Il bar che non c’è più

Pubblico volentieri un articolo di Luca Franceschi, detto Colpo, uscito online diversi anni fa e inviatomi da Alessandro La Sorella Biagi. Si tratta di un racconto che ci fa rivivere il mondo dei bar com’erano qualche decina d’anni fa. Anche questa a mio avviso è una testimonianza che può essere inserita nel ragionamento sul futuro del biliardo. Nel senso che questi bar non esistono e non esisteranno mai più. Noi di una certa età li ricordiamo con nostalgia, ma il movimento deve pensare ora a luoghi differenti, che possano attirare i giovani, per evitare la morte delle boccette. Ho pensato di inserire nell’articolo alcune foto del vecchio Manzoni di Bologna. Qui sotto mi perdonerete se mi concedo il vezzo di pubblicare una foto scattata quasi due anni fa in cui immeritatamente vengo immortalato assieme a grandi campioni.

Da sinistra Maurizio Andreoli, Luca Casadei, Valerio Veronesi, Giuliano Trebbi, Tino Ravaldi, Alessandro Cavazza

Ammettiamolo: il bar com’era non c’è più.
Chi può testimoniare, ahimè, come erano i bar anni 70/80, non può non provare una dolce nostalgia. Non parlo degli arredi (anche se pure quelli…), ma dell’atmosfera, dell’ambiente BAR.

Il bar era un punto di vera aggregazione sociale, il giorno di chiusura sentivi che ti mancava qualcosa. Al bar trovavi i tuoi amici, sempre, non avevi bisogno di sentirli o di metterti d’accordo, andavi e c’erano. Anzi, al contrario, avvisavano se per qualche motivo sarebbero stato assenti: oh domani non vengo devo andar via con mia moglie, oppure ci vediamo domani l’altro, devo imbottigliare.
Al bar c’erano tutti, belli, brutti, amici, conoscenti e anche qualcuno che ti stava un pò antipatico, ma faceva parte del circo.

Il bar era un catalizzatore di eventi e di notizie, tutto veniva festeggiato al bar, chi si sposava, chi diventava padre, chi semplicemente cambiava auto, il famoso: ”macchina nuova paghi da bere”.

Tutto quello che si diceva al bar era vero. Le discussioni in casa finivano quando saltava fuori la frase: l’hanno detto al bar. Stop!!! Non si può andare oltre, se l’hanno detto al bar è vero, perché al bar c’era sempre il massimo intenditore dell’argomento in questione. Parli di macchine? L’ha detto Bruno il meccanico. Parli di donne? L’ha detto Eddy il playboy. Parli di politica? L’ha detto Mario l’assessore del quartiere. Parli di chiesa? L’ha detto Don Tonino, sì perché anche il prete andava al bar a bere un bicchierino e fare una briscola.

Entravi e subito fumavi 3 marlboro e due muratti. Un fumo epocale, costante e persistente, continuamente alimentato da avventori incalliti con le dita gialle. Qualche sprovveduto barista acquistava depuratori da attaccare al soffitto, ahahah, ingenui, duravano si e no un pomeriggio e una sera, poi alzavano bandiera bianca. Vicino all’ingresso c’era il frigo dei gelati. Non mille come adesso: cof, ricoperto, croccante, cornetto, camillino. Basta. Di fianco al frigo il videogioco. Space Invaders. Roba che sui pc di adesso neanche riesce a girare, tanto è arcaico. Prosegui e passi davanti alla cabina telefonica. Una sauna primordiale. Chi si avventurava al suo interno, in qualsiasi periodo dell’anno, ne usciva con vestiti diversamente colorati rispetto a quando è entrato. Camicia azzurra? blu, maglietta rosa? lilla, lupetto verde acqua? verdone.

Finalmente arrivavi nella sala delle carte, la navata centrale. Qui c’era “il bar”.
Bravi e polli, cavigli e draghi, quello che si ricorda il 4 di bastoni e quello che non sa se è “stato fatto” l’asso. E allora via col tavolino della briscola e tressette, dai pure col millone, avanti col travalghino (o traversino), ma il più silenzioso dei tavoli, quello con pochi angolari che fanno cagnara è quello del “bridge”. No no, non il gioco complesso con 2 cuori, 3 fiori, 4 senza ecc, seee magari, è una semplice scala 51 che però fa più figo chiamarla bridge, dà un aurea di superiorità, o meglio, di non superficialità, è un gioco che eleva dalla massa.

