Lino Resca

Lino Resca e Giancarlo Mignani

Oggi parliamo di un altro grande campione bolognese degli anni Settanta: Lino Resca. Questa foto è storica, è la sponda per aggiudicarsi il diritto alla prima bocciata nella finale del Campionato Italiano giocato nel 1980 a San Marino, nella Sala del Podestà. 

Quella finale Resca la perse contro Giancarlo Mignani, altro grande giocatore bolognese. Le cronache dell’epoca parlano di un Resca giunto piuttosto scarico all’ultima partita, dopo aver dominato tutti gli avversari affrontati in quella giornata.

Ma facciamo ora un salto in avanti. Guardate questa foto:

Qui siamo nel 2018, finale del Campionato bolognese serie B. La cornice è il Centro Civico di Corticella. Lino quel giorno è tornato a giocare a causa dell’improvvisa indisposizione di due suoi compagni di squadra. Quando si è presentato in pedana il pubblico lo ha accolto con due minuti di applausi.

Ma torniamo indietro, agli anni d’oro. Volete una carrellata di campioni? Eccola:

Riconosco in alto Andruccioli. Poi in piedi da sinistra Cantelli, Resca, Ferrari,Farolfi, Deri, Morsiani, Piazzi, Martelli. In basso Cavina, Cicognani, Tassi. La foto è stata scattata alla Galvanina di Rimini, in occasione di un Campionato Italiano.

Uno storico compagno di coppia di Resca era Travaglia. Eccoli nella foto che segue, premiati dai dirigenti Tolomelli e Veronesi.

Ma parliamo del 1974, anno in cui Lino Resca assieme a Zucchini vinse il Campionato Italiano a coppie giocatosi al PalaRuggi di Imola.

Le cronache dell’epoca parlano di un grande successo di pubblico. Ecco alcuni stralci dall’Eco Sport di marzo 1974.

Nelle tre giornate di gara il Palasport ha visto sulle sue gradinate un pubblico attento e competente, che spesso salutava con vere e proprie ovazioni i pezzi di bravura dei contendenti. La parte del leone è spettata ai fortissimi giocatori bolognesi, che hanno occupato i primi tre posti sgominando perentoriamente i rivali: l’atteso duello coi bergamaschi è venuto in pratica a mancare, cosicchè si è assistito ad una vera e propria lotta in famiglia.
Nella prima giornata ha sorpreso I’eliminazione della coppia felsinea Dalla-Gavina, considerata tra le favorite, da parte di un duo di Molinella: se il pallone
è rotondo, come si suol dire quando un pronostico viene sovvertito, le boccette non lo sono di meno. Ma i bolognesi si sono prontamente riabilitati “vendicando” i compagni e palesando chiaramente (con tre coppie in semifinale) la loro supremazia: la coppia vincente, composta da Resca e Zucchini, ha sbaragliato letteralmente il duo Venturi-Minelli (pure petroniano, 
come già detto) con il punteggio di 100 a 43. ln questa partita Resca e Zucchini, che avevano in precedenza strabiliato il pubblico con un gioco di alta classe, hanno raggiunto il diapason con una prestazione eccezionale: palle precise al millimetro, battute impeccabili, nessuna palla sporca, come si dice in gergo. La vittoria ha arriso ai migliori, senza alcun dubbio; il punteggio, d’altronde, non avrebbe potuto essere più esplicativo.
Alle spalle delle due finaliste si sono piazzate le seguenti accoppiate: i bolognesi Tampieri-Reatti al terzo posto, i fiorentini Bigazzi-Sostegni al quarto, i bolognesi Piazzi-Gavrini al quinto i genovesi Fereccio-Merdotti al sesto, rnentre positive sono state le prestazioni dei giocatori imolesi.

Chiudiamo con un’altra foto di straordinari giocatori bolognesi del passato. Qui Resca è con Ferrari, Castelvetri e Grillini.

Un grazie particolare a Sergio Pancaldi

10 risposte a “Lino Resca”

  1. Errata corrige caro Maurizio, Gavina è Cavina Adriano, per quanto riguarda il camp. italiano alla Galvanina, ci fu una clamorosa affermazione di Farolfi (noto colpitore ed attaccante)contro il quotatissimo Deri in finale e per la cronaca si giocava all’aperto, riparati da un tendone e qualcuno con i guanti e la sciarpa. A mio avviso uno scandalo indecente, personalmente mi è successo che alcune palle si sono spostate di una trentina di cm. causa folate di vento.

