Ed ecco un altro formidabile contributo che ci consente di dare uno sguardo a pagine storiche di biliardo toscano. Stefano Giannoni ha fatto un gran lavoro inviando anche foto straordinarie, che sono ora un patrimonio di questo blog.
Oggi parliamo dei maledetti toscani. Animali strani i toscani, mettono tutto sullo scherzo, e ove possibile, trovano il modo di scherzare anche prima di una finalissima di un Italiano.
Partiamo col racconto dagli albori, fine anni 60 inizio anni 70, a memoria di un certo Magnini Carlo, (credo si chiami così, ma preferisce farsi chiamare Herrera in onore all’allenatore di calcio dell’Inter di cui è tifoso) è un vecchio giocatore con una gran passione, una mezza mestola, come li chiamiamo noi simpaticamente, quei giocatori che non hanno avuto fortuna ma una gran passione. Herrera ha avuto la fortuna di vivere gli anni 70, è un burbero che frequenta la mia sala biliardi e che non sempre parla del passato, ma quando parte ci racconta aneddoti fiabeschi. Lui si definisce un pioniere della truppa toscana che frequentavano per le prime volte le gare oltre l’appennino, come piace definirle a noi.
Questo in foto è Luigi Bacci, uno dei migliori interpreti delle boccette di quel tempo, qui si ritrae in una finale con il famoso Flumini detto “Stecchino”, (di cui parleremo più avanti). Luigi Bacci era il classico zittone che però nel gioco sapeva il fatto suo e sopratutto sapeva riconoscere al volo il valore dell’avversario e di conseguenza ne aveva sempre il giusto rispetto.
Riprendiamo il capitolo Flumini, per qualche anno visse parte della sua vita nella città di Firenze e fu un grosso innovatore, con il suo modo di interpretare il gioco delle boccette. Almeno in Toscana fu il primo visto a giocare di “striscio”.
Sotto altra foto di Flumini in posa dopo aver vinto la sua partita. Da notare in questa foto oltre al protagonista la lavagna che dice partita vinta a 38 punti. Credo giocassero il due su tre a 36.
In quegli anni un altro protagonista toscano si imponeva nella scena biliardistica nazionale, un colpitore assoluto che della rimanenza dell’avversario faceva la sua forza, Vittorio Maccioni, conosciuto col soprannome di “Pitture”. Era così chiamato per le sue bocciate che sembravano traiettorie dipinte. Un colpitore fenomenale che anche se d’accosto non sempre era micidiale riusciva a capovolgere le partite a suo favore con giocate d’attacco che toglievano il fiato.
Vittorio Maccioni vinse due tricolori, quando ce n’erano veramente pochi in palio durante un anno agonistico, il primo lo vinse a Milano nel 1964 il secondo nel 1966 a Cecina (Livorno). Ho avuto la fortuna di vederlo giocare quando era a fine carriera (inizio anni 80), mi rimarrà sempre impressa una sua battuta mentre si stava giocando l’accesso ai quarti di finale del torneo più importante d’apertura della stagione biliardistica in Toscana. Io segnavo i punti con la stecca, la partita era a 70 e lui aveva il pallino in mano a 58 punti, mi disse cancella la stecca la partita è finita, boccio il pallino e stese tutto il castello, la sala esplose in un tifo festoso per l’impresa dichiarata.
In una hall of fame di giocatori Toscani hanno un posto d’onore il binomio Ceccatelli Andrea e Baroncelli Gianni.
Ceccatelli (ancora in attività) con ben 5 titoli italiani conquistati ( 2000 boccette a coppie, 2009/10 titolo di goriziana e tra l’altro in quell’anno vinse oltre il titolo italiano tutte le gare di selezione, facendo un en plein ancora ineguagliato, poi nel 2014 il titolo dei Master di goriziana e nel 2019 l’over 65.
Baroncelli campione italiano a squadre nel 1976 con il prima citato Bacci Luigi, Gulmanelli e Bruttini Araldo, e poi affermatosi anche nell’Arci vincendo il titolo nell’anno 1988 a Ponsacco (Pisa).
Un altro campione degno di nota è sicuramente Vincenzo Antonelli, agli inizi degli anni 90 si è imposto varie volte nel palcoscenico nazionale vincendo alcune gare, la più epica in finale con Molduzzi, che al tempo secondo le cronache era il numero uno indiscusso, a San Severino Marche nel 1992.
Antonelli poi grazie anche alle esperienze maturate nel campionato bolognese diventò anche Master di boccette. Sicuramente è stato il primo che a mio parere ha vissuto il biliardo in maniera “professionistica”, bocciatore a tutto braccio, forte mentalmente, che nel momento in cui si passò ai biliardi internazionali con il pallino giallo ebbe le sue migliori fortune. Sfruttando il regolamento fu subito così sagace da capire che attaccando la palla gialla poteva segnare punti doppi e quindi fece le se fortune, mettendo in mostra le sue grandi doti di bocciatore, doti che poi negli anni a seguire sfruttò anche nel gioco della goriziana. Credo che sia stato il primo giocatore toscano non più in attività a vestire i due gilet più prestigiosi, ossia quello dei Master sia della boccette che della goriziana.
