Mi è capitato un po’ di giorni fa di sentire Angelo Corbetta fare un’osservazione al microfono di Piero Guglielmi. Quest’ultimo, giustamente, metteva in risalto il successo ottenuto grazie alla lodevole attività sua e di altri “volontari” come Massimo Berselli, Paolo Quarti, Enrico Rosa, Luca Molduzzi, Stefano Bagli e altri ancora. Riprendono partite su partite e le divulgano in diretta su Facebook o su Youtube. Ottengono centinaia di visualizzazioni, svolgono un “lavoro” non retribuito fondamentale per noi appassionati. Corbetta, altrettanto giustamente, osservava che tutto questo è importante ma serve a poco, purtroppo, per il futuro del biliardo se non si raggiunge il grande pubblico, i “non addetti ai lavori”.
Corbetta ha ragione. Quelle centinaia di persone che cliccano per vedere le sue partite (e quelle di altri grandi campioni) sono tutti giocatori, o comunque uomini e donne che in qualche modo sono già coinvolti dalla loro passione per il biliardo. La divulgazione è un’altra cosa, è uscire dal proprio guscio, è in poche parole farsi vedere, farsi conoscere, raggiungere chi non sa nemmeno che esistiamo. E per farlo non basta l’encomiabile impegno dei Berselli e dei Guglielmi.
Ci vuole altro. Serve un’attività intensa di promozione e divulgazione, l’ho già scritto più volte, occorre un progetto, un impegno che preveda, per forza di cose, anche un notevole sforzo economico. Solo allora, solo quando si potranno tirare le somme di un investimento reale, si capirà davvero se le boccette (perché qui è solo di boccette che si parla) hanno un potenziale di attrazione per il grande pubblico, o se sono invece destinate a rimanere in una nicchia via via sempre più piccola.
Voglio fare due esempi.
Primo esempio. L’amico Alessandro Cavazza, dopo il libro, ha confezionato il film “Dal bar allo sport”. Quello che con una felice intuizione Alessandro ha definito in inglese Extreme Billiards ha colpito nel segno, ricevendo un importante riconoscimento in un festival di livello internazionale. “They play with their hands” urlava al telefono esterrefatto uno straniero qualche anno fa a Fico (Bologna) nel vedere alcune esibizioni di boccette. Non aveva mai visto nulla di simile: gente che non usava le stecche ed eseguiva tiri perfetti. Era affascinato, la cosa gli sembrava incredibile, appunto estrema.
Secondo esempio. Ieri, giovedì 7 dicembre, la seguitissima trasmissione Geo su Rai3 ha mandato in onda un servizio sugli artigiani del biliardo. L’intervistato era Salvatore Lotito (se non l’avete visto trovate il link sulla sua pagina Facebook), che oltre a essere un grande giocatore ha fatto del biliardo una professione.
Perché faccio questi esempi? Perché dimostrano che un interesse c’è. Però tu puoi avere anche della splendida merce, unica, originale, ma se non la presenti bene, se non la confezioni in modo accattivante, nessuno te la comprerà mai. E allora mi chiedo una cosa: perché il film di Cavazza e il servizio su Lotito non sono stati annunciati, rilanciati e divulgati da chi guida il movimento, cioè dalla Federazione?
Faccio un po’ di mente locale. Attualmente cosa abbiamo? A livello nazionale la Rai trasmette chissà quando e a quali orari registrazioni di finali dei campionati Master. In Romagna, uno dei territori più vocati alle boccette, abbiamo una trasmissione settimanale registrata su una tivù locale, un articolo su un quotidiano che riporta risultati e tabellini già vecchi di una settimana.
Forse dimentico qualcosa, ma la sostanza non cambia. Fare comunicazione, nel 2023, è un’altra cosa. È prima di tutto stare sul pezzo. È sfruttare ogni occasione per farsi conoscere. È giornali, radio, tivù, internet, social media… È talmente tanta roba che nonostante i miei troppi anni di lavoro nel settore mi sento spesso antiquato e inadeguato. Insomma: perché diavolo non si fa divulgazione come dio comanda? Mancano i soldi? Forse qualche sponsor si trova. E peraltro io avevo capito che il matrimonio col bowling avrebbe portato importanti risorse, non è il caso di destinarle almeno in una parte consistente alla promozione?
Oggi ho dato un’occhiata alla sezione Media del sito nazionale della Fibis (ora Fisbb). Parla di “intensa attività sul sito federale”. A parte il fatto che nella seconda riga c’è già un refuso (e non è un bel vedere), mi chiedo se si pensa davvero che quello che si sta facendo sia sufficiente ad attirare l’attenzione di chi non è già giocatore o appassionato.
Tralascio infine ogni commento sull’Uisp Biliardo, che addirittura vieta riprese private delle partite vantando presunti diritti, a mio avviso inesistenti.
