Due anni di blog, parliamo di futuro

Un grande campione del passato, un personaggio singolare, un aneddoto divertente, foto storiche… Racconti e gesta che potremmo definire quasi epiche se non fosse che in fondo sono semplici boccette bianche e rosse, pallini blu su panni verdi. Insomma ogni tanto dobbiamo dirlo a noi stessi per non perdere l’equilibrio: voliamo basso, non esageriamo con gli aggettivi. Parliamo pur sempre di un gioco. O forse di uno sport? Il dibattito è aperto.

Questo blog è nato una domenica mattina nella mia mente senza avere, in partenza, connotati ben chiari. Era un embrione, un qualcosa di appena delineato, dai contorni molto sfumati. È diventato reale e si è sviluppato, è cresciuto un po’ alla volta grazie a voi che leggete e contribuite.

Era scontato che avrei privilegiato le storie che mi sono più care, non solo perché mi ricordano i miei 20-30-40 anni, ma perché il biliardo di quei tempi aveva un certo tipo di fascino che, almeno in parte, è andato perduto. Era il biliardo dei bar ma anche dei palazzetti, delle sfide a soldi e delle gare con diverse centinaia di giocatori, era il biliardo dei perdigiorno e dei perdinotte, sguazzava nell’ironia e nella goliardia, piaceva a tanti e attirava personaggi di qualsiasi estrazione sociale. Quel biliardo era inserito e faceva parte attiva di un contesto sociale degno di uno studio antropologico. Un contesto che io, semplice testimone di quei tempi e cronista per tutta la vita, cerco ogni tanto di descrivere qui come posso.

Eppure, l’ho già scritto, non voglio farmi catturare completamente, non voglio legarmi mani e piedi soltanto alla nostalgia. Storie di biliardo sta per compiere due anni. In questo momento mi è chiaro che il blog deve assolutamente continuare e se possibile incrementare la sua funzione di contenitore, raccoglitore di testimonianze scritte e fotografiche che altrimenti rischiano di andare perdute nel tempo. Deve aggiungere appunto storie. E ce ne sono ancora centinaia nei vostri cassetti. Ora però vorrei anche che questo blog cominciasse qualche volta a occuparsi, non tanto e non solo di presente, ma di futuro.

Mi guardo attorno e vedo un panorama non molto promettente per un gioco (io lo chiamo ancora così, ma se preferite chiamatelo sport) che amo da quando non ero nemmeno maggiorenne, un gioco che per qualche tempo è sparito dalla mia vita ma evidentemente mi aspettava al varco e al momento giusto vi è rientrato a piedi giunti, come Claudio Gentile su Maradona ai Mondiali dell’82.

Dunque il futuro. Quale? Bella domanda, anche un po’ inquietante. Non mi pare che questo spinoso tema venga affrontato a sufficienza, almeno non in modo concreto. Sento ogni tanto discorsi generici sul biliardo nelle scuole, sull’interesse (peraltro calante) delle tivù e dei giornali. Io giudico per quello che vedo e Covid a parte, la mia mente ha registrato in questi anni tribunette spesso semivuote nei bar e nei circoli, o al massimo popolate da pensionati come me, sale in difficoltà, spalti di palazzetti che andrebbero quasi deserti se non ci fossero i giocatori e i loro parenti più stretti. Insomma, il movimento mi sembra nettamente in calo. Forse le cose vanno un po’ meglio, sotto questo aspetto, a Bologna in casa Uisp, dove mi pare ci sia anche un discreto numero di giovani che si sono appassionati al gioco e lo praticano. Ma credo di poter dire che gli interrogativi sul futuro riguardano tutti.

Ora vi racconto una cosa e così vi do anche un elemento, un dato credo interessante. Nei giorni scorsi ho voluto fare una prova. Ho investito una cifra minima, 10 euro, per sponsorizzare un articolo del mio blog attraverso un post su Facebook. Volutamente non ho ristretto il target per quanto riguarda l’età, inserendo solo un generico interesse per il biliardo come caratteristica dei fruitori del messaggio. Finita la sponsorizzazione mi è arrivato il report.