Negli altri tavoli, per meglio dire, attorno, discussioni infinite a 6/8/10 voci su eventuali errori commessi dagli attori protagonisti che si chiudevano solo con la frase: “ta ni gnanc bon ed ster a vadar”. Al bridge no, zitti, concentrati, con gli occhiali che vanno su è giù per vedere le carte in mano e quelle messe giù.
Nella stessa sala o in un’altra attigua c’era la tv. Un 32″ profondo come il Gran Canyon che era sintonizzato perennemente sullo sport. A farla da padrone era ovviamente il calcio, ma anche il ciclismo pomeridiano era molto seguito. Finiti quelli ci si sbizzarriva con quello che c’era, ma sport, nel caso, e non di rado, non ce ne fosse, si spegneva, altri programmi non erano contemplati, anzi direi che la maggior parte degli avventori ne ignorasse la messa in onda.

In fondo, nell’abside, riconoscibile per il buio che la permeava, la sala biliardi. Già prima di arrivarci sapevi se c’era qualcuno, buio buio buio era vuota, luce fioca, un biliardo aperto, molta luce, molta gente, semplice. Attorno ai biliardi schiere di giocatori in pensione, giocatori in attesa, tifosi, il barista, che davano vita ad interminabili discussioni su chi era il miglior singolo o la miglior squadra. E via coi nomi top dell’epoca, Deri, Dalla, Fava, Reatti, Veronesi, Cavazza, Tommasini, Casini (eh si c’era già… e forse non era poi neanche tanto giovane) Casadei, Bertino Pelagatti, Sonno e tutti gli altri che in questo momento non ricordo e con cui mi scuso.

Eccolo Casini, portato in trionfo dopo una vittoria

Ore e ore di parlare di niente guardando attori che praticavano giochi ormai desueti, soprattutto in estate o durante la pausa natalizia, come la goriziana, la bazziga con e senza carta, la filottissima, o partite di qualche soldo con le formule più stravaganti, dal boccia sempre quello a 44 pt più il primo pallino poi a scalare, dal sempre di tre sponde alla uno a stecca l’altro di braccio, ovviamente condite con discussioni infinite circa i punti di vantaggio da “dare”.

E così si faceva sera e poi notte, il dormire e il lavorare erano fastidiosi intermezzi tra una serata al bar e l’altra. Ciao ragazzi ci vediamo al bar, ah già dimenticavo, domani non vengo, devo montare le tende.

La sala Gino Cavazza al Nuovo Manzoni

 

27 risposte a “Il bar che non c’è più”

  1. Lo zio trebbi il grande Valerio veronesi in un mondo fatato e incantante come il biliardo ! Da 30 anni ci sono in mezzo è ancora adesso tutti questi racconti emozionano !!! Questo gioco è così bello che diventa in alcuni momenti DIPENDENZA !!!!!! Speriamo di ricominciare al più presto !!! GRAZIE !!!

  2. Ho 45 anni, ho iniziato a frequentare il bar credo a 5, al CRAL a Sasso, a vedere papà giocare, allora anche se c’erano 3 biliardi si giocava solo su 2, i singoli alla fine, in quel bar, ci ho passato, con Papà l’infanzia, ho visto giocarci tanto veri Campioni, Tassi, Mangiabirilli, Grandi, Tommasini è una persona che portò nel cuore per il suo modo di fare che ci ha lasciato proprio quest’anno…..Fabbri.
    Bellissimo questo Blog!

    1. Ciao una critica costruttiva riprendendo il post precedente due anni di blog. Ill biliardo boccette per n diversi fattori é in crisi da diversi anni.,civud a parte. Il passato meraviglioso raccontato in diversi capitoli di questo meraviglioso blog é ormai andato. Ma é stato anche la rovina di questo sport in quanto non si é mai voluto creare una struttura che guardasse il futuro é questo lo stiamo pagando ora. Mai dimenticare il passato ci mancherebbe ma forse ora più che mai è necessarii pensare al futuro con idee rivoluzionarie. Il passato boccette purtroppo non ha creato una struttura solida per il futuro non ha creato una scuola come nelle altre attività biliardusticge. Solo ora si tenta tale strada ma come accennato nel blog precedente é necessario metterci un quid in piú pensare come una azienda formata da professionisti del settore pagati per far evolvere tale sport altrimenti l’unico ns avversario del panno saranno i ricordi e questo è tristissimo

      1. Alessandro sono molto d’accordo con te. Proprio per questo motivo ho cercato di gettare un piccolo seme. Nella speranza che qualcuno lo raccolga. Forse non è ancora troppo tardi per rilanciare le boccette e invertire un trend che prima o poi le porterebbe alla morte. Servono idee, inventiva ma anche come dici tu professionalità per uscire dalla nicchia. E chissà magari un giorno potremmo anche accorgerci che questo gioco/sport ha potenzialità tali che non avremmo mai immaginato.