Chiudo con un’informazione per gli amici che seguono il blog. Come avrete notato da un paio di giornate non ho pubblicato i consueti articoli sul campionato emiliano-romagnolo di A1. Semplicemente non ne avevo voglia. Perdonatemi. Mi tornerà, prima o poi.
le boccette sono cresciute come gioco da bar , finito il classico bar e’ chiara la conseguenza , la passione ti viene guardando i campioni e provando a imitarli , questo succedeva nei bar , in zona da 50 bar con biliardi negli 80 siamo a 6-7 buche comprese
e comunque e’ un gioco limitato a poche regioni , non e’ uno sport , lodevoli le iniziative nelle scuole ma e’ come l’ora di ginnastica , inutile se poi non frequentano le sale , non vedo l’uscita
Secondo me,essersi associati a bowling, non porterà più di tanto nelle tasche della federazione, mio personale pensiero di chi è fuori dai lavori, solo appassionato del mondo biliardo boccette e praticante in declino. Per pubblicizzare, come giustamente dice Corbetta, c’è bisogno di parecchi cash,se vuoi arrivare nelle case di quelli che non conoscono questo sport, bisogna vedere la federazione cosa ne vuole fare del nostro movimento!! Ii ad esempio, non vedo da nessuna parte,pubblicità del mondo della stecca,che è a livello mondiale, figuriamoci se la federazione ha in mente di spendere per pubblicizzare il nostro settore! Vedo che è il secondo anno,credo,che si sta facendo formazione in alcuni licei, sicuramente è presto per tirare delle somme,ma dei ragazzi che hanno iniziato lo studio,qualcuno a già iniziato a provare ? Purtroppo i giovani di oggi hanno altri interessi, nei bar, e per bar intendo il vecchio bar,con tavolini dove giocano a carte e biliardo, non dove fanno musica a manetta,long drink a gogò ecc… io personalmente non ne vedo nemmeno nei periodi freddi come adesso, almeno qui da noi a budrio, probabilmente dovuto anche alla gestione del locale, in quanto il gestore è parte importante per il loro coinvolgimento, anche se non sempre con un gestore impeccabile il risultato si ottenga, per gestore impeccabile mi riferisco a dei gestori come Monti Annibale del leon d’oro di Molinella ,persona che ho sempre stimato. Spero di non essere stato troppo lungo e noioso, un saluto.
sono un giocatore della UISP ha tirare fuori dei dibattiti facendo domande e criticando regolamenti per il mio parere troppo severi !!! i regolamenti ci vogliono ci mancherebbe ma bisogna ricordarsi che in primis ci dobbiamo divertire!!!!!!! detto tutto ciò il risultato è che se parlo ancora citando la UISP o dirigenti mi squalificano per ora ho avuto solo un richiamo disciplinare questo è diventato il biliardo ….. buona serata a tutti
Purtroppo chi ci gestisce, pensa troppo alla carriera in federazione, che alla sponsorizzazione del gioco. Con l affiliazione non cambierà niente,nn arriveranno soldi, e vedrete finirà prima del previsto , anzi non apportando nessuna miglioria, anche prendendole da altri campionati, vedi i punteggi vedi togliere i punti doppi valorizzando acchito a punto( dare al filotto no 8 ma 11, quattro palle invece che 8 dare 10,e così via. I gestori reclamano giustamente xvhe la Federazione tiene impegnato i biliardi oramai 5 giorni su sette loro discapito, senza avere nessun ritorno dalla federazione. Le gare nazionali con moltepremi ridicoli x essere nel coni. Vedrete lo faranno morire prima del previsto il biliardo questigrandi diienti x poi non parlare della visione del pallino blu, ove si vedono due regolamenti diversi in bocciata e punteggio nello stesso gioco, cosa Unica.
… resterà sempre così… perché viene giocato alla carlona…viene permesso tutto …
qualsiasi disciplina sportiva , è tale , per il rigore nel seguire il regolamento …
Mi spiego…
rimbalzare la biglia sul biliardo , prima del tiro, o scivolarla a destra e sinistra sul panno . ..
uscire dalla pedana e girare attorno al biliardo per andare a prendere quelle inutili misure , mimando dove si vuole colpire .. che serve solo per dimostrare al pubblico che non è stato uno sghetto, in caso di successo nel tiro…
Afferrare la sponda in bocciata
Non avere un tempo limite di tiro …oltre il quale la biglia è nulla …
e milioni di altri scempi. …
La penso esattamente come te. È un gioco troppo lento per cui poco televisivo.
Maurizio hai colto il segno. Il 95% degli italiani non ha conoscenze del gioco delle boccette ( la stecca è un’altra cosa) e quindi tuccherebbe anche al servizio pubblico (ah..ah..ah) della RAI inserirlo in diretta visto che, ormai, non ha che pochi sport da trasmettere. Ma qui subentra la politica quindi…ciao
Ciao,
Condivido parzialmente quanto stato scritto, non me ne vogliate.
Sicuramente un buon marketing fa la differenza per una ” corretta” divulgazione. Condivido sul fatto che qualche dirigente pena solo alla carriera per cui la divulgazione di tale sport minore viene da meno. Vi è da dire che d’altro canto che si è molto fatto come sponsorizzazione nelle scuole di tale sport.
Prendo come esempio bologna. Alle caserme rosse ogni Sabato vi è proprio una lezione ad hoc su tale sport ove gli alunni delle Aldini devo firmare la presenza come se fosse proprio una lezione vera e propria. Certo questo non basta però gli sforzi per divulgare tale sport, non solo a Bologna, si sono fatti e si stanno facendo ma pare che non basti.
Provocazione forse non è anche il fatto che tale sport non piaccia e basta! Come farlo piacere? ad esempio non mi convincerete mai a mangiare i tortellini con la panna. La panna non mi piace e basta mi potete bombardare con tutta la pubblicità che vi pare ma non m piace e come ai ragazzi il giuoco delle boccette non piace punto!
E’ una provocazione ma forse si deve considerare anche ciò
Buone feste a tutti,
Alessandro giocatore mediocre ma con tanta passione.
Certamente può essere che non piaccia. Ma per scoprirlo l’unico modo è cercare di farlo conoscere.