La copertura è stata di 5869 persone. I clic sul link sono stati 321. Ma quello che mi sembra più significativo è il rapporto relativo all’età di chi ha cliccato. Appena il 2,5% tra 25 e 34 anni; 9,1% tra 35 e 44 anni; 21,5% tra 45 e 54 anni; 37,8% tra 55 e 64 anni; 28,2% oltre 65 anni. Anche tenendo conto del fatto che Facebook è ormai un social relativamente poco frequentato dai giovani, mi pare che queste cifre siano indicative e preoccupanti. Ragazzi: siamo vecchi!

Per quanto riguarda le zone di provenienza di chi ha cliccato mi ha un po’ sorpreso scoprire che al primo posto c’è la Campania, seguita da Lombardia ed Emilia Romagna. Ma non avendo specificato boccette e avendo inserito il termine generico biliardo ci può stare.

Dunque la finestra sul futuro è aperta. Parliamone se volete. Penso servano idee nuove, spunti. Poi magari rimarranno lettera morta, un esercizio accademico da blog, ma perché non provarci almeno tra noi? Vi aspetto qui o anche via mail:

maurizio.andreoli@gmail.com

20 risposte a “Due anni di blog, parliamo di futuro”

  1. Nella provincia di Savona e Imperia una volta Varazze e Vado Ligure la facevano da padroni adesso Vado non trovi più un biliardo a Varazze è rimasto solo la società Polisportiva San Nazario con 2 biliardi, ero un ragazzo 50 anni fa nei bar di Varazze il biliardo era un lusso pochi locali non l’avevano uno se non due, adesso i tempi sono cambiati ai bar gli rendono più 2 tavolini e non hanno nessuna spesa i tempi cambiano per me purtroppo sempre in peggio.
    un saluto Enrico Delbene

    1. Caro Enrico la situazione è simile anche qui in Emilia Romagna. A certe evoluzioni non ci si può opporre. Però penso che appassionati come noi debbano almeno provare a fare qualcosa per trovare strade differenti.

  2. Qui si apre una bella discussione bravo Maurizio. Io gioco io gioco in Uisp nel modenese,anche perché qui la Fibis è sparita.la mia previsione è che tra alcuni anni il biliardo sparisce purtroppo!!!!!!😂😂😂perché i giocatori sono sempre quelli e i giovani non frequentano più i bar o Polisportiva per giocare a biliardo o a carte ma hanno altri interessi.mentre anni 70/80tutti i bar di paese aveva i biliardi e alla sera se arrivavi tardi al bar non riuscivo a fare una partita!!! Ciao e sempre bravo Maurizio

    1. Ciao grazie. Il rischio sparizione esiste. Proprio per questo noi che amiamo il biliardo abbiamo secondo me il dovere di provare a tirare fuori idee nuove.

  3. Ciao,
    Il biliardo boccette per potersi evolvere deve essere fatto conoscere anche all’estero. Il biliardo boccette è stato sempre diretto e lo è tutt’ora da persone in gamba ma questo non basta.
    La dirigenza deve essere formata da persone con un profilo internazionale che abbiano conoscenze con l’estero.
    Che abbiano anche agganci con immigrati italiani che all’epoca giocavano a boccette e che potrebbero inculcare tale gioco anche nel paese in cui ora stanno. Ma questo ormai è troppo tardi per iniziare si doveva iniziare 30 anni fa se non prima.
    Inoltre le regole del gioco del biliardo a boccette sono sempre state a pro del giocatore bravo e mai dello spettatore come può essere per gli altri sport. Ma questa è un’altro argomento da approfondire.
    Come provocazione vorrei lanciare tale messaggio
    Come tradizione a Nova Gorica si disputa tutti gli anni una manifestazione bellissima del gioco del bialiardo. Come mai in un paese estero non ci sono stranieri a giocare?
    Come mai in quella occasione invece di fare durare la gara 4 dì non la si potrebbe allungare di almeno 10 gg. e magari 5 giorni per sponsorizzare il biliardo anche per chi è del posto magari con corsi gratuiti effettuati dai big delle boccette.
    Come dice un mio amico Toscano da cosa poi nasce cosa.
    Perchè non possiamo prendere spunto dalla stecca anche se è in difficoltà oppure dal gioco della caramabola ove in qualche modo tale gioco si è allargato anche in paesi ove la stecca non sapevano manco che cosa fosse. comunque viva sempre il gioco delle boccette.
    Alessandro un giocatore tristo ma con tanta passione

    1. Alessandro grazie per il tuo contributo. Hai gettato qualche seme ed è quello che vorrei accadesse. Prima di accettare l’oblio il mondo delle boccette ha il dovere di tentare tutte le strade possibili.

