C’è una domanda che chiunque di noi si è sentito rivolgere almeno una volta nel corso della sua vita biliardistica. La domanda è la seguente: Secondo te adesso chi è il migliore di tutti? Le risposte sono state ovviamente differenti nel corso degli anni e a seconda dell’interlocutore. Non si esce però da quei nomi che tutti conosciamo. Solo per dirne alcuni e mi perdonino gli altri: Tassi, Cicognani, Fava, Veronesi, Molduzzi, Minoccheri… Bene, uno dei nomi che ho sentito fare più di una volta, in risposta a questa domanda, è stato quello di Davide Grandi.
Il Grandi che ricordo io è un giocatore formidabile, capace di fare davvero tutto sul panno verde. E non ho scoperto niente. Ma quello che posso dire io è ben poco significativo in confronto a quello che, anche poche sere fa, ha detto ad esempio un altro dei numeri uno della storia del biliardo (a mio parere, se analizziamo l’intera carriera, il numero uno in assoluto), Luca “Poldino” Molduzzi, rispondendo a una domanda specifica: “Se devo fare un nome di un giocatore che più mi ha impressionato nel corso degli anni, beh, è stato Davide Grandi. Non parlo solo del filotto, della bocciata di acchito, ma del complesso del gioco. Lui era capace di fare tutto sul biliardo. Sicuramente uno dei più intelligenti e più bravi che ho conosciuto”. E se avete anche solo vagamente idea di quanti ne ha visti e incontrati Poldo, avete già capito di cosa stiamo parlando.
Dunque Davide Grandi è stato uno dei grandissimi e potremmo perfino chiuderla qui. Ma andiamo invece con altre testimonianze. Sentite Valerio Alvisi: “Erano i primi anni Ottanta. Un mio collega di lavoro mi dice: Vieni al circolo Arci Guernelli in via Gandusio a Bologna, voglio presentarti un ragazzo che secondo me diventerà bravo. Ci vado. Faccio due partite con ‘sto ragazzo. Diventerà? Non era il verbo giusto. Davide Grandi era già bravissimo”. Eppure aveva appena cominciato a giocare, un talento innato.
Grandi andava ancora a scuola quando una mattina, passando, vide il mitico Manzoni di Bologna stranamente aperto a quell’ora. Entrò e gli dissero “Vai a vedere, c’è il più grande giocatore d’Italia che sta giocando da stanotte”. Chi sarà mai? Era Checco Fava. “Per me veniva dalla Luna. Faceva cose che non avevo mai visto, era avanti vent’anni” ha raccontato Davide. Inutile dire che quel giorno il ragazzo a scuola non ci andò, rimase lì tutta la mattina. Da quel momento cominciò a giocare tutte le palle di striscio, imitando quello che era diventato il suo mito, che in seguito avrebbe anche incontrato e qualche volta anche battuto.
Negli anni successivi quel ragazzo così “promettente” saltò tutte le categorie e arrivò al massimo livello in Italia, vincendo gare su gare e disputando centinaia di finali. Tutti ricordano Grandi come uno straordinario bocciatore di acchito, ma sarebbe molto riduttivo. In realtà era un giocatore dal grande acume tattico, capace di fare tutto, proprio come dice Molduzzi. E soprattutto era freddissimo nei momenti decisivi delle partite, caratteristica questa di tutti i fuoriclasse. Le sue grandi doti naturali le affinò affrontando i migliori dell’epoca, appunto Molduzzi, ma anche Andruccioli, Veronesi, Cicognani, Draghetti, i grandi giocatori liguri come De Cet e Del Bene, Costacurta a Como, Mantovani a Milano e tanti altri. Erano i tempi in cui alle gare nazionali partecipavano centinaia e centinaia di giocatori e praticamente da ogni realtà regionale giungevano diversi fuoriclasse.
Non si creda che il passaggio al gioco nei biliardi internazionali lo abbia poi messo in chissà quale difficoltà. Anche lì continuò a giocare ai massimi livelli, ottenendo altre vittorie importanti. Poi, nella fase finale della sua carriera, Grandi ritornò alle buche. E anche se il biliardo non era più così in cima ai suoi pensieri, fece valere ancora la sua classe. “Ho giocato al Manzoni tre anni in squadra con Davide – mi raccontava un mio contatto Facebook di cui purtroppo, nel mio disordine, ho smarrito il nome, spero si riconosca in modo da poterlo inserire – Almeno quattro sere la settimana ero al bar e lui era lì. Chiacchierava un po’ di tutto, ma non l’ho mai visto, una volta che sia una, fare una partita di allenamento. Mai. Eppure per due anni ha vinto la medaglia d’oro come miglior singolo, nel 1999-2000 e nel 2000-2001”.
