La “sclerata” dello Zio

Seduto Cavina. Da sinistra si riconoscono Lambertini, Cantelli, Mignani, Montanari, Castelvetri, Tolomelli, Ferrari, Fava, Tarozzi, Benelli, Tassi, Trebbi

La storia del biliardo è piena di “chicche” che dovrebbero essere tramandate. Episodi in alcuni casi esilaranti, come quello che cita Andrea Ori su Accorsi, nel commento all’articolo su Lino Resca. E come quello che segue sul mitico Piero Benelli detto “Lo Zio”, raccontato da Luca Casadei.

L’episodio raccontato da Andrea Ori mi fa emergere il ricordo di un episodio che sempre ha a che vedere con una boccetta bruciata per una riga pestata.
Eravamo verso metà o fine anni 70 e il mio compagno di coppia era il mitico “Zio” Piero Benelli, per me però era un padre visto che mi considerava suo figlio (non aveva figli) giocavamo insieme nel Bar Mazzoli i Kobra di San Lazzaro e naturalmente si facevano le gare insieme.
Gara nazionale a Colle Val d’Elsa, la finale si gioca contro Piazzi e Atti e se non ricordo male, avevamo fatto il viaggio insieme, naturalmente si divide il montepremi e può cominciare l’incontro.
Bocciata d’acchito di Piazzi che realizza 10 punti, al termine della prima mano di palle, lo “Zio” rimane con le sue due boccette e può quindi tentare gli 8 di colore togliendo dal gioco una boccetta degli avversari. Si imposta , lancia la palla, che aveva assolutamente una traiettoria perfetta e avrebbe certamente realizzato gli 8 punti di colore, mentre la palla sta colpendo quella avversaria, arriva di corsa l’arbitro (si trovava abbastanza lontano dal biliardo) e per un pelo riesce ad acciuffare la palla prima dell’impatto.
Lo “Zio” rimane immobile, fulminato e chiede spiegazioni, l’arbitro fa notare come la suola della scarpa debordasse dalla riga e quindi la boccetta deve essere bruciata. Lo “Zio” in un accesso d’ira scaglia la palla rimanente come se fosse il lancio del peso, beve 8 punti e destino vuole che il punto venga fatto. Vado alla bocciata e realizzo 10 punti, però la mia boccetta arriva con l’ultimo fiato rimasto e va in buca, 12 agli avversari che si portano sul 30 a 2. Allo “Zio” si chiude la vena, anzi gli si tappano tutte le vene, e incomincia uno show spettacolare lanciando le sue boccette sempre a mò di peso, di fronte al biliardo il pubblico si apre come il Mar Rosso e a nulla valgono i molteplici tentativi di calmarlo da parte di noi tutti.
L’arbitro è scomparso dalla circolazione e non l’ho mai più rivisto, quando abbiamo diviso i soldi del premio lo “Zio” ha scagliato la sua parte per terra, non cercateli perchè io di nascosto li ho raccolti, al ritorno in macchina non si è proferita parola ma il giorno successivo mi ha chiamato e come se niente fosse mi dice: mi iscrivo alla gara Pinco Pallo di nonsodove, quando preferisci giocare?
Sto finendo di scrivere con le lacrime agli occhi e non è per le risate……..ciao Zio ovunque tu sia sono sicuro che c’è anche il biliardo.

Luca Casadei 

2 risposte a “La “sclerata” dello Zio”

  1. Sono Domenico Bolognesi. Ne approfitto per salutare ovviamente Maurizio, padrone di casa, e Luca col quale sono sempre (e per sempre!) in debito di una medaglia d’oro come miglior singolo che avrebbe vinto. Ho anch’io un ricordo particolare di Benelli anche se non riguarda un fatto di gioco ma di “regole”. Campionati italiani a coppie di Forlì (l’anno potrebbe essere il 1983). Per fare grandi numeri di coppie l’organizzazione fa giocare anche coppie di seconda categoria, ma per fare ciò, manda dei gironi nei bar e quindi non su biliardi nuovi. Arriva il pomeriggio delle finali e Tassi e Marani (che dovevano giocare in coppia e che si erano rifiutati di andare a giocare nei bar esterni, prendono “in ostaggio” il biliardo centrale urlando che in quel biliardo non avrebbe giocato nessuno! Dalla tribuna che sovrastava la fila dei biliardi, Benelli, Cavazza e altri bolognesi iniziarono appoggiare le “pretese” di Tassi con urla: “hai ragione Leone!” uno come te non deve andare a giocare in un bar dove c’è solo uno spettatore che dorme” ecc. ecc. Ci sono voluti molti tentativi di pacificazione e forse se Marani non avesse convinto Tassi a lasciare finire la competizione forse ….. Ultima annotazione per riconoscere che parte delle ragioni dell’ammutinamento erano reali, mandarono a casa tutte le coppie di seconda categoria anche se avevano vinto il girone il Sabato! Peraltro luca ricorderà diversi “avvenimenti” delle sue partite in coppia son Morini in quel campionato! Maurizio bellissima iniziativa.

    1. Grazie. Questa storia è molto bella. Se hai voglia di condividere altri ricordi il blog è a disposizione. Ciao!

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