Dunque io non sono molto assiduo sul mio blog, ma non sto mica qui a pettinare le bambole. Iuri Minoccheri un po’ me lo sono studiato. Più che altro in tivù. E nei video sui social, dove ormai è più facile trovare una diretta di una partita di boccette che foto di gattini e di piatti gourmet (ed è tutto dire). Così alla fine di questo mio studio, applicato, attento, accuratissimo, ho capito quello che avevate capito anche voi già da un pezzo: ho capito che lui adesso è il numero uno principalmente per un motivo, perché sa fare tutto. Iuri sa fare, bene, tutto.
Mettiamola così. Forse c’è chi è più bravo a bocciare, forse c’è chi è più preciso a punto, chi fa meglio un tiro di effetto, un calcio di sopra, o di sotto, o di fianco, o di traverso. Ma nessuno fa tutte queste cose insieme altrettanto bene, nessuno è completo come lui. Tutto ciò tralasciando l’aspetto forse principale: la sua grande forza mentale, il suo essere un vincente.
Ma per ora restiamo alla tecnica. C’è solo un tiro che Minoccheri ammette, candidamente, di non saper fare. Uno in tutto il vasto campionario delle boccette. Non lo sa fare, non si è mai applicato e neanche si applicherà per impararlo. Qual è? Non ve lo dico perché mica voglio svelarvi tutto quello che Iuri ha detto nell’intervista rilasciata ad Alessandro Cavazza per il film-documentario sul biliardo che sarà pronto a maggio. Poi magari, dovesse essere tagliata quella parte della chiacchierata, sarò lieto di soddisfare (a pagamento eheheh) la vostra curiosità. Ma qualcosa di quell’intervista posso anticiparvela. Per esempio posso spifferarvi quale è stata la vittoria che gli ha dato più soddisfazione delle centinaia ottenute finora. Ovviamente non è il Mondiale, che ha avuto un significato importante in sé ma relativo per tutta una serie di motivi che conoscete e non starò qui a elencare. No, la vittoria che gli ha dato più soddisfazione è stata quella ottenuta al Master di Saint Vincent, in finale contro Valerio Veronesi. L’anno dovrebbe essere il 97 o il 99 (in mezzo c’è stato, appunto, il Mondiale).
Si giocava sulle cinque partite e le finali, si sa, nel biliardo si fanno sempre quando fa troppo caldo. Immagino fosse il mese di maggio, se non giugno addirittura. Sotto il tendone allestito per la gara erano tutti fradici. C’era la Rai a riprendere e ovviamente, in questi casi, Rai docet: nulla si fa senza il suo permesso. Così Iuri, sudatissimo, chiese gentilmente se poteva assentarsi un attimo per andare in bagno al commentatore di turno. Forse era Auro Bulbarelli che di biliardo ne mastica, o forse era Franco Trandafilo che non ha mai capito una mazza di quello che accadeva sui panni verdi. Neppure Iuri se lo ricorda. La risposta fu no. Niente da fare. Niet! La solita storia della diretta. O se non era diretta, comunque non ci si potevano permettere pause. La finale doveva proseguire. The show must go on, lo sanno tutti, e poco importa se voi giocatori schiattate, anzi, magari se capita diventa ancora più show.
Sentite come la racconta Iuri. “Ero in grave difficoltà. Talmente sudato che non riuscivo più a strisciare sul panno. Dovevo trovare una soluzione. Così a quel punto decisi che avrei bocciato di braccio, come ai vecchi tempi. Misi su il pallino quattro volte a sinistra e feci quattro 10 di fila. Ecco, una soddisfazione così non l’ho mai provata. E forse non la proverò mai più”. Già perché Iuri non lo dice apertamente ma lo fa capire: vuoi mettere quattro 10 di braccio con altrettanti o anche più filotti di cricco?
Ne riparleremo di questo aspetto. Ora torniamo al discorso iniziale. Alla capacità di adattarsi, al saper fare bene tutto. Anche tornare all’antico, se sei uno che quando alza il braccio non lo fa per fermare il traffico (come alcuni giocatori che adesso vanno per la maggiore, non faccio nomi). Se sei uno, insomma, come Iuri Minoccheri, che quando era un bambino e a fatica arrivava al biliardo, la sera andava a vedere suo padre, ottimo giocatore forlivese degli anni Ottanta. Lo striscio a quei tempi dovevano ancora scoprirlo. Figuratevi il cricco.
Giocatore programmato x fare tutto!!!! Praticamente un robot!!!! Unico!!!!
Grazie del commento Paolo
grande Iuri !!!
Il più grande di tutti un autentico CAMPIONE
Campione da subito, contro Yuri non ci ho giocato tante volte ma da ragazzo si vedeva già che sarebbe venuto un grande, in qualsiasi punto del biliardo sa come comportarsi e bene bravo Yuri
Grazie per il commento. Sto cercando materiale sulla scuola ligure degli anni 70-80. Se puoi aiutarmi ti ringrazio.
Bellissimo commento e concordo in toto, Iuri ha tutti i tiri copre tutto il panno ad un livello altissimo…Immenso
Assolutamente
Siamo entrati nei master lo stesso anno secondo il mio parere lui è sempre stato il numero uno ha sempre giocato il biliardo a 360gradi giocatore sempre corretto e stimato da tutti e me ne vanto mio grande Amico avversario
Ciao Francia. Prima o poi dobbiamo vederci. Hai pure tu tante storie da raccontare
Un MITO.
Vero
Yuri nel biliardo è come Pelé nel calcio .
Mi sa di sì
Tecnica, carattere e scelte di gioco che si combinano fino alla perfezione. Unico.
Assolutamente
L’unica cosa che non ha mai fatto, che probabilmente, forse ,chissà non sa fare è bocciare di striscio ! Per il tutto il resto è una enciclopedia, ma il carattere e la tranquillità sono le cose che fanno la differenza ! Se fate attenzione , lui sembra quasi che sia capitato dietro al biliardo così, quasi per caso !!!!
Esatto. Carattere e apparente tranquillità sono determinanti.
tiro di effetto unico tiro un po’ carente per il resto il numero 1 di tutti i tempi
Ciao grazie per aver letto e per il commento
A Juri manca la francesina 😜😜ciao campione 🇨🇵
Ciao perché non ti firmi? Sei Francia?
Sicuramente è il giocatore che gioca il biliardo a 360 gradi aggiungendo una condotta di gioco ineccepibile ,anche nella goriziana non è secondo a nessuno.
CHAPEAU 👍
Ciao grazie per il commento