Della raspona e di altre storie

Ho provato a scrivere “raspona” su Google. A parte una via Raspona ad Alfonsine (Ravenna) l’unico risultato di un qualche interesse, ma tutto da verificare, è che, tradotta dallo spagnolo, la raspona sarebbe il mirtillo nero. Cosa c’entra col biliardo? Niente. Già, ma la raspona che conosciamo noi c’entra forse qualcosa col biliardo? Quello vero intendo. Ne dubito molto.

La ricerca su Youtube è più fruttuosa. Si trovano divertenti filmati come questo:

Se invece scrivi su Google “raspona biliardo” arrivano altri risultati. C’è perfino Cicognani che la insegna:

Già, ma cosa mi viene in mente? Per quale motivo sto scrivendo un articolo sulla cosiddetta “bocciata agevolata”, meglio nota agli addetti ai lavori come raspona? Sarà che oggi non ho niente da fare, e non ho neanche voglia di fare una passeggiata, o una partita al bar.

Parto da un concetto. Chi l’ha inventata per me è un genio. Solo a pensarla. Mi parlavano tempo fa di un certo Tedeschi, che non credo sia quello che inventò il cricco, ma il cognome è una garanzia. Io ricordo che verso la fine degli anni Settanta il mio amico Beppe Trinca faceva qualcosa di simile per scherzo. Piazzava il pallino lì, chiudeva gli occhi e bocciava. Ma allora c’erano le buche, e in partita il pallino si acchitava facendolo rotolare. Insomma, nessuno avrebbe mai potuto immaginare che un giorno quel tiro sarebbe diventato la raspona e soprattutto che sarebbe stato ammesso, tollerato, insomma sarebbe entrato a far parte del regolamento federale delle boccette.

Ok, detto che l’inventore della raspona è un genio, aggiungo che non demonizzo assolutamente chi la fa. È prevista dal regolamento (anche se ora non più in tutte le competizioni) quindi la ”colpa”, se di colpa vogliamo parlare, non è certo di chi approfitta dell’opportunità. Come è già stato detto più volte basterebbe tornare al vecchio sistema di acchito del pallino per eliminare questo tiro che mi sento di poter definire quantomeno “poco estetico”. Non penso succederà, per diverse motivazioni che in questa sede non mi interessa approfondire. Dunque rasponatori di tutta l’Italia non dovete preoccuparvi: andate avanti tranquillamente per la vostra strada.

Bene, ma ora devo fare anche il mio piccolo “outing” biliardistico. Perché devo ammetterlo: la raspona l’ho fatta anch’io, per una stagione. Vi spiego cosa accadde.

Premetto che avevo ripreso le boccette in mano all’improvviso dopo 18 lunghi anni di totale assenza dai panni verdi. Ero arrugginito a dir poco, ma ritrovata in breve una qualità decente nell’accosto, mi accorsi che perfino in serie C non ero competitivo nella bocciata. Ricordo che delle prime 4 partite ne persi 3, pur conquistando sempre più pallini dei miei avversari. Il fatto è che loro piazzavano il boccino lì, a un dito dalla sponda, e rasponavano senza pietà buttando giù quasi sempre birilli. Tra l’altro non c’era ancora la penalizzazione.

La cosa per me quasi incredibile è che a convincermi, a dirmi di provare anch’io la raspona, fu uno dei più bei “bracci” che ho mai visto in circolazione: il mitico “Manfred” al secolo Wainer Manfredini. I bolognesi se lo ricordano di sicuro, già protagonista al mitico Manzoni, poi a Imola ha continuato a giocare e a buttare giù birilli per anni. Manfred mi disse: “Guarda com’è facile. Piazza qui il pallino. Stai attento a non staccare la mano dalla sponda quando ti allunghi e colpisci”. In effetti era facile, ma io non ero ancora convinto. Possibile che, avendo alle spalle trascorsi biliardistici non dico nobili, ma comunque decorosi, dovessi mettermi lì anch’io a fare quel giochino? Ruppi gli indugi quando vidi appunto Brunaldo Cicognani, uno dei più grandi di sempre, che bocciava a sua volta di raspona. E come lui Franchini. Il risultato? Da lì alla fine del campionato mi pare di aver perso due partite in tutto.

