Forse fra tutti i grandissimi è uno dei meno noti lontano da Bologna, ma solo perché, a differenza di altri, nella sua carriera non ha disputato molte gare nazionali. Eppure Giancarlo Deri deve essere inserito nel ristretto novero dei fuoriclasse degli anni Settanta-Ottanta, quegli anni che, ormai l’avete capito, sono ancora nel mio cuore.
C’è una frase che ha un’origine dialettale, non so se si usa soltanto dalle mie parti. La frase è “sembrava che la dovesse avere”. Se riuscite a penetrare il significato di questa frase, secondo me avete già capito tutto di Deri. Perché quello che faceva sui panni verdi gli riusciva con una semplicità, una facilità di esecuzione, una pulizia di tiro che rientravano a pieno titolo in una sola parola: Classe. Dunque, quando Deri giocava “sembrava che la dovesse avere”, sembrava cioè che fosse destinato a vincere, senza che i suoi avversari potessero in alcun modo opporsi al suo modo essenziale ed efficace di stare dietro al biliardo. Non dico che perdere da lui fosse un piacere, questo no (non ho mai conosciuto nessuno così brillante e sportivo), ma quantomeno faceva meno male, perché ne riconoscevi facilmente la superiorità. Accompagnata ad altre due importanti e non comuni caratteristiche: l’umiltà e la correttezza.
Deri è nato a San Giovanni in Persiceto e ha disputato diversi campionati nelle varie squadre del paese del Bolognese. Nel corso della sua lunga carriera biliardistica ha fatto parte anche di altre grandi formazioni, come ad esempio il Bar Stadio e il Manzoni, per poi tornare a giocare quasi sempre a San Giovanni in Persiceto. Credo che non ci sia stato un solo campionato in cui non abbia vinto, o non sia stato almeno in corsa fino all’ultimo per vincere la medaglia come miglior singolo. Molti ricordano ancora un’epica partita disputata al Palasport di Bologna contro Cavina, uno spareggio tra i migliori singoli di quell’anno. Entrambi avevano perso solamente due partite. Si giocava la sera della finalissima del campionato a squadre e in un palazzo gremito di pubblico Deri riuscì a spuntarla al termine di una partita spettacolare.
Gli è mancato il titolo italiano, e gli è mancato in un modo, se vogliamo, anche piuttosto beffardo.
Guardate la foto che segue. Tra tutti quei campioni giunti alla fase finale, sia detto senza mancargli di rispetto perché è stato certamente un ottimo colpitore e un grande attaccante, chi di voi avrebbe puntato su Farolfi? Eppure fu proprio lui a battere Deri in finale nel 1978, in un’edizione dei Campionati Italiani svoltasi a Rimini e passata alla storia anche per le polemiche. Si giocava infatti su biliardi montati all’aperto sotto grandi tendoni. Ricordo molto bene, poiché partecipai a quella edizione, il vento e la polvere che a volte rendevano difficile e addirittura penoso il gioco, tanto che alcuni si rifiutarono di giocare.
Come dicevo all’inizio, Deri non partecipava a moltissime gare, ma quando l’ha fatto sono arrivati anche i risultati. La foto sotto si riferisce a un torneo a coppie disputato e vinto assieme a Monti al Bar Minerva di Bologna, battendo in finale la coppia dei grandissimi ferraresi composta da Lizzi (Mangiabirilli) e Marani.
Questa invece è la vittoria al Pallino d’Oro del Bar Cavazza assieme a Casanova.
Infine un paio di squadre in cui Deri ha giocato. Qui una mitica formazione del Bar Stadio di Bologna.
A proposito di questa squadra, ho un aneddoto. Il signore vestito di marrone è il geometra Rosa, che nel 64 vinse una cifra spropositata (centinaia di milioni di lire) con una schedina al Totocalcio. Lui era lo sponsor della squadra e aveva fatto un contratto particolare a Casini, il giocatore che vedete in piedi al centro: 500mila lire a partita vinta. Ebbene Casini quell’anno le vinse tutte tranne una, contro Giaroni, semplicemente perché quest’ultimo si rifiutò… di dividere.
Ma torniamo a Deri. Questa è la squadra del Bar Arena di Modena. Quell’anno non perse nemmeno una partita in campionato.
Un grazie particolare a Cesare Pullega e come sempre a Luca Casadei. Voglio ricordare anche Maurizio Maselli (Mizzio), recentemente scomparso, che mi regalò l’aneddoto su Casini e il geometra Rosa
Un Campione con la C maiuscola ma soprattutto un Signore con la S maiuscola. Sono questi i personaggi che hanno reso il grande il biliardo bolognese e italiano. Sono questi i giocatori da prendere come esempio.
Grazie per il tuo commento
per me modenese e’ molto bella la foto del Bar Arena, riconosco al centro ”Matita” Morselli e ultimo a destra Righetti, ambedue giocano ancora
Grazie
Bellissimo articolo rispecchia lo stile e il carattere di papà.
Bellissime anche le foto alcune non le avevo mai viste.
Papà e io la ringraziamo 😉
Grazie a voi.
Allora il biliardo era passione nei bar non vedevano l’ora che venisse la serata delle gare per vedere giocare . Ma i commenti duravano una settimana . unico neo che si poteva fumare .
Verissimo. Ciao e grazie.
Deri, che di mestiere faceva il rappresentante della Stok 84 ha giocato un altro anno nel modenese esattamente a Piumazzo nel campionato 1979/80 vincendo tutte le partite senza nemmeno un 3a3 e Deri manco a dirlo vinse la medaglia come miglior singolo grande giocatore e grande uomo
Grazie per l’informazione. Ciao.
Grazie Maurizio
È sempre un piacere leggerti a me piace enormemente l a tua rubrica …. mi appassiona molto leggere dei campioni del passato ….. è molto bello
Vedere anche le vecchie Foto dei campioni di cui parli con dedizione e passione.
Grazie a te
Ciao Maurizio che ne pensi una volta di scrivere un articolo su Dalla che anche lui era un bel personaggio!
Di Dalla ho solo una foto. Vorrei scrivere anche di lui, certamente, ma non l’ho mai visto giocare per cui mi servono testimonianze.
Nella foto del Circolo culturale, tra gli altri, vedo un giovane Forni Stefano detto Cecio, anche lui, buon singolo e pure discreto lanciatore a baseball. Carlo Deri, gran brava persona, del giocatore non importa aggiungere altro.
Grazie per il commento
La mia età mi ha consentito di vedere all’opera tutti i grandi campioni di biliardo dall’inizio dei campionati a squadre ad oggi.
Su Giancarlo Deri non ricordo un campionato dove non sia stato in lizza come miglior singolo!!
Da campionato è stato sicuramente tra i più grandi in assoluto.
Quindi il”Semplicemente grande”è perfetto sia per il campione che per la persona!!
Nella foto del Circolo di San Giovanni in Persiceto vorrei ricordare Redento Fabbri(in prima fila con le mani sul biliardo)che recentemente è venuto a mancare.
Grazie per questa tua testimonianza che arricchisce il blog.
Di Deri che dire,stile e classe unica,tutti gli anni era a medaglia
nella classifica singoli,e io non lo ho mai visto perdere a palazzo.
sicuramente era piu’ portato a partita unica piuttosto che nelle gare.
Vero. Ma c’è anche da dire che non faceva molte gare.