Dalla, classe e furbizia

Di Maurizio Dalla non so nulla. Non l’ho mai visto giocare e ne ho solo sentito parlare, citato da tutti come uno dei più grandi giocatori bolognesi degli anni Settanta e quindi, automaticamente, tra i più forti d’Italia del periodo. L’unica cosa che potrei scrivere la trovo sull’albo d’oro del Crib (Centro Raccolta Italiana Biliardo) tenuto da Maurizio Pieri, che cita Dalla come campione italiano individuale 73-74. In soccorso però mi vengono due lettori del blog, Daniele Barilli e Paolo Bortolotti, che mi hanno inviato i loro ricordi, a cui spero si aggiungano anche altri. Il blog è sempre a disposizione di tutti gli appassionati.

Dalla premiato da Rossetti 

Il ricordo di Daniele Barilli

Se parlo di Maurizio Dalla mi scatta qualcosa. Come si dice verso una bella donna, direi tranquillamente che ero infatuato, ma non fraintendetemi, in questo caso sul lato biliardistico. Giocatore intelligente e furbo, grande stile. L’ho visto le prime volte al Zeta Bar in via Indipendenza a Bologna, inizio anni 70, vinse il Provinciale a coppie con Oriano tutto prillo. All’epoca Dalla bocciava di striscio, c’erano i biliardi lunghi 2,50 e 2,60. Filotto e 10 punti quasi sempre. Vinse un Campionato Italiano singolo in quegli anni lì, quindi era molto giovane.

Dalla era un giocatore quasi imbattibile in campionato e un vincente al Palazzo durante le finali. Mi ricordo una partita stratosferica proprio al Palazzo contro un grande Veronesi, e se ricordo bene vinse Dalla sul filo. Io quasi tutti i pomeriggi, dopo il lavoro, andavo al Manzoni in via Don Minzoni, sperando proprio che ci fosse Dalla e che fosse in corso qualche “attacchino”. Gli anziani sanno cosa intendo.

Poi vennero i biliardi 2,70 e Dalla abbandonò la bocciata di striscio. Bocciando di braccio ebbe un calo, non c’era più la sicurezza del 10 tutti i colpi, però vinceva molto ugualmente. Era un giocatore fortissimo a punto, anche in alto. Non ricordo se ha giocato in coppia con Trebbi, ma ricordo che in coppia con Daniele Garuti, il pomeriggio al Manzoni, negli “attacchini” erano imbattibili.

Quindi un giorno arrivò Checco Fava e Dalla, da dietro una colonna disse: “Qui è dura”. Comunque, per finire, Dalla è stato uno dei più grandi ed era il mio idolo. L’ho osservato e studiato molto, ma con umiltà devo ammettere che ho imparato poco.

L’aneddoto di Paolo Bortolotti

Vi racconto un episodio al quale ho assistito personalmente. Sede delle finali Palasport piazza Azzarita Bologna. Dalla viene inserito nella formazione del Manzoni proprio per le finali e viene sorteggiato contro Valerio Veronesi. Inizia la partita e durante lo svolgimento Dalla dimostra di essere all’altezza del grande campione, reggendo perfino l’urto di 60 punti in 6 bocciate di Valerio. L’incredibile, se ricordo bene, sta nel fatto che furono sei bocciate identiche: sei filotti di prima di sfaccio e ometto laterale di seconda. Ricordo che Benelli (lo Zio) arbitrava la partita, e alla quarta o quinta bocciata identica sottolineò la performance di Veronesi con un sorrisetto rivolto al pubblico.

Allora le partite terminavano ai 75 punti e Valerio si attesta sopra i 70, con Dalla a circa 60. Ora viene il fatto. Gioco a metà biliardo, parte destra del pubblico, Dalla ha l’ultima boccetta in mano e nel groviglio di boccette c’è forse la possibilità di colpire di striscio una palla di Valerio, che si trova nella parte superiore ma rasente alla linea, quindi toccabile di prima intenzione, ma posizionata lateralmente a pallino senza quasi spazio fra le due biglie. Un tiro, insomma, quasi impossibile.

Dalla inizia a studiare se colpendo prima la palla e carambolando poi con la propria su pallino quest’ultimo può finire sul castello, abbattendo birilli e consentendo punti di realizzo oltre ai punti di colore. La manfrina è infinita. Dalla continua a valutare, si sporge mimando il tiro più e più volte, anche più di dieci, senza mai decidersi a effettuarlo. Si è in finale di partita e lo Zio non dice nulla, ma al rumoreggiare sempre più insistente del pubblico inizia a spazientirsi anche lui, mentre Dalla continua imperterrito a sdraiarsi sul biliardo con la palla in mano. Ma non tira. Una scenetta che sarà durata almeno 5 minuti di orologio.

Ad un certo punto lo Zio, che era un gran buontempone, cordiale con tutti (vero animale da bar), si gira verso il pubblico chiedendo di fare silenzio. Si distrae solo per pochi secondi e proprio in quegli istanti Dalla esegue il tiro, mandando il pallino ad abbattere il filotto. Lo Zio si volta sbigottito. Non ha visto nulla. Valerio protesta. Dice che Dalla ha colpito il pallino prima della palla. Ovviamente Dalla ribatte che non è vero, e furbescamente, ben sapendo che in quell’istante era girato di spalle, chiede all’arbitro cosa ha visto. Dopo una lunga e animata discussione viene chiamato il direttore di gara, il quale ascolta tutti, poi stabilisce che il tiro è valido perché non è stato annullato dall’arbitro.

Il resto a quel punto è quasi scontato: Dalla boccia sopra i 70 e chiude partita. L’immagine finale che ho ancora in mente è quella di Veronesi che esce dal parquet del palazzo coprendo i 6-7 metri dai biliardi all’uscita con soli tre passi veloci e giganteschi.

5 risposte a “Dalla, classe e furbizia”

  1. Sono un giocatore di padova e ho sentito più volte antonio mattioli parlare di Dalla. Potrei sapere con chi Dalla ha vinto il titolo italiano in finale? Grazie saluti Galeazzo fabio.

      1. Ti confermo che vinse la finale contro Adriano Cavina, è stato al palasport di Reggio Emilia ed ho avuto la fortuna di assistervi. Ricordo bene che la partita era tiratissima e Dalla fece filotto sul 92 pari, la partita era ai 100, salutami il capellone, sempre che si ricordi di me.

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