        1. Ciao Maurizio grazie per la tua risposta ma come vedi purtroppo chi scrive nel tuo blog parla sempre del passato. Io se fossi in te, pura provocazione, creerei un capitolo dal nome solo futuro e pubblicherei solo quei commenti che parlano di futuro. Logicamente é una provocazione per vedere effettivamente quante persone hanno idee e che vogliano metterle esporle. Se nessuno scrive allora le boccette inutile chiamarle pratica sportiva ma passatempo che come l’amore viene e va….

          1. Caro Alessandro prendo nota del tuo consiglio. Sinceramente questo blog è nato per raccontare storie e per tanti motivi finisco spesso per andare molto indietro nel tempo. Ciò non toglie che mi piacerebbe anche guardare al futuro. Quello che posso fare qui è solo stimolare la discussione, spronare chi ne ha ad esporre le sue idee. Poi come ho già detto il discorso rischia di rimanere pura accademia. Ma questo non dipende da me.

  3. Le idee nuove le portano i giovani che hanno la mente fresca e purtroppo nei circoli o nei bar i giovani non ci bazzicano più ci sono sempre i soliti vecchietti come me che ho 60 anni e sono uno dei più giovani, spero che cambi ma la vedo durissima.
    Un saluto Enrico Delbene

    1. Secondo me uno dei problemi è che i circoli e i bar non rappresentano al momento un’attrazione per i giovani. In questo senso forse servirebbero proposte differenti. Ma è solo un aspetto dei tanti. Comunque le idee, buone o cattive, non hanno età.

      1. I giovani non ci sono perché non vi è una scuola interbazionale dedicata alle boccette vedere mio precedente post sul capitolo due anni di blog….
        Il bar può essere di nuovo luogo pegi i giovani ma ci vogliono idee per i giovani ad esempio scambi interculturali gemellarsi con altri bar esteri ove vivono emigrati italuani bar Monaco gemellato con il bar Bologna ove nel bar Monaco che si pratica palla nove e il bar Bologna si pratica boccette coadiuvato da una struttura di professionisti questo può essere una via stimolante per un giovane di imparare una lingua e praticare uno sport biliardo

  4. Il mondo va avanti una volta nei bar il biliardo e le carte erano sintomo di divertimento e di interesse generale adesso è cambiato conviene di più avere dei tavolini che la gente fa la colazione il pranzo l’aperitivo e alla sera movida e poi una volta i bar tendevano ad essere abbastanza grossi adesso sono piccoli e tantissimi chiudono alle 20 e poi l’affitto è astronomico ho un bar e lo so bene, altre cose tipo il cinema una volta al mio paese (Varazze) ce n’erano 5 al chiuso e 3 all’aperto adesso ce ne uno dai salesiani che è sempre deserto e lo tengono in quanto sono titolari dei muri se dovessero pagare l’affitto scappano con l’incasso che fanno, questo ve lo dico per certo ho un amico che fa il volontario che trasmette i film, per non parlare dei piccoli negozi familiari di una volta stanno sparendo tutti con l’avvento dei supermercati sempre al mio paese cera solo una COOP piccolina in un carruggetto ora 5 supermercati enormi. Comunque andando avanti col biliardo vedrete che rimarranno solo i circoli fin che ci saranno i soliti vecchietti di una volta, quelli di adesso che verranno avranno sicuramente un’altra mentalità.
    Un saluto a tutti specialmente ai vecchietti
    Enrico Delbene