Ultimo giocatore toscano non più in attività per cui mi sento di spendere due parole e inserirlo a pieno merito fra i big che sono riusciti a lasciare traccia nel panorama nazionale è Simone Giannoni. Già a 16 anni vinceva le sue prime gare in Toscana. Epica la sua prima finale in una gara regionale in cui vinse la semifinale con Ceccatelli e la finale con Baroncelli, che erano già mostri sacri.
Simone Giannoni è stato uno dei primi giocatori che, pur bocciando a braccio alzato, è riuscito ad affermarsi ad altissimi livelli (ricordo anche un grandissimo ravennate di nome Zappaterra, che giocava molto bene in quegli anni) combattendo con i moderni “criccatori”. Pur con errori di bocciata inevitabili riusciva a colmare il gap con tiri di realizzo a tre sponde sulle palle avversarie. Giannoni era un giocatore dal gioco semplice, con poca varietà di tiri, ma con un carattere mostruoso e con un gioco che eseguiva sempre al meglio, con precisione assoluta. Nel 1995 si affermò in una gara nazionale a Poggibonsi (epica la semifinale con un mostro sacro di nome Leonardo Draghetti). Quella vittoria gli consentì di prendere il la, riuscendo diventare Master dopo uno spareggio con l’emergente Leonardi.
L’anno seguente, con alcuni piazzamenti di alto livello come la finale col doppio ko a Forlì Trofeo Artusi, si qualifica e vince la propria poule passando alla categoria Nazionali, ove rimarrà qualche anno, perdendo con Molduzzi a Saint Vincent la possibilità di giocarsi la finale contro un giovanotto che già faceva sfraceli dal nome Iuri Minoccheri. Finale poi vinta da Iuri in rimonta (perdeva due set a zero se la memoria non mi inganna).
Infine una parentesi la vorrei spendere per il settore arbitrale fiorentino che è stato sicuramente di alto livello, vi posto alcune foto in cui potete vedere che questi personaggi erano direttori di gara e arbitri di assoluto valore e venivano chiamati a dirigere gare anche fuori regione.
Spero di avervi fatto trascorrere una ventina di minuti di lettura e di aver soddisfatto un po’ di curiosità, non ho volutamente menzionato bravi giocatori toscani che ancora sono in attività ai quali auguro di poter aggiungere altre pagine vittoriose negli anni a venire.
Ringrazio doverosamente per il materiale messo a disposizione Corrado Romoli, Santino Di Maio, Manrico Bonori, Parisio Ristori, Olinto Ermini, Enrico Bugli
Stefano Giannoni
Che bellezza questo post… Vorrei esprimere i miei più grandi complimenti al settore arbitrale toscano, ogni qual volta che ho partecipato a manifestazioni organizzate da voi sono sempre rimasto piacevolmente colpito dalla grandissima competenza del vostro settore Arbitrale.. Classe, serietà e gentilezza bravissimi 😉
Grazie Gardo
Per i complimenti
Mi fa piacere ti sia piaciuto il post
In effetti le Fotto sono conservate benissimo
Voglio fare i complimenti a Stefano Giannoni…il lavoro e la passione che ha messo a raccogliere le foto di questi campioni, e farle vedere agli appassionati i questo sport meraviglioso….che qualcuno non li
ha conosciuti….io x fortuna li ho conosciuti questi bravissimi campioni….bravo Stefano Giannoni….
Complimenti Stefano , bellissima carrellata di storia , è sempre un piacere vedere quelle foto .
Grazie Marino,
Mi fa piacere tu abbi apprezzato
Un abbraccio a presto
Bellissima rassegna di storia e di imprese del biliardo in toscana.
Solo relativamente di recente i giocatori al di qua e al di là dell’Appennino (a seconda da dove si guarda..) hanno avuto modo di incontrarsi e di misurarsi tra loro nelle manifestazioni nazionali. Una volta, anni 60 e 70, si viaggiava di meno e le opportunità erano molto rare, ma la fama di “Pitture” e di “Stecchino” per esempio, visti qui in foto, era già arrivata anche a Bologna.
Ricordo ancora i loro nomi, anzi i nickname come si dice adesso, anche se mai li ho conosciuti o visti giocare .
Si in effetti è vero ció che dici in quegli anni si viaggiava meno ma certe gare ove c’erano anche 1000 iscritti come ricorda Cico dovevano esser belle da seguire
Sono passati circa 30 anni ma fa sempre piacere rivedermi nella foto con i master dell’epoca e mandare un saluto a Vincenzo Antonelli persona squisita e giocatore con un braccio eccezionale e forte mentalmente un abbraccio.
Delbene Enrico
Ciao Enrico
Ti ho visto giocare tante volte qui in Toscana sia a Firenze che ha Empoli eri quasi imbattibile 💪🏼 Vincenzo apprezzerà i tuoi saluti
è veramente “toccante” rileggere e rivedere questi passi di storia …
anch’io mi riconosco in quella formazione dei Master, il secondo in alto a destra, poi con calma (e una lente) sono riuscito a riconoscere quasi tutti!
un abbraccio a tutti!!!
ferrino fanti
Grazie per aver letto e per il tuo commento.