Che in quegli anni Grandi prendesse in mano le boccette solo il venerdì lo conferma ancora Alvisi, che ci regala un’ultima testimonianza. “Una sera viene alle Caserme Rosse per affrontare la nostra A1 e si trova opposto al nostro miglior giocatore, Tiziano Bovo. Prima della partita mi dice: Valerio non mi guardare, faccio ridere… Risultato? Non sbagliò praticamente una palla. Classe cristallina. Del resto stiamo parlando di uno dei migliori dieci giocatori di Bologna di tutti i tempi, assieme a Tassi, Veronesi, Draghetti, Cavina, Pelagatti, Deri, Bondi, Mignani, Dalla”. Ovviamente in ordine sparso e secondo il parere, autorevole, di Alvisi. Io non mi assumo certo questa responsabilità.
Ciao Maurizio
Il giocatore che non riconosci era il bocciatore di molduzzi quindi immagina che pallino facile avesse Sartini di Rimini se la memoria non mi inganna
Bell articolo grazie 😊
Si grazie ho già corretto
Un giocatore dalla classe immensa sul biliardo sapeva fare di tutto difficilmente lo vedevi tirare a rubarti una partita se non era preso proprio per la gola, forse mi sbaglio ma per quanto lo visto io in campo nazionale non era tanto fortunato nel gioco gli ho visto perdere delle partite incredibili, mi ricordo una finale dei master a Forlì contro Davide lui aveva vinto la prima, nella seconda l’arbitro ci mise del suo prima mi annullò un tiro in quanto con il gilè sfiorai una bilia e mi dette i punti persi, poi a lui nel finale di partita gli bruciò una bilia e 16 punti pagati sempre per quel maledetto gilè che si usava a quei tempi, lui giustamente si arrabbiò andando nel pallone sperperò boccette da tutte le parti e perse alla terza partita. Se gli vogliamo trovarci un difetto a Davide secondo me gli mancava un pò di cattiveria di gioco, comunque come giocatore di quei periodi resta uno dei primi.
Un saluto a tutti gli amici dei tempi passati
Enrico Delbene
Ciao Enrico grazie a te sempre puntuale con i tuoi commenti molto interessanti. Prima o poi il blog parlerà ancora dei grandi giocatori liguri. Un saluto.
Hai ragione ho studiato e giocato a Bologna intorno alla fine degli anni 70 e abitando in via del Lavoro a pochi passi dall’arci Guernelli, facevamo partite infinite che regolarmente faceva sue con la sua mitica bocciata di striscio dopodichè, animati dalla stessa passione andavamo al circolo Manzoni dove scommettevamo a turno di fare 400 punti su 100 pallini contro gli sprovveduti che scommettevano contro. Poi un giorno mi disse con molta umiltà che aveva vinto il campionato italiano ARCI e io nel fargli i più vivi complimenti per parte mia gli confidai che mi laureavo a giorni e avrei dovuto interrompere quella splendida amicizia in quanto sarei dovuto tornare nella mia città di Ascoli Piceno dove purtroppo il biliardo sportivo era ancora di là da venire. 🙁
Non ti sei firmato, comunque grazie.
Venne diverse volte a Fiorenzuola a fare gare organizzate il lunedì sera con Draghetti.
Un giocatore fantastico
Esatto. Grazie mille.
Erano i primi anni novanta non ricordo bene se il 92 o 93 io ero in forza al CFO di San Giovanni in persiceto,quello fu un anno anomalo perché iscritte al campionato di serie A c’erano solo (se ricordo bene magari alvi si ricorda )8 squadre,noi al circolo avevamo costruito una serie B competitiva per contrastare il predominio imolese (a quel tempo avevano squadre molto agguerrite) Agostino tommasini ci chiese se ci andava di partecipare alla serie A rimanendo sempre con spareggi nella nostra categoria,veniamo al dunque,giochiamo contro lo spartaco di Davide Grandi,Franco Casini,Libero Bonori,Fustini ect,a me tocca il marziano,ricordo benissimo quel match io avevo iniziato da poco a criccare da dx con discreti risultati,lui invece di striscio da sx i biliardi ricci suo sponsor allora erano molto duri e mi rimaneva sempre il pallino comodo d’acchito per lui,io facevo filotto e lui di rimessa 10 perdendo però il vantaggio bilia,be per chiudere credo che Davide boccio 3 pallini in tutto,ma a 90 ci arrivò prima lui,di un altro pianeta..🤷♂️
Grazie Enea bel ricordo. Ne aspetto altri. Ciao.
