Pubblico oggi con grande piacere un articolo dell’amico Luca Casadei. Un pezzo di storia del biliardo che fu, con il ritratto di un giocatore forse poco noto nel resto dell’Italia, ma che a Bologna tutti gli appassionati ricordano molto bene.
Rivedo una vecchia foto e improvvisamente riaffiorano i ricordi. Nel retro della foto c’è scritto 1985 e si tratta dei finalisti gara al Bar Spartaco di Bologna: io e Valerio Veronesi; Lele Cariani in coppia con Mei. La cosa curiosa è che la stessa gara l’avevamo vinta nel 1975 io in coppia con Mei, in questo caso invece la vinco in coppia con Valerio. Può succedere direte voi, certo che può succedere, la persona invece che ricordo con piacere e che mi ha fatto scrivere queste righe è Mei.
Quando vinsi con lui la gara giocavamo insieme nel Bar Mazzoli, dove nacquero quell’anno i Kobra di Baldazzi, squadrone costruito con il meglio dell’epoca e senza badare a spese. I singoli eravamo io e il Leone Tassi; le coppie Mei-Marzocchi, Benelli-Pesci, Resca-Zucchini e Montanari-Piccoli. Stravincemmo il campionato ma io partii per il militare in maggio e al Palazzo dello Sport non andò bene. Se non ricordo male io vinsi la medaglia del miglior singolo con 25 su 30 e Mei-Marzocchi quella per la miglior coppia perdendo solamente un paio di partite.
Sto cazzeggiando, io volevo parlare di Mei (non ci crederete ma non ricordo il nome, per me è sempre stato Meo). Faceva il ciabattino, non il calzolaio, come amava dire lui, nella cittadina di Minerbio. Tanto era umile e modesto che non sembrava vero, anche nel gioco si dichiarava un gregario, un portatore d’acqua. Penso fosse poco conosciuto fuori dal contesto bolognese, per il semplice fatto che all’epoca i “puntiroli”, cioè i puntisti, sembrava contassero poco. Col cavolo che contavano poco, con Marzocchi vinse a Genova un Campionato Italiano e regolarmente vinceva la medaglia della miglior coppia.
Io credo di avergli visto sbagliare un paio di boccette in un’annata di gioco, e mi pare di ricordare che eravamo in squadra insieme anche al Parco Verde. Lui ti chiedeva “dove vuoi che te la metta?” e a tua richiesta eseguiva; quando non c’era modo di levare il punto ci andava a giri contati. Vedere quelle mani, devastate dalla pece e rigate dalle corde e dai chiodi, essere così delicate e precise non sembrava vero, ma Meo era veramente straordinario.
Ebbene ritorniamo alla finale della gara al Bar Spartaco, non ricordo ma sono certo che dividemmo il montepremi, vincemmo abbastanza comodi e alla fine Meo si rivolse verso di me e mi disse: “Abbiamo fatto una gara insieme, l’abbiamo vinta e gli avversari non hanno mai girato la stecca, ti ho lasciato il trofeo (che era unico stranamente) e tu non hai mai più giocato insieme a me”. Era tutto vero naturalmente, ma il modo in cui mi attaccò e la veemenza con cui me lo disse mi fece capire che avevo veramente toppato. E soprattutto quanto ci tenesse a rigiocare con me, ma si era sempre trattenuto per pudore a chiedermelo.
Tutte le volte che incontravo Marzocchi mi diceva che Meo ancora lavorava ed era in splendida forma, un paio di anni fa però mi hanno detto che ci aveva lasciato. Rimango con il rimorso di non essermi mai scusato e soprattutto di non avergli mai detto che secondo me era il puntista più forte di tutti i tempi. Ma una cosa buona l’ho fatta: circa 15 anni fa ho traslocato e ho fatto piazza pulita di tutti i trofei e le coppe, ne ho tenuti una decina e fra quelli c’è il trofeo vinto insieme a Mei al Bar Spartaco.
Ciao MEO sei stato il “puntirolo” più forte del mondo.
Luca Casadei
Altro grande puntisti che ricordo :
– anni 70 : Tito Monari
– anni 80 : Sala e Gigi Pedriali
Grazie ancora a Luca Casadei,
e a Maurizio Andreoli, a cui consiglierei, se non l’ha già fatto, di stimolare altri bellissimi ricordi intervistando 2 grandi memorie storiche bolognesi : Franco Casini e Giuliano Trebbi