L’arte del biliardo

Se un giorno vi dicono che il biliardo è geometria, vi do un consiglio: non state lì a discutere, fate finta di niente. Ma credete a me: il biliardo è prima di tutto un’altra cosa. Il biliardo è arte. E mi piacerebbe fosse ancora vivo Bertino Pelagatti, pittore, caricaturista e grande interprete del panno verde negli anni Sessanta e Settanta. Vorrei che fosse  lui a spiegarvi che le traiettorie delle boccette, prima di tutto, nascono nella testa, si nutrono della fantasia di chi le esegue, spesso indipendentemente dai vari punti di riferimento geometrici.

Un’opera di Bertino Pelagatti

A Bertino torno fra poco, ma poiché c’è già chi mi critica perché “nel tuo blog parli solo di defunti o al massimo di campioni del passato”, allora adesso riparto da un campione del presente, anzi dal campione per definizione: Juri Minoccheri. Che tra parentesi oltre a disegnare traiettorie perfette sui panni verdi, sa fare anche ottime tagliatelle al ragù. Ma qui si parlava di arte e di geometria. “L’altro giorno – raccontava Juri a margine delle interviste che stiamo realizzando per il film di Alessandro Cavazza – un ragazzo mi fa: ‘Scusa, per arrivare qui, quale punto della sponda superiore devo colpire?’. Gli ho risposto che non lo sapevo. Lui mi ha guardato strano, ma gli ho spiegato che nel nostro gioco ci sono tante variabili, che dipende da come ti posizioni, dalle caratteristiche del biliardo, dalla velocità che imprimi al tiro… Insomma la geometria può anche essere la base, in fondo il biliardo è un rettangolo, ma i tiri molto spesso si fanno sulla scorta dell’estro e dell’esperienza”.

Ecco. Perfetto. Non ho dubbi che Bertino sarebbe d’accordo. Lui che fu campione italiano nel 1960/61 (fonte Crib) ma che soprattutto fu uno straordinario, funambolico interprete delle boccette, tanto che in un articolo uscito sul Carlino del 28 dicembre 2002 in occasione della chiusura definitiva dell’Accademia dei biliardo di Bologna, veniva citato con queste parole: “Beh, Bertino Pelagatti, narrano le memorie storiche dell’Accademia, fu quello che, di fatto, rivoluzionò la concezione del gioco delle boccette. Ricorrendo ai calci e ai sottocalci, colpi che solo Bertino, tra un silenzio di tomba ed esclamazioni di sorpresa, era in grado di effettuare, grazie al suo talento e alla sua fantasia”. Credo che questa breve descrizione sia perfetta per supportare la mia tesi: il biliardo è talento, è fantasia. Il biliardo è arte, altro che geometria.

Bertino Pelagatti in azione contro Adriano Cavina

Io Bertino non l’ho mai visto giocare, quindi non posso aggiungere altro. Quella che ho visto di lui tanti anni fa, appesa al muro del vecchio Manzoni di Bologna, è questa caricatura in cui se volete potete sbizzarrirvi a riconoscere ben noti personaggi del periodo, tutti non a caso inseriti all’interno del Roncati, ovvero di quello che all’epoca era un noto ospedale psichiatrico bolognese. Ulteriore conferma alla mia tesi: è arcinoto che la pazzia è ben più vicina all’arte che alla geometria.

Del resto se così non fosse, se il biliardo fosse semplicemente l’esecuzione di tiri geometrici, per quale motivo un altro grandissimo del passato, il fiorentino Vittorio Maccioni, campione italiano nel 1963/64 e nel 1965/66 (fonte Crib), sarebbe passato alla storia con il soprannome di Pitture?

Si riconoscono in piedi da sinistra Aquia, Barca, poi Cavina, Tassi, Stecchino. In basso Vittorio Maccioni detto Pitture

E a proposito di Pitture vi segnalo un bel ricordo che si trova online già da diversi anni: http://www.labibbiadelbiliardo.it/letteratura_io_e_pitture.html

 

14 risposte a “L’arte del biliardo”

  1. Grazie Maurizio, mi trovi pienamente concorde, il gioco del biliardo non può essere solo geometria, ma può solo essere anche geometria condita con tanta fantasia. E per di più rilancio con una citazione di un mio caro amico, Gianluca Turci, per tutti Baggio, e cioè :se non sei suonato, non puoi essere un giocatore di biliardo

  2. Bellissimo contributo sulle straordinarie gesta ,nelle boccette, di mio padre;era ora che lo ricordassero,come sarebbe il caso che la federazione istituisse un torneo in suo onore,lui veramente ha rivoluzionato la concezione di questo gioco straordinario.Sarebbe un omaggio doveroso…..

  3. Grazie .a nome di noi parenti di pitture..Maccioni Vittorio ..la sorella , la moglie e la figlia, e la nipote Adriana. Vi sono grati che vi siete ricordati di lui..del 2 volte campione italiano. del biliardo e la famosa pitturata..che solo lui era capace di fare..

    1. Grazie a voi. Purtroppo non avendolo conosciuto personalmente non posso parlarne ulteriormente. Ma se avete foto, ricordi, qualsiasi contributo sarò lieto di pubblicarli.

  4. Salve, appassionati, molti sono coloro che si appassionano a dare spiegazioni sul gioco delle “boccette” ma alcune considerazioni sono enunciate con palese superficialità.
    Il gioco non è altro che la conseguenza della Meccanica pura nel suo aspetto della “CINEMATICA” dove sempre regna le tre componenti essenziali: forza impressa alla bilia, attrito dato dal panno del tavolo, rimando/i della sponda. Il resto è abilità manuale.
    Buon divertimento.

  5. Sono bellissimi questi ricordi e queste foto che presenti in questi servizi , domani 31 marzo è un anno che ci ha lasciato il cav. Giuseppe Armuzzi ( giocatore che iniziò negli anni 60 a Bologna) come ho detto giocatore con una passione smisurata x questo gioco , ho sempre sentito parlare da lui di Pelagatti ( Bertino ) come il più grande , e come ai citato tu l’innovatore , e nelle bellissime chiacchiere che si facevano venivano fuori i nomi di Pitture di Stecchino di Muciacio di Tassi e tanti altri …immagino come sarebbe stato contento rivedere queste foto storiche . E anche per me che ne ho sempre sentito parlare rivedere queste foto e sentire altre testimonianze è come chiudere un cerchio . Ti ringrazio tanto Andreoli x quello che fai , ricordare questi giocatori è molto bello . Grazie

    1. Grazie a te Marino. Sei troppo gentile. Questo blog è nato quasi per caso. Lo alimento in modo abbastanza irregolare, per me è un divertimento. Sono sorpreso dal successo che sta avendo. Quella che manca un po’ è la collaborazione di chi potrebbe fornire testimonianze, raccontare storie, aneddoti, inviarmi foto. Qualcosa si muove ma è ancora poco. Comunque ho già altro materiale che vedrò di utilizzare. Continua a seguirmi.

  6. Gentilissimo Maurizio Andreoli, sono Patrizia figlia di Pitture, è bellissimo cliccare su internet e trovare foto e ricordi di mio padre, penso li meriti tutti, la sua è stata “Una vita per il biliardo”. Ho alcune sue foto e qualche articolo di giornale. Grazie!

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