Mi fa’ strano non vedere tra i primi 10 il Professor Piazzi, per me n.1 al pari del Leone Tassi, e del ” maestro-ispiratore” di Davide Grandi : Fava.
Caro Anton fa un po’ strano anche a me. Noi imolesi poi abbiamo visto con i nostri occhi il Professore nei suoi momenti più importanti. Vorrà dire che presto recupereremo dedicandogli un articolo. Aspetto un tuo contributo da grande conoscitore quale sei.
Buonasera, io giocavo a boccette al gabs Leandro a Milano negli anni 80. E guardavo estasiato Stefano Cavallini campione Italiano 1983. Un vero fenomeno. Sempre svogliato, ma quando giocava con voglia, dava 20 punti ai 51. E vinceva lui.
Grazie Marco,
ti ringrazio della stima sportiva.
In effetti mi allenavo pochissimo e il biliardo non era al top dei miei interessi però ho vinto un titolo italiano di 1° categoria, diversi titoli regionali e decine di gare contro avversari che passavano pomeriggi ad allenarsi e a non fare altro nella vita.
Sono un 62 come Grandi. Peccato che da più giovane non mi interessava il biliardo visto che venivo dai Nazionali di calcio allievi. Però io sono un estimatore di Davide.👍 Volevo approfittare per citare il proff Piazzi di Budrio come me e un certo Stecchino che veniva da Milano. Vinsero col Bar Centrale di Budrio i campionati assoluti e finirono sul Carlino. Ero troppo piccolo ancora non seguivo, ma forse il Signor Alvisi potrebbe sapere di questa squadra e di questi giocatori. Grazie sempre Signor Andreoli per questa sua grande e bellissima iniziativa.❤💙
Grazie a te. Come ho appena scritto di Piazzi parleremo sicuramente. Di Stecchino qualcosa ho scritto io e qualcosa anche Giannoni nell’articolo in cui trovi anche una splendida foto.
Stecchino era Umberto Fluminy di Napoli che si trasferì a Milano negli anni settanta e che mi isegnoa giocare.
Quanti aneddoti potrei raccontare su Stecchino che mantenè una famiglia solo giocando a biliardo … altri temi.
Mi ha fatto piacere aver visto enunciare Bondi tra i migliori giocatori di sempre di Bologna nei commenti al bell’ articolo su Davide Grandi.
Andiamo indietro di tanti anni…. dopo Pelagatti e Cavina, Deri, venne il tempo a Bologna dei Tassi, Reatti, Mattioli, Dalla e soprattutto di Bondi. Prima che arrivassero i Fava e i Grandi.
Giancarlo Bondi (dimenticato dai più, forse perché ha avuto una carriera relativamente breve) negli anni 60 e 70 sui biliardi piccoli (2 e 50… “i zironcini”) non aveva rivali. Spopolava allora alla mitica Accademia Biliardi di Via Marconi.
Per me che andavo a vederlo giocare da ragazzino tutti i sabati e domenica pomeriggio e mi fermavo entusiasta a guardarlo per ore, era un idolo.
Ha rappresentato una svolta nel metodo e nella filosofia di gioco del biliardo a boccette. E’ stato il primo “ pensatore”.
Fino allora il biliardo si giocava di intuito. Veniva premiato il bocciatore, il colpitore, (meno l’accosto), e soprattutto si giocava d’istinto, non c’era “strategia” nel gioco.
Giancarlo è stato il primo “stratega”. Cambiava gioco secondo l’avversario e secondo l’andamento della partita. Giocatore completo, di grande intelligenza, dotato sia nella bocciata sia a punto , freddo e calcolatore, non dava scampo all’avversario di turno, implacabile poi nei finali di partita.
Allora che si giocava molto di pomeriggio nei bar e c’erano meno gare nazionali, quasi nessuno si azzardava giocarci alla pari di soldi…tutti volevano il vantaggio… perdendo poi sempre lo stesso.
Epiche le partite Bondi contro Reatti (giocarono poi anche nella sede del Manzoni quando si trasferì in Via Don Minzoni), con Reatti che partiva con cinque punti di vantaggio ai cinquanta.
