La svolta storica di Bertino

La storia del biliardo, anzi delle boccette, è contrassegnata da due grandissimi innovatori. Uno, negli anni ’70, fu Checco Fava, di cui ho già parlato in questo blog. L’altro, capace di anticipare addirittura di quasi mezzo secolo i tempi, fu, ancora prima di Checco, Bertino Pelagatti. Anche di lui ho già parlato in un articolo, ma grazie ai ricordi e alle splendide testimonianze fotografiche del figlio Dante, ora posso tornare sull’architetto e artista bolognese, che fu capace di applicare il suo estro e il suo genio anche al panno verde.

Quando Bertino era all’apice, probabilmente il più forte giocatore d’Italia, sia io sia Dante Pelagatti eravamo bambini. Siamo all’inizio degli anni Sessanta. “Ricordo che mio padre mi ha sempre parlato di un baretto in San Vitale, in via Albertoni credo, bar Sport dove ha iniziato ad appassionarsi. Poi  Modernissimo, Accademia Biliardi, Bar Regina, storico Manzoni nella vecchia sede vicino a via Indipendenza, bar Casa in via Mengoli… Ma c’erano tante sale biliardi in giro, dalla Romagna fino a Genova e Firenze, dove papà capitava e faceva epiche sfide, con in palio anche somme importanti”.

Erano anni, quelli, in cui non esistevano ancora i tornei a squadre, ma già nel ’60 Bertino vinse il suo primo Campionato Italiano, bissando il titolo l’anno seguente.

Ma in cosa è consistita la “rivoluzione” di Pelagatti? In sintesi fu capace di rendere vivace e spettacolare un gioco che fino a quel momento si basava solamente sull’accosto per conquistare il diritto alla bocciata. Calci, sottocalci, stangate non alla ricerca della fortuna ma prevedendo la traiettoria delle biglie, bocciate difficilissime di sfaccio vicino alla sponda alta (ma solo quando il pallino era sopra la mezzeria, perché in caso contrario il regolamento di allora non lo permetteva). Una varietà di tiri mai vista fino a quel momento che ruppe la monotonia del gioco.

“La sua visione di gioco era veramente surreale (come i suoi paesaggi) – ha scritto Luigi Lamparelli su Biliardo Match – nel senso che si distaccava completamente dalla routine che ai suoi tempi era in voga. Egli fu un anticipatore di quella che sarebbe divenuta una vera evoluzione del gioco stesso, fino ad arrivare alle moderne concezioni, attualmente accettate come punti di riferimento”.

Dunque, come ho già scritto, parliamo di vera e propria arte applicata al biliardo. A cui aggiungiamo la classe e la freddezza nei momenti decisivi delle partite, che consentirono a Bertino Pelagatti di conquistare gare importanti ma anche e soprattutto, come si diceva all’inizio, di vincere grosse somme di denaro agli avversari che incautamente lo sfidavano sul panno verde. E lui, un po’ beffardamente, a volte ritraeva nei suoi quadri i “polli” che spennava.

“La pittura è sempre stata importante per mio padre – racconta Dante –  anche se un po’ altalenante, ed è diventata interesse primario soprattutto alla fine degli anni ’60, con un’intensificazione dell’attività espositiva. Nelle sue opere si specchiava il mondo notturno che aveva sempre frequentato, fatto di giocatori di biliardo, dadi, poker, chemin… e scorci notturni di una Bologna popolana illuminata dai volti e corpi espressionisti di prostitute. Bar fumosi ricchi di personaggi spesso simili agli amici che frequentava”.

Un capitolo a parte lo merita il quadro – caricatura attualmente posseduto dal “Leone” Bruno Tassi.

