Era esattamente un mese fa, al Nuovo Manzoni di Bologna. Primo giorno di interviste per il documentario sul biliardo che Alessandro Cavazza sta realizzando e che vedrà la luce a maggio 2020. Ad attendere Valerio Veronesi, presidente della Camera di Commercio e della Cna di Bologna, oltre a noi c’erano due persone che probabilmente non incontrava da tempo ma che per diversi anni aveva frequentato quasi quotidianamente, Luca Casadei e Giuliano Trebbi.
La prima cosa che ha voluto fare, Veronesi, è stato tirare due boccette con Casadei. Ecco una pillola.
L’ho già scritto su Facebook: è bastato un istante e il calore umano, la palpabile complicità, la ritrovata amicizia, tutte questa sensazioni hanno invaso la saletta intitolata a Gino Cavazza (padre di Alessandro) coinvolgendo anche chi, come me, aveva frequentato marginalmente questi straordinari campioni della storia del biliardo. Eravamo lì per intervistarli, alla ricerca di storie, aneddoti, nella speranza di riuscire in seguito a descrivere, attraverso i loro racconti, un mondo che ormai non esiste più da tempo e di cui loro erano stati protagonisti. Parliamo degli anni Settanta-Ottanta, quando Bologna era la capitale delle boccette e attorno ai panni verdi illuminati dai neon si raccoglieva nei bar, soprattutto di notte, una folla variopinta di personaggi che solo la penna di uno Stefano Benni potrebbe descrivere adeguatamente.
Le speranze non sono andate deluse. Veronesi, Casadei, Trebbi hanno raccolto l’invito con l’entusiasmo di chi non ha mai perso la passione per quelle biglie bianche e rosse, per il pallino blu, per i panni verdi. Era chiaro che avrebbero potuto parlare per ore, anzi per giornate intere e la nostra attenzione sarebbe sempre rimasta altissima. Purtroppo non era possibile, ma in quel pomeriggio diverse “chicche” sono rimaste impresse nei filmati da cui Alessandro estrarrà le pillole che andranno a comporre il suo film. Inoltre, con più spazio a disposizione, vedrà la luce anche un libro.
Siamo al lavoro. Dopo quella giornata ce ne sono già state altre due. Una ancora a Bologna, alle Caserme Rosse, con Bruno Tassi, Sergio Lizzi, Davide Grandi e Leonardo Draghetti. La seconda a Forlì, al circolo Bussecchio, con Juri Minoccheri, Enrico Rosa e Marco Merloni.
Ve ne parlerò. Il viaggio continua. Come dicono gli americani: stay tuned, vabbè insomma seguiteci.
Voglio precisare che, quello che sembra pancia, non è altro che la camicia rimboccata male, chiunque commenta con malizia sarà punito.
Pancia? Quale pancia?
Ringrazio Valerio Veronesi per il bel ricordo e per aver omesso che, nonostante la furibonda pedalata notturna dal Circolo Spartaco, la partita in questione non riuscimmo a vederla.
Il Manzoni e il bar Stadio si erano affrontati a suon di filotti e quando arrivammo noi le partite erano già tutte finite.
Intorno ai biliardi spenti e deserti erano tuttavia rimasti gli spettatori a commentare gli episodi chiave, rendendo epica l’immagine di una partita mai vista.
Tuttavia, abbiamo avuto entrambi modo di rifarci abbondantemente nei due decenni seguenti, Valerio come protagonista indiscusso, io come modesto giocatore anche se, di tanto in tanto, qualche bella soddisfazione personale me la sono tolta.
Grazie per la testimonianza. Mi sembra quasi di vedervi pedalare furiosamente e arrivare delusi. Così come ho visto tante e tante discussioni a luci spente fin quasi al mattino. Un affresco di tempi che anche per me sono indimenticabili. Contributi come il tuo rendono vivo il blog e danno un senso a quello che sto cercando di fare. Grazie ancora e attendo altri ricordi.
Veronesi e casadei hanno giocato nei biliardi senza buche?
Casadei è del 55 Veronesi di qualche anno più giovane. Penso abbiano giocato più con le buche che senza. Ma hanno giocato anche senza ed erano tra i Master