Il bello di Simone

Quando ho letto, nel libro di Alessandro Cavazza, che Simone Rinaldi si allena in un garage e cantina attrezzati a piccolo bar, con biliardo e frigorifero, non ho avuto più dubbi: questo è uno che arriva. E infatti eccolo qua, trionfatore proprio nella mia Imola alla 14’ edizione del Memorial Manuel Marocchi.

Se siete più o meno della mia generazione vi ricordate di sicuro Il ballo di Simone. “Butta in aria le mani… Se farai come Simone/non puoi certo sbagliar…”.  Ora gustatevi questo piccolo estratto della finale di Rinaldi contro Enrico Rosa. Qui c’è Il bello di Simone.

Dunque la partita sembra ormai segnata, Rinaldi sta dominando. Ma il traguardo è ancora lontano e, specie con uno come Rosa, non è mai finita finché non è finita. Messo alle strette, da vero marpione qual è, Enrico estrae la classica bocciata corta. Penso che in realtà il suo intento fosse fermare il pallino poco sotto il castello, ma in fondo anche lì, subito sopra, la mossa può ottenere il suo scopo: instillare almeno un dubbio nella mente in apparenza serena e impenetrabile del ragazzo. Quando il pallino è in quella posizione, chi gioca lo sa, può accadere di tutto. Come direbbero nel mio bar “lì c’è da bere e da mangiare”, con punti doppi che in un baleno potrebbero rimettere in discussione il risultato.

Ci siete fin qui? Sì lo so che ci siete. Mi piace pensare che a quel punto, nella testa di Simone, sia apparso il suo maestro, Silvano Galassi, colui che per prima cosa gli disse: “Se vuoi davvero diventare uno dei più forti devi imparare anche ad alzare il braccio”. Sì, io me li immagino così quegli istanti in cui Simone, sempre dietro la sua espressione impenetrabile, avrà pensato a cosa fare. Andare a punto sotto e lasciare lì il pallino non era un’opzione. Quel diavolo di Rosa era capace di tirargli fuori anche un ventello. Una possibilità poteva essere eseguire un calcio di striscio quasi di misura. Ma se l’avesse sbagliato, anche di poco, sarebbe stata la sua boccetta a rimanere in una posizione pericolosissima. Quindi?

In realtà tutto questo è accaduto molto rapidamente. Come vedete dal filmato il ragazzo non è stato tanto lì a pensarci. Butta in aria la mano Simone. Alza il braccio. Chissà quante volte l’hai provato quel tiro nel tuo garage, quante volte ti è riuscito e quante volte no. Certo puoi sbagliare, puoi consentire al tuo avversario di riavvicinarsi, ma anche in quel caso la partita sarebbe ancora tutta da giocare. Se invece azzecchi il lancio, se la tua boccetta va a colpire il pallino proprio lì, dove stai guardando adesso… Simone si imposta. Alza il braccio. Colpo perfetto. Fine virtuale dei giochi.

I quattro semifinalisti. Da sinistra Renzo Zanotti, Simone Rinaldi, Enrico Rosa, Alessandro Stella

Simone Rinaldi impressiona tutti soprattutto per la naturalezza, la semplicità con cui esegue qualsiasi tiro. E per l’apparente tranquillità con cui vive qualsiasi episodio delle sue partite, positivo o negativo che sia. Io non so dirvi se l’avvento di questo ragazzo di 25 anni (è nato l’1 dicembre 1996) sarà sufficiente a risollevare le declinanti sorti delle boccette. Francamente ho molto dubbi. Ci vorrebbe una struttura, una macchina organizzativa capace di divulgare la bellezza del gioco, pardon dello sport, con tutto quello che serve per far sì che accanto a Simone spuntino altri ragazzi, più o meno bravi ma ugualmente appassionati. Mi piace comunque salutare la sua vittoria a Imola come un soffio di speranza. Ravviva la fiammella che arde in tutti noi appassionati dei panni verdi, con o senza buche che siano.

A questo link trovate le statistiche della finale:

http://www.fibisromagna.it/doc/24249Doc_12452.xls

Le foto sono di Giuliano Rontini, che ha arbitrato la partita e che ringrazio

Il filmato è tratto da Boccettemania su Youtube

5 risposte a “Il bello di Simone”

  1. Hai fotografato benissimo il momento forse decisivo del match. Tirare tutto braccio ad una velocità inaudita, con quella stecca (vantaggio 62 a 34 ), con il pallino in quella posizione, probabilmente molti giocatori non l’avrebbero fatto.
    Ma il ragazzo evidentemente non manca di coraggio, di freddezza oltre che di precisione; accompagnati anche da un po’ di incoscienza giovanile.. diciamolo pure.
    Che poi è giovanissimo, ma ha iniziato a giocare a 14 anni – come affermato in una intervista-video- , quindi conta già dieci anni di attività., molti dei quali anche di gran livello.
    Se va avanti così, come tutto lascia intendere, dobbiamo aspettarci numerose altre imprese.

  2. Complimenti a Simone, già in passato ho letto il suo nome tra i finalisti di gare nazionali, speriamo che altri giovani seguano le sue orme, solo cosi sarà possibile continuare a giocare al nostro bellissimo gioco, grazie Maurizio.

  3. Grande Simone, un ragazzo e un amico il quale ho avuto qualche volta il piacere di giocare assieme e vedere le sue capacità che lo avrebbero portato ad essere un campione. Bravo bravo bravo. 💪💪💪

  4. Che dire quando Simone disputava le sue prime partite io facevo l’arbitro e mi ricordo che come gran parte dei ragazzi della sua eta’, veniva a giocare con i jeinz e io lo ripresi. Ma gia’ si vedeva che aveva un bel braccio e una buona impostazione ( bravo Simo) il Bec!!!

  5. Non c’è dubbio sulle qualità biliardistiche di Rinaldi. Non a caso oltre a vincere a boccette vince anche nella specialità goriziana. Goriziana
    che vi gioca pochissimo. Evidentemente nelle Marche e direi anche in Umbria non ci sono solo i Galassi o i Cicognani e quelli che si avvicinano alla loro età a passare tempo sui biliardi. Evidentemente in quelle provincie i luoghi del biliardo sono i luoghi del ritrovo anche dei giovani. E il biliardo molto spesso è a portata di tutti. Non è riservato dentro una sala biliardi che solo per entrare bisogna chiedere il permesso. Bar dove quattro ragazzi possono giocare tranquillamente le loro bocce senza essere giudicati, dove le piccole sfide fra di loro possono essere la scintilla di un amore per questo gioco. Ecco per me il punto è questo. Il biliardo deve essere alla mano. Deve essere vicino al calciobalilla, vicino a un televisore che trasmette o da i risultati delle partite di calcio, vicino al frigo delle birre o bibite.

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