Vi sono ritratti i frequentatori del Manzoni, che lui cordialmente voleva rinchiudere in un ospedale psichiatrico, il Roncati, i bolognesi lo ricordano in sant’Isaia. “Questo perché secondo lui erano ossessionati dal gioco del biliardo, chi da protagonista come i vari campioni rappresentati e chi anche solo da sostenitore” spiega Dante Pelagatti. Bertino utilizzava il suo stile straordinario da caricaturista grazie al quale si era già in precedenza fatto notare in lavori svolti per Stadio o Il Resto del Carlino (bellissime le caricature dei calciatori del Bologna dell’ultimo scudetto). “Era un lavoro che lo impegnava con grande passione, ricco di studi preparatori” prosegue Dante. Tra l’altro il quadro – caricatura sul Manzoni fu pubblicato anche su un disco, un 45 giri dal titolo “Otto bel vecc”.

Voglio concludere questo articolo rubando ancora le parole di Luigi Lamparelli. “Pelagatti segnò una svolta storica nel gioco delle boccette e non solo a Bologna”. Credo proprio che tutto il mondo del biliardo avrebbe dovuto celebrarlo, dedicandogli almeno una gara importante. Non è detto che non si possa ancora fare.

Un ringraziamento speciale a Dante Pelagatti

 

 

 

 

 

22 risposte a “La svolta storica di Bertino”

  1. Mi complimento per il servizio dedicato a mio babbo,Bertino lo meritava ma soprattutto come lei fa notare alla fine, dovrebbero dedicargli un torneo nazionale,è stato tra gli innovatori fondamentali.
    un saluto
    Dante

  2. Gran bella storia quella di Bertino Pelagatti. Il Pittore. Mai avuto il piacere di conoscere…. ai tempi della mia frequentazione dell’ Accademia Biliardi di Via Marconi (fine anni 60) – il tempio del biliardo a Bologna – non giocava quasi più. Ma il suo nome ricorreva spesso. Come una leggenda . Qualcuno poi ricordo lo nominava a proposito di un sua profezia , che si rilevò vera solo in parte : “ Dopo di me solo uno, Mattioli il capellone”.

      1. Quello al centro con gli occhiali spessi era il mitico Dott. Viani, temutissimo perché le sue partite non duravano mai meno di 2 ore anche se non vinceva mai, e l’ultimo a dx era un politico di Rapallo, per cui immagino che la foto sia la premiazione di qualche manifestazione a livello nazionale, devi sapere che sino alla fine degli anni 90 quando il bar delle Rane era gestito dal Sig. Lugaro Riccardo, che senz’altro giocatori come Luca Casadei ricorderanno, tutti gli anni a Rapallo c’era una gara nazionale chiamata Coppa del Grifo e sono stati fatti diversi Campionati Italiani sia singolo che a coppie, ricordo la mitica finale Tassi vs. Parenti quando avevo 16 anni, ( adesso sono a 61 ), e in quel periodo non erano ancora venuti fuori Casadei, Veronesi ma giocavano ancora Cavina, Benelli, Piazzi, Atti, Deri, ecc. ecc

        1. Grazie! In effetti Luca Casadei mi pare mi abbia parlato del Bar delle Rane. Se vuoi contribuire con i tuoi ricordi il blog è a disposizione.

  3. Era il lontano 1972 e al mio esordio nel campionato bolognese con la maglia del Celsi Imola.
    Affrontiamo il Baffo Bar e la sorte mi mette di fronte Bertino Pelagatti, naturalmente lo conoscevo solo di fama ma all’epoca le sue doti erano leggendarie.
    Svolgimento della partita in poche parole, io boccio 6 pallini realizzando 60, Bertino a memoria dico il doppio ma forse un paio di più, l’esito fu a me favorevole ma lui eseguì alcuni tiri incredibili, per me neofita.
    Quando gli espressi la mia ammirazione, mi rispose che quello bravo ero stato io e mi fece una profezia, disse che sarei diventato entro poco tempo uno dei migliori giocatori italiani.
    Non tocca a me dire se la profezia si avverò ma una volta al Circolo Olimpico, dove avevo appena vinto una gara, mi disse “te l’avevo detto, che saresti stato uno dei migliori?”
    In altre occasioni l’ho rivisto, mai da giocatore, e tutte le volte mi ha ricordato le sue parole.
    In ultimo vorrei ricordare una grandissima persona da poco scomparsa, Lino Armuzzi, aveva lavorato negli anni 60 a Bologna e avendolo visto giocare diverse volte, mi esprimeva spesso la sua ammirazione per Bertino, gli portai una gigantografia di una famosa foto appesa al Manzoni di Pelagatti con Cavina e mi è sempre stato riconoscente fino alla sua scomparsa.