Quando andai alle finali a Cervia però la musica cambiò e non poco. Sui biliardi nuovi la raspona non è così automatica e mi capitava spesso di buttare giù solo un birillo. Ricordo che persi una partita contro Moreno Bertuzzi, un altro giocatore che i bolognesi conoscono molto bene. Lui bocciava di cricco due giri e faceva sempre la fila. Fu così che quel giorno decisi di divorziare per sempre da quel tiro e tentare la difficile strada del cricco, ancora molto impervia per me. Non provo nessun pentimento.

Ovviamente questo articolo entra di diritto nella sezione “chissenefrega” del mio blog.

6 risposte a “Della raspona e di altre storie”

  1. A livello nazionale il primo a criccare fu Tedeschi ma il suo tiro non aveva niente da spartire con l’attuale perché il giocatore dotato di una fisicità rilevante riusciva a tirare praticamente stando fermo e muovendo pochissimo il braccio e il tiro era a due passate con il pallino che rimaneva attaccato alla sponda alta, vinse delle gare ma non + di tanto, il problema nacque quando a quel modo perfezionandolo si mise a tirare così Veronesi che era già fortissimo di suo, praticamente per gli altri non ce n’era +. Tanto è vero che a stagione iniziata, mi pare nel 1985/6 ma per essere sicuri chiedetelo appunto a Veronesi, il tiro fu proibito e precisamente in occasione dei campionati italiani a Milano al Palalido, me lo ricordo perché eccezionalmente vinsi la batteria e la partita dopo tale Trebbi di Bologna che era l’accostatore di Fava il pallino me lo fece vedere solamente in mano a lui, ricordo ancora il piacere di vederlo giocare, d’accosto praticamente PERFETTO.

  2. Come detto sopra basterebbe acchitare pallino come si è sempre fatto giusto anche per vedere se certi campioni riescono a fare sempre la fila lo stesso

  3. Penso che detta raspona dovrebbe essere eliminata, a seguito di acchitto pallino al secondo rigo. In questo modo potrebbe essere un modo per pareggiare le dette “bravure”

  4. Ciao a tutti,
    Parto dal fatto che la raspona la abolirei ma come tutte le cose oggettive se tale gesto tecnico e nato e regolamentato ci sarà un motivo.
    Il motivo è semplice è che con la raspona i giocatori iscritti alle gare i primi anni sono aumentati. Ora meno in quanto alle gare nazionali di selezione tale bocciata è vietata. Inoltre grazie a tale bocciata molti giocatori sono ritornati a giocare e a divertirsi in compagnia che lo piaccia o no in qualche modo tale bocciata ha portato per il movimento dei benefici a livello di tessere che poi tale bocciata piaccia o meno altro discorso ma a livello pratico di certo ha portato benefici al movimento biliardisco come numeri parlo sempre.
    Dal momento chi i giovani non sono attratti da tale sport colpa anche ns come giocatori e dirigenti un modo per incrementare il nu,mero di squadre in campionato lo si doveva trovare poi ognuno la pensa come vuole logicamente .

  5. Ma qui si parla tanto di raspona come tiro dei deficienti e non si dice niente sulla bocciata di dito che agevola solo le persone alte a discapito della del gioco.
    La raspona mette tutti sullo stesso piano.
    Mo dovete speigare perche’ i lungo ni ditomani hanno continuato sempre col dito visto che la raspona è cosi’ banale.
    il fatto è che ritornavano a vincere quelli bravi nel gioco e no solo i ditomani anche scarsi.
    A risentirci fenomeni da un metro e ottanta i su.
    Ritorniamo alla bocciata di braccio e vinca il migliore.

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