      1. Ciao sono ammareegguato in quanto nessuno espone idee nuove ecco perché il biliardo boccette morirà. Parlare sempre che il biliardo non porta soldi e una scusa in quanto bisogna creare una attività parallela a ciò ove il biliardo deve entrare in punta di piedi farsi conoscere piano piano. Gli scambi interculturali sono l’unica via e per il bar se si gemella con un bar estero vedrai che si crea un indotto immaginabile perché non solo il bar lavora ma anche le parti territoriali vicine. I vecchietti non hanno mai portato soldi in quanto al tavolino delle carte si ci scometteva un pacchetto di caramelle e comunque questo ormai è passato anzi io direi morto a meno he qualche vecchietto che abbia ancora voglia di scoprire cose nuove e ce ne sono tanti ma tanti con lo spirito giovine insieme a dei professionisti del settore creino un struttura intorno al bar che vada oltre al bar steso ove il bar sia un trampolino per attività interculturali e ove il bialrdo gioco di aggregazione possa in punta di piedi coinvolgere i giovani ma ripeto se pensiamo il biliardo come un forma attrattiva si sbaglia ma se vi è un indotto e ove il biliardo è parte di ciò allora si che il biliardo potrà rinascere. Esempio pratico poi non vi stessero più. Bar Pippo sperduto nel punto x ove una volta si giocava a biliardo e tutti i campioni passavano da li ora il bar Pippo sta per chiudere per n motivi. Nel luogo x o vicino a luogo x vi è ammettiamo all’interno di una chiesa un affresco del 500. I turisti passano tuuto da al bar Pippo nessuno si ferma manco per un caffè. Bene allora se fissi il proprietario del var Pippo sapendo che vicino a me o poco distante da me organizzerei nel mio piccolo bar incontri interculturali riguardanti a tale affresco. Con l’aiuto della pro loco logicamente. Ma no. Sempre i soliti incontri banali classici ove si ripetono le cose così tanto al chilo ma fatta bene con persone giovani degli istituti vicini che abbiano studiato la storia del dipinto. Ma è qui viene il bello ma Jon davanti al solito pubblico ma davanti ad una compagine di ragazzi con cui la mia scuola sta facendo scambi interculturali. Io prioritari del bar Pippo in tale occasione organizzo aperitivi cene pranzi ecc ecc ma soprattutto invito a mie spese il giocatore di boccette più on auge del momento per esibizione e coinvolgere in quella sera ragazzi della serata spiegando cise il biliardo a boccette e magari affianco metto pure un biliardo pool ove di qua e di là palla in buca o palla strisciata per un calcio da sedici dei ragazzi timidi adolescenti timidamente emozionati da tale gioco bussano alla spalla del vecchietto e ciao mi insegni a giocare. Io la mia lho detta per cui penso che se veramente nessuno voglia esporre idee nuove allora e proprio finita e come provocazione il bar può essere di nuovo promotore di tale gioco ma si deve creare intorno a tale gioco una struttura attrattiva interculturale buone vacanze a tutti ciao

  5. Ipotizziamo che escano idee nuove ma per farci stare 2 biliardi ci vuole del posto che purtroppo non c’è più nei bar attuali (come ho scritto prima) se pensate che il bar che ho con la mia famiglia una volta aveva 2 biliardi e il gioco delle carte, adesso dove cerano i biliardi c’è un laboratorio che fanno gelati, e da me a parte il dehor esterno dentro ci sono 6 tavolini 60×60, a Savona e provincia i bar sono quasi tutti così a parte qualche piccola eccezione che si trova in posti nascosti sperando che ci sia il posto x 2 biliardi che attualmente misurano 2,84 x 1,42 il campo di gioco più lo spazio intorno. Un saluto Enrico Delbene

    1. Ciao Enrico il posto lo si trova si può anche mettere anche un solo Biliardo per far conoscere tale sport.bi posti nascosti facciamoli conoscere pubblicizziamoli in tale blog e insieme trovare idee. Senza di esse non si va da nessuna parte.

  6. Ale tu hai ragione ma nella mia regione e non è la sola le boccette stanno andando al termine (purtroppo) ormai i locali virano su altre cose devono lavorare e ormai il biliardo non rende è giunto quasi alla fine,ho seguito per alcuni sabati la trasmissione su steaming a tu x tu con Berselli e Alvisi e anche loro la vedono male a parte regioni come l’Emilia Romagna che è sempre stata la regina e un po la zona di Genova che sono quasi tutti circoli con biliardi con buche, l’Alessandrino,qualche zona della Lombardia e delle Marche il resto la vedo buia, nelle ultime due trasmissioni c’è stato Marzoli Abruzzese e Mallozzi Laziale e li è già tutto finito.
    Non è facile ma da giocatore di boccette spero che qualcuno inventi qualcosa anche se la vedo male.
    Scusate il mio pessimismo ma la vedo così un saluto a tutti
    Enrico Delbene