    1. bellissimo il suo ricordo,vissuto direttamente in gara…..mio padre proprio al bar Baffo a S.Lazzaro,purtroppo da tempo chiuso e sostituito da altra attività, realizzò una delle sue caricature più belle dedicata al Baffo in persona…era il gestore del locale…un saluto

      1. Il Baffo, al secolo Bruno Torreggiani, è rimasto ottimo amico mio ed ho giocato pure io nel suo Bar.
        Ricordo benissimo la caricatura, che Bruno mi ha fatto rivedere alcuni anni fa, ricambio il saluto.

  4. In una foto al centro vi è tale Adorni, in altra foto(quella con Cavina primo a sx) l’ultimo sulla dx appare di nuovo, a me sembra di riconoscere Oriano Accorsi, l’ho conosciuto solo una quindicina di anni dopo ma io direi che è lui più giovane, da notare anche la postura col braccio sx sollevato.
    Vedete un pò se qualcuno mi conforta, anche del contrario naturalmente.

    1. ESATTO,E’ORIANO ACCORSI,ANCHE QUANDO GIOCAVA TENEVA IL BRACCIO SINISTRO COSI’,E TIRAVA QUASI SEMPRE DI PRILLO.
      E,COME HO SCRITTO IN UN ARTICOLO CHE VERRA’PUBBLICATO PROSSIMAMENTE,VINSE UN CAMPIONATO PROVINCIALE IN COPPIA CON DALLA GIU’ AL BAR ZETA.

  5. grande Luca , prima di iincominciare ti faccio un grande abbraccio , poi ti ringrazio per avere menzionato un grande persona che mi portò nel cuore , Giuseppe Armuzzi detto Pino , e ha riguardo hai detto una grande verità , ha sempre parlato di Bertino come il più grande di tutti i tempi , e sarebbe bello onorarlo con una gara nazionale in sua memoria . Ma anche Luca deve essere più onorato per quello che ha fatto ( specialmente ha Imola , città natale ) . Ti ringrazio sempre Maurizio x quello che fai , mostrare certe documentazioni è molto bello….. Fabbri Marino

  6. il bigliardo è un gioco completo, capacità, carattere, astuzia, forza, divertimento, amicizia e passione sono la vera forza di questo bellissimo gioco, grazie per le belle storie che raccontate, ho conosciuto tutti i grandi Giocatori di Milano dagli anni 70 a oggi, Flumini Barca, Cambielli, Lesmo, Mantovani, Mezzani Santicchia Zago Russo e tanti altri che hanno dato lustro alle boccette a Milano. ciao e buone boccette

  7. Vorrei ringraziare Maurizio x questi servizi che fai , ( foto e testimonianze bellissime ) vorrei ringraziare anche il mio amico Luca ( che saluto con affetto) per aver menzionato il grande Giuseppe Armuzzi ( persona eccezionale, detto Pino ) e posso testimoniare anch’io la grandezza di Bertino , me ne ha parlato talmente tanto che è come se l’avessi conosciuto , e detto sempre da lui il più grande di tutti i tempi .

  8. riguardo al dubbio di Casadei confermo,è Oriano l’altro giocatore fotografato…lo ricordo ancora alla fine anni 80 al Circolo Olimpico in via Todaro…un caro amico di Bertino…

  9. In quegli anni a Genova avevamo un grande giocatore da soldi già di una certa età, Armando Arvigo, che io non ho mai avuto il piacere di veder giocare. Un amico mi ha raccontato che una volta si era recato a Bologna per sfidare qualcuno a 5 giochi:
    boccette, bersagliera, goriziana, parigina e pula(credo che si chiamasse anche bazzica)ma nessuno aveva accettato la sfida.
    Penso che sia stato il primo maestro del nostro compianto
    Guido De Cet .

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