanti a lungo. Senza dimenticare due questioni fondamentali. Una è quella geografica: vivo a Imola e per forza di cose sono più “ferrato” nelle STORIE emiliano-romagnole. L’altra è proprio storica: dalla fine degli anni Novanta fino al 2015 non solo non ho più giocato a biliardo, ma non ho neanche seguito nulla di ciò che stava accadendo in quel lungo periodo.
Se ci limitiamo poi al biliardo della mia città, quello imolese, mancano ancora all’appello molti giocatori che hanno ottenuto importanti risultati. Il campione italiano individuale Beppe Dalmonte, il master Ettore Sabattani (Francia), Walter Geminiani che ha appena scritto un messaggio citando giustamente il suo tricolore vinto assieme a Foffo Cortecchia, E in un passato meno vicino personaggi come Saetta Agostini, Domenico Bassi, Gianni Brusa (Thomas), Bruno Morini… Solo qui ci sarebbe (e spero ci sarà) da sbizzarrirsi.
Ma vi riporto sempre al titolo del blog: STORIE non LA STORIA. Per cui io procedo in ordine sparso. E non stupitevi se per caso mi verrà invece voglia di parlare di miei amici o ex compagni di squadra. Ad esempio di Aldo Caneda che giocava di “leccata” (lunga-corta) quando ancora nessuno sapeva nemmeno cosa fosse, oppure di quante sigarette fumava durante una partita (quando ancora si poteva) Meri Degli Esposti, degli occhiali spessi tre dita di Franco Musconi, di quelli fumé di Paolo “Pachito” Solani. O ancora di Beppe Trinca e di quando a Budrio lo trattavano come Maradona, dei miei primi compagni di coppia al Motoclub, Maurizio “Rosolino” Giacometti e Iseo Calamelli, di Tiziano Borghi con cui ho girato l’Italia e che ora ho incredibilmente ritrovato…
Per mia fortuna alcuni amici hanno deciso di aiutarmi in questa impresa, altrimenti credo che questo blog si sarebbe ben presto arenato. Cito in particolare Luca Casadei con i suoi ricordi, Giuliano Rontini con le sue foto, Fabio Rossi con le sue statistiche. E altri hanno raccolto il mio invito ad arricchire Storie di biliardo. Ad esempio Stefano Giannoni da Firenze, Franco Centurelli da Bergamo, Cesare Pullega da Anzola. I contributi esterni però latitano, nonostante i mie ricorrenti inviti a partecipare con articoli, foto, testimonianze. Forza, non siate timidi. Potete contattarmi su Facebook, Messenger, via mail (maurizio.andreoli@gmail.com). Se qualcuno l’ha già fatto e non ha visto nulla è senza dubbio colpa mia, mi sarò dimenticato. Cercatemi di nuovo se vi va.
Insomma, e chiudo qui. Questo blog è quel che è, prendere o lasciare. Lo definirei PARZIALE. Sì, mi sembra proprio l’aggettivo più idoneo. Per il suo doppio significato copincollo la Treccani: 1. Che si riferisce solo a una parte, o che costituisce una parte, o si fa solo in parte 2. Di persona che nel giudicare e nell’agire è mossa da spirito di parte. Del resto cosa pretendete da uno juventino?
Ancora una volta hai scritto una “bella storia “tu continua così stai facendo anche troppo per noi criticoni ciao da Ivan zugadaur ed bilierd discret
Il bello di questo blog penso sia proprio il fatto che chi scrive racconta cose e situazioni che ha vissuto in prima persona. Questo conferisce ad ogni articolo quel sapore inconfondibile di “amarcord” che lo rende speciale, se non unico. Mi avvicino ai sessanta e in questo blog ho avuto modo di riassaporare nomi di giocatori e circostanze delle quali avevo ricordi più o meno nitidi : negli anni settanta e ottanta ero un bambino/ragazzino che immancabilmente seguiva il padre nelle sue partite di biliardo ( serie A dell’Endas il venerdì sera, campionati e gare varie nei weekend ). Molte pagine di questo blog mi hanno riportato con la memoria a quegli anni. Per questo a Maurizio va la mia gratitudine.
Sei veramente bravo continua così