    1. Enrico ma è da lì che si deve partire se il biliardo è morto e perché intorno al biliardo non si è creato un indotto per il biliardo e questa è colpa haime dei vecchi giocatori che non hanno costruito una scuola a doc ma hanno pensato solo a spennare il pollo di turno ecc ecc senza vederlo come uno sport. Se nel Lazio ormai non esiste più tale gioco perché allora è qui mi in cavolo la carambola I che si gioca solo al sud oppure il pool sono sporti internazionali perché perché vi è sempre stata una scuola il campione di biliardo a sue spese prendeva sotto braccio il giovanotto di belle speranze e se lo portava in giro anche per il mondo

  7. Hai detto il mondo …… quello che manca alle boccette….. la stecca in generale è un altra cosa, pensa che nei primi anni 90 anno che passammo agli internazionali, io e Gnagnarelli giocavamo a Loano al bar Conca d’oro tutti e due facemmo lo sponsor ai biliardi Hartes che sponsorizzo nello stesso anno anche l’argentino Torreggiani io e Gnagna prendemmo circa un centesimo di quello che prese Torreggiani questo è la differenza tra noi e la stecca 1 a 100.
    Ciao Enrico Delbene

    1. Ciao Enrico c’ero che è un altra cosa ma perché il perché lo già spiegato diverse volte npn si è mai voluto creare per le boccette una scuola che carcasse anche l’oceano. La stecca in Argentina è nata grazie alla volontà dei immigrati italiani ora la stecca in Germania come in Svizzera come in Francia come ecc ecc e nata grazie agli immigrati ove dietro vi era una scuola. Comunque nessuno in tale bolg vuole laniciare nuove idee questo é quanto. Questa è la cosa triste e questo è anche il motivo della scomparsa in alcune regione di tale sport anzi è meglio chiamarlo ormai passatempo ciao.

  8. Nuove idee potrebbero arrivare, chissà. Il blog è sempre aperto a tutti i contributi. Ciao e grazie per il confronto.

  9. Comincio dal passato,come e’ inevitabile,per poi riuscire a parlare del futuro.Ho cominciato a frequentare il bar a 16 anni,il BAR GIARDINO,zona ippodromo,era il 1971. Logicamente non sapevo che c’erano le gare a squadre. Un venerdi,tardo pomeriggio,noto delle sedie occupate da un cappello,da un maglione,da un cappotto,erano clienti che prenotavano i posti per la gara;alle ore 20 sgambatura dei nostri,ore 20,30 arrivo ospiti,ore 21 inizio. Sala stipata. Iprimi commenti:per una boccia corta:set magne’ dal ris. Per una boccia lunga:set magne’ di spinaz. Se poi la perdevi: va ban a fer dal pugnat,va ban a zugher a zacagn. E cosi’ mi appassionai,timidamente cominciai a giocare con gli “ALLORA BUONI”,e cosi’via. I venerdi notte si andava giu’ al CASA BAR a vedere i migliori,BERTINO,MATTIOLI,STECCHINO,ECC,che poi si attaccavano di pilla. Ora provo,entro nel difficile. Da che mondo e’ mondo,anzi,ad un certo punto del mondo sono nati il calcio,il basket,altri sport,e anche il biliardo.Da che mondo e’ mondo,sono sempre esistiti i giovani,i mezza eta’ e i vecchi.Ergo,e’ cosi’ adesso e sara’ cosi’ anche in futuro.Quindi,senon sparisce il calcio,il basket e altri sport,perche’ nel nostro piccolo dovrebbe sparire il biliardo?Quindi,dato che i giovani ci sono sempre,debbono capitare nel posto giusto al momento giusto.Se un ragazzo capita per caso in un bar mentre giocano,o gara o campionato,e con una birra in mano si ferma a guardare,e magari non c’e’ nessuno a vedere,non credo che ne rimanga impressionato.Se invece e’ un bel posto,tribune stipate,magari anche tifo,il ragazzo potrebbe anche rimanere incuriosito,si ferma guardare,magari gli piace ,e chissa’… Ragazzi,io faccio una gran fatica ad esprimermi scrivendo,chiedo scusa se ho scritto cazzate,ma questo per quello che riguarda il lato pratico,poi si puo’ far di tutto,con dei corsi,con attrazioni. Per la parte,diciamo economica,sono pienamente d’accordo con VERONESI,con le sue idee. Per concludere,non sono pessimista come tanti,credo che finito questa maledetta pandemia,speriamo presto,anche se abbiamo dei governi che fanno tutto fuori che l’interesse del paese,i giocatori abbiano una gran voglia di ricominciare da dove eravamo rimasti.Questo per cominciare.

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