      1. Maurizio grazie a te invece che tieni vivo la passione ed il tuo blog è intrigante.
        Ben vengano le scuole biliardo in romagna! Ma il tutto e rilegato alla sola Romagna o regioni limitrofe. Questo non basta assolutamente non basta assolutamente lo ripeterò all’infinito.
        Tutti gli sport poveri per sopravvivere devono essere internazionalizzati c’è poco da fare.
        Perchè i ns dirigenti non inizaiono magari a pensare di organizzare intersambi culturali esteri dello sport biliardo boccete?
        è da tempo che va di moda, per fortuna, i classici scambi interculturali tra scuole di vari paesi
        Sicuramente tra tutti questi giovani qualcuno sarà un cosiddetto campioncino di biliardo che nel suo Paese magari dice la sua nella sua specialità ammettiamo palla 9 o carambola o altro.
        Allora perchè non indirizzarlo sempre tramite la scuola verso a quelo compagno che sappia giocare a boccette?
        Io in Itali ti insegno a giocare a boccette e quando arriverò in Francia tu mi insegnerai i segreti della tua specialità.
        Logicamente il tutto coadiuvato da strutture preposte a questo.
        Questo potebbe essere una svolta per il bs sport tu che dici Maurizio, saluti, Alessandro

        1. Caro Alessandro io dico semplicemente che tu stai portando un contributo di idee, proposte ed è quello che volevo stimolare. Aspetto altri. Poi dirò anche la mia.

  4. Ciao Maurizio per quello che riguarda la Liguria in genere purtroppo le boccette rimarranno solo nei circoli o in qualche bar nascosto che non lavora sul passaggio e poi al giorno d’oggi i bar sono piccoli e mettere un biliardo non è producente e non ci sta, io ho un bar in centro a Varazze che una volta aveva una sala in più con 2 biliardi che ai tempi si giocava a soldi fino a tarda ora e adesso è stato diviso, ma credimi oggi non conviene più i giovani hanno altri divertimenti al bar ci vanno per l’aperitivo o per stare in compagnia o passare ore al cellulare sui social a mandarsi messaggi, come ti ho scritto nella precedente Varazze (sv) aveva biliardi da pertutto adesso è rimasta con solo la società San Nazario dove si fa ancora qualche partita a biliardo o a carte e di giovani non se ne vede forse giustamente i tempi cambiano. Se pensi che l’Emilia Romagna che è sempre stata il cuore pulsante delle boccette incomincia a mollarci questo ci fa capire che tra una decina d’anni sparisce tutto purtroppo (speriamo di no)
    Un saluto a tutti Enrico Delbene

    1. Caro Enrico, tutto vero. Ma forse il bar non è più il luogo ideale. Forse ci vorrebbe il coraggio di puntare su sale che possano attirare anche un pubblico giovane. Forse, forse. Parliamone, in fondo parlarne non costa nulla, poi se dovesse uscire qualcosa di buono magari qualcuno passerà dalle parole ai fatti. Comunque non arrendiamoci all’ineluttabile. Ho visto sport dati per morti rigenerarsi. Ne ho visti altri sulla cresta dell’onda finire in fretta nel dimenticatoio.

  5. Pubblico di seguito un commento che mi è giunto via mail, ringraziando l’autore.

    Buongiorno, prima di tutto complimenti per il Suo articolo, dove con tanta saggezza e dati alla mano ha dimostrato l’evolversi di un cambiamento generazionale.

    Con l’allungamento della vita e per la prima volta nel mondo, ci troviamo a confrontarci con quattro o anche cinque generazioni, difficilissimo se non impossibile.

    Mi chiamo Carlo, ho 73 anni e anche io, appassionato di biliardo, da giovane alla stecca poi alle boccette. Ha perfettamente ragione, questo gioco “sport” come tanti altri sta andando in soffitta.

    Abito a Faenza e ricordo che in ogni casa colonica e per tutta la Romagna, in ogni Parrocchia, c’era il gioco delle bocce a terra, ebbene il 99% di essi non esiste più.

    Cosi pure se ricorda il tennis, per il quale dovevo prenotare con quindici giorni di anticipo il campo, e a Faenza ve ne erano tanti nei dintorni, ora sono tutti chiusi e colmi di erbacce.