    1. Hai ragione Luca. Ricordo bene quel campionato assurdo. Partecipai anch’io. Una cosa vergognosa. È questo non per togliere meriti a chi lo vinse.

  2. Ricordo a quel campionato Oriano Accorsi detto il Cocco, che dopo una folata di vento
    forte arrivata sul bigliardo dove giocava col cappotto, pur avanti di 30 punti diete la mano al suo avversario dicendo tra lo stupore generale bravo a vinto lei.

  3. Quello alla sinistra di Piazzi e’ Martelli con cui Cantelli vinse un campionato Italiano a Genova in semifinale contro Masotti e Accorsi.
    La famosa volta che Accorsi si tolse le scarpe durante la finale, ma questa è un altra storia se
    volete poi ve la racconto.

  4. Semifinale campionati Italiani a Genova si va a 100 a metà partita Masotti e Accorsi erano davanti di 30 punti con gli otto di colore dentro a Accorsi viene bruciata l’ultima palla in quando l’arbitro sosteneva che avesse tirato col piede destro fuori dalla riga laterale. Quindi solo 3 punti, da lì comincia una discussione dove Accorsi sostiene che era fuori dalla riga la scarpa e non il piede.
    La palla gli viene bruciata e lui per protesta si
    toglie le scarpe e gioca senza, tra lo stupore generale, persero la partita la polemica continuo’ per giorni al Manzoni allora in via Don Minzoni. Cantelli in coppia con Martelli batterono poi in finale Sala e Cuppini.
    Cantelli a quei tempi oltre a essere un ottimo giocatore era anche arbitro nazionale.
    Questo favorì la polemica, per settimane.

  5. L’episodio raccontato da Andrea Ori mi fa emergere il ricordo di un episodio che sempre ha che vedere con una boccetta bruciata per una riga pestata.
    Eravamo verso metà o fine anni 70 e il mio compagno di coppia era il mitico “Zio” Piero Benelli, per me però era un padre visto che mi considerava suo figlio (non aveva figli) giocavamo insieme nel Bar Mazzoli i Kobra di San Lazzaro e naturalmente si facevano le gare insieme.
    Gara nazionale a Colle Val d’Elsa, la finale si gioca contro Piazzi e Atti e se non ricordo male, avevamo fatto il viaggio insieme, naturalmente si divide il montepremi e può cominciare l’incontro.
    Bocciata d’acchito di Piazzi che realizza 10 punti, al termine della prima mano di palle, lo “Zio” rimane con le sue due boccette e può quindi tentare gli 8 di colore togliendo dal gioco una boccetta degli avversari. Si imposta , lancia la palla, che aveva assolutamente una traiettoria perfetta e avrebbe certamente realizzato gli 8 punti di colore, mentre la palla sta colpendo quella avversaria, arriva di corsa l’arbitro (si trovava abbastanza lontano dal biliardo) e per un pelo riesce ad acciuffare la palla prima dell’impatto.
    Lo “Zio” rimane immobile, fulminato e chiede spiegazioni, l’arbitro fa notare come la suola della scarpa debordasse dalla riga e quindi la boccetta deve essere bruciata. Lo “Zio” in un accesso d’ira scaglia la palla rimanente come se fosse il lancio del peso, beve 8 punti e destino vuole che il punto venga fatto. Vado alla bocciata e realizzo 10 punti, però la mia boccetta arriva con l’ultimo fiato rimasto e va in buca, 12 agli avversari che si portano sul 30 a 2. Allo “Zio” si chiude la vena, anzi gli si tappano tutte le vene, e incomincia uno show spettacolare lanciando le sue boccette sempre a mò di peso, di fronte al biliardo il pubblico si apre come il Mar Rosso e a nulla valgono i molteplici tentativi di calmarlo da parte di noi tutti.
    L’arbitro è scomparso dalla circolazione e non l’ho mai più rivisto, quando abbiamo diviso i soldi del premio lo “Zio” ha scagliato la sua parte per terra, non cercateli perchè io di nascosto li ho raccolti, al ritorno in macchina non si è proferita parola ma il giorno successivo mi ha chiamato e come se niente fosse mi dice: mi iscrivo alla gara Pinco Pallo di nonsodove, quando preferisci giocare?
    Sto finendo di scrivere con le lacrime agli occhi e non è per le risate……..ciao Zio ovunque tu sia sono sicuro che c’è anche il biliardo.

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