A fine carriera negli anni 80, ormai in fase calante, ebbi il piacere di giocarci in squadra insieme al Bar City di Via Beniamino Gigli. Giancarlo faceva coppia con “ Testa grossa”, così soprannominato, di cui non ricordo il nome .
Singoli in quella squadra giocavano Reatti ed un giovanissimo Marescalchi Mauro, dotatissimo astro nascente del biliardo. Marescalchi, grande amico, braccio eccezionale ed enormi potenzialità, ma debole mentalmente (per problemi non di gioco) riuscì poi solo in parte nel biliardo a mantenere fede alle promesse … ma questa è un’altra storia.
Grazie mille. Questo tuo contributo è splendido. Purtroppo credo di non avere foto di Bondi. Mi piacerebbe pubblicare il tuo commento come articolo per renderlo più visibile.
Scusate ma Bondi non ha giocato anche al bar Stadio in via Andrea costa?ed era anche una bella squadra
Ciao. È possibile. Ci vorrebbe qualche foto
Sì, giocò alcuni anni anche allo storico Bar Stadio. Era singolo, l’altro singolo era Tassi. Forse una fotografia di Giancarlo Bondi si potrebbe recuperare dalle foto di squadra del Bar Stadio. Ho visto ora nell’articolo sulla coop Anzola alcune foto delle squadre finaliste a Palazzo. In finale la Cooperativa Anzola ebbe appunto la meglio sul Bar Stadio di Tassi e Bondi.
Ho una foto del Bar Stadio ma sono quasi certo che lui non c’è. Comunque presto faccio un articolo solo con foto di squadre. Così qualcuno mi aiuterà a riconoscere i giocatori.
Un grandissimo giocatore, ma soprattutto un grande uomo, leale, sportivo, da cui si è potuto solamente imparare. Ho avuto la fortuna di giocarci insieme al Manzoni dove abbiamo colto anche grandi soddisfazioni. Bhe!! Erano bei tempi, penso irripetibili, quando si stava al bar a giocare fino alle 2,quando i baristi verso le 23 sfornavano pizze e passavano dai Biliardi con il carrello fumante e sotto le bibite fresche, una cosa che non ho più trovato da nessuna parte. Grazie a Davide per quello che ci ha insegnato, grazie anche ad altri tantissimi campioni che sono stati citati e non. Un ringraziamento particolare lo faccio per il mio vecchio compagno, Giuliano Trebbi con il quale abbiamo passato alcuni anni meravigliosi. Saluto tutti gli appassionati di biliardo, nella speranza che si possa prima o poi ritrovarsi sui panni verdi. Licio.
Grazie Fabio. Il biliardo allora si viveva in un altro modo. Chi ha la mia età prova una certa nostalgia. Avrai visto che a Trebbi ho già dedicato un articolo.
Io mi ricordo di una volta che boccio’ una palla dal primo rigo. Caddero gli ometti ma la sua gli rimase in mano..
Sono un giocatore di padova e ho visto che spesso nominate antonio mattioli. Adesso lui ha 75 anni e vive in provincia di pd. Io ho il piacere di giocare con lui due tre volte la settimana ed è ancora un piacere vederlo giocare. Per l eleganza e per la visione di gioco. Grazie.
Grazie a te per il commento
nell’articolo che hai postato sono io, Paolo Bortolotti, quel giocatore che hai menzionato e che ti ha raccontato dei 3 anni passati al manzoni e dove x 2 anni consecutivi vinse la medaglia da singolo nonostante anche i9 migliori di modena oltre ai Sovrani, Cristiani etc. Nella foto della squadra del Manzoni, che vinse il master a Corticella nel 99/00 io sono quello che guarda in basso perchè si era staccato lo scudetto e che parole di Grandi nel dopo partita: questo scudetto lo dobbiamo sopratutto a Bortolo. Infatti io vinsi tutte le partite a Corticella e tutti gli spareggi che dovemmo affrontare tutte le volte poichè si faceva sempre 3-3, giocavo con giocatori differenti spareggi e partite, e il bello era che io ero conosciuto solo da Grandi e Trebbi, poichè sul biliardo a bologna non mi si vedeva dal 1985. Rientro col botto
Ciao grazie e complimenti!
scusa ti avevo anche raccontato 2 anedoti, uno riguardante il funerale di Gino Cavazza, confermato dal figlio, l’altro sulla finale al palazzetto dello sport a Bologna fra Veronesi e Dalla, arbito “al Zio” Benelli
Sì ricordo. Perdonami se non li ho ancora citati. Ci torneremo.