    Potrei citare anche giochi da sala, dalla tombola al mahjong, alle carte, dove ogni bar o circolo possedeva tavolini con il panno verde, oggi via il panno, ed essi servono solo per colazioni e basta.

    Come vede, le nuove generazioni hanno altri interessi, alle quali Ella, noi, nulla possiamo.

    Oggi, i giovani, frequentano palestre, se vanno al bar è per bere degli spritz, oppure consultano, con l’ultimo modello il Loro smartphone, per l’intera giornata.

    Abbiamo dato Loro in mano tanta tecnologia in pochissimo tempo, quindi per me è scontato che fra qualche decennio, tutti gli sport “poveri” non esisteranno più.

    Godiamoci il presente e ad ogni generazione che si succederà auguro le stesse belle serate che abbiamo vissuto noi!

    Grato, Le porgo cordiali saluti sangiorgi carlo

  6. Carlo hai scritto delle cose tutte vere perché anche dove abito io succede la stessa cosa dove in pochissimi anni le polisportive biliardi e campi da bocce per altre attività per loro più redditizie
    .forde ha ragione Maurizio quando dice di far conoscere il biliardo non più nei bar ma in luoghi frequentati fa giovani.un saluto a tutti!!! 🎱🎱

    1. Qui a Bologna alcuni appassionati della stecca hanno creato un circolo autogestito ove ogni tesserato ha le chiavi di accesso al circolo con entrata con tessera ed i biliardi si aprono sempre con la tessera socio idem per il riscaldamento del panno un circolo dedicato solo al biliardo e questo circolo è da anni che esiste oppure bisognerebbe prendere esempio da EDORA LA SALA BILIARDI PIU’ GRANDE IN EUROPA https://www.edorabiliardo.com/ https://www.facebook.com/edorabiliardo/
      sU FACEBBOK i soci tengo lezioni commentano le partite riportando le scelte dei giocatori simulando al pc il tiro e altro ancora in maniera professionale e non a livello amatoriale. Bisogna a mio avviso prendere di petto il problema in maniera professionale e non vuol dire che gli attuali dirigenti non lo facciano anzi tanto di cappello ci mancherebbe.
      A mio avviso si deve creare un struttura formata da professionisti che facciano come lavoro quello e non come un perdi tempo che prendano in mano il problema e che trovino con i big delle boccette soluzioni da professionisti . Inziare a pensare il gioco del biliardo come una industria dirigenza impiegati e manodopera che coinvolgano i giovani con idee innovative e stimolanti come può essere il rapporto scuola biliardo come accennato in precedenza a livello internazionale. In questa ottica si imapara una lingua nuova si impara culture nuove e perchè si trasporta all’estero la ns passione del bialrdo tramite i pochi ragazzi che praticano il ns bellissimo sport. E chissà se il francese o iltedesco non si appassionasse al ns sport? e da grande non voglia apire una sua sala e mettere anche un solo bilairdo a boccette in mezzo alla foresta nera o altri parti fantastiche del mondo il tutto bisogna che sia coadiuvato da professionisti però!

      1. Grazie Alessandro. Questo tuo contributo è MOLTO interessante. Credo anch’io che la strada da percorrere sia quantomeno simile a quella che tu indichi. Questo articolo l’ho scritto proprio per stimolare interventi come il tuo.

        1. Grazie Maurizio che condividi il mio pensiero. Spero che troppo tutto questo non rimarrà un utopia ma è bello lo stesso sognare e volare nel cielo di pinto di blu come qualcuno cantava oppure volare con il pensiero guardando un quadro di Chagall. I due sposi volavano per motivi ben più importanti di questi sognavano un mondo migliore. Ma verrà per il biliardo un mondo migliore. Per me si basta però crederci! ciao

          1. Caro Alessandro, non vedo perché rassegnarsi.
            Non conosco la sala di Bologna a cui fai riferimento. Interessante. Hai qualche riferimento nel caso volessi contattarli per raccontare la loro esperienza? Se preferisci puoi scrivermi anche in privato.

            maurizio.andreoli@gmail.com

  7. BILIARDO SECONDA PASSIONE ASS. SPORT. DILETTANTISTICA
    VIA EMILIA PONENTE 24/L, 40133, Bologna(BO)

    CODICE D’AFFILIAZIONE
    F29B69
    assopassi@gmail.com

    Io a stecca è da 10 che non gioco però so che tale circolo era gestito bene o male come ti dicevo

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