Più palestre che sale

La mozione è accolta. Proviamo a tirare fuori qualche idea, qualche proposta con spirito costruttivo per il futuro delle boccette. Oggi, ancora grazie alla collaborazione di Alessandro Cavazza, ho la possibilità di farvi ascoltare un punto di vista del presidente nazionale della Fibis, Andrea Mancino. Si tratta di uno spezzone molto interessante dell’intervista (pre Covid) realizzata per il libro-film “Dal bar allo sport”.

https://youtu.be/aaWZlzvOcDs

A un quarto d’ora di macchina da casa mia, a Massa Lombarda, c’è un’azienda di stampanti 3D con cui collaboro da sei anni, ovviamente per la comunicazione. Si chiama WASP ed è conosciuta in tutto il mondo. Non c’è radio, televisione, giornale che non abbia raccontato almeno una volta la bella storia di quella che era una piccola bottega artigiana e ora dà lavoro a una quarantina di persone. Non c’è mass media che non abbia descritto il sogno, la visione che è alla base di questo piccolo gioiello romagnolo. Non siamo così pazzi da credere di poter salvare il mondo, ma siamo abbastanza pazzi per provare a farlo è il mantra di WASP. Perché vi racconto questa storia? Perché penso sia un buon esempio a cui ispirarsi.

L’Accademia del biliardo di Firenze (foto tratta da Facebook)

Dunque potremmo declinarla così: Non siamo così pazzi da credere di poter salvare le boccette, ma siamo abbastanza pazzi per provare a farlo. Chi ci sta? L’impresa non è semplice, lo so. Il rischio di fallire è dietro l’angolo, ma se non ci proviamo noi appassionati, nessun altro lo farà.

Ho letto i vostri commenti, qui e su Facebook. C’è parecchio fatalismo, ho trovato tanta rassegnazione, ma sono scaturite anche idee, proposte, speranze. Ne cito alcune. Rinnovare i contenitori facendoli diventare scuole di sport, palestre proprio come dice il presidente Mancino; trovare formule attraenti per i giovani e le donne; cambiare e possibilmente unificare i regolamenti, gli attrezzi; insistere sulla scuola ma con educatori preparati in grado di divulgare il messaggio; spingersi alla conquista dei paesi esteri. Insomma far diventare sempre più sport e sempre meno gioco il biliardo.

Ognuna di queste idee, secondo me, ha un senso se declinata adeguatamente e con perseveranza. La mia opinione è che le boccette devono fare un salto di qualità, devono cioè dotarsi di una nuova veste, più attraente, luccicante, commercialmente interessante e appetibile. Solo così, per dirla alla romagnola con Marino Fabbri, potrà esserci qualcuno interessato a butei di baiocc (buttarci dei soldi). E potrà mettersi in moto un meccanismo virtuoso che rilancerà il movimento. Questa almeno è la mia speranza.

Non chiederci la parola che squadri da ogni lato… Inizia così una fulminante e strepitosa poesia di Eugenio Montale. Ugualmente non chiedete a me la soluzione del problema. Vi ho solo detto che non sono così pazzo, ma sono abbastanza pazzo. Come giornalista professionista che ha lavorato oltre 40 anni nell’informazione posso dirvi che rispetto a quelli già citati, e ad altri che avrò dimenticato, c’è un aspetto altrettanto, se non più importante. Io lo definirei NARRAZIONE. Non basta riverniciare, bisogna anche raccontare, divulgare, saper vendere il prodotto. E occorre farlo bene, con una veste seria, credibile, professionale. Vi assicuro che aiuta parecchio. La comunicazione ormai è fondamentale, importante almeno quanto lo sono tutti gli altri aspetti a cui accennavo prima.

Poi una cosa voglio dirla, e mi rivolgo anche a me stesso, a noi 50-60enni e passa. Per favore proviamo ad aprirci almeno un po’. Smettiamola di essere sempre così nostalgici e autoreferenziali, chiusi in quelle nostre piccole “caste” attorno ai biliardi. Noi stessi se avessimo 20-30 anni le troveremmo respingenti. Non so se ci avete fatto caso, ma siamo così ingombranti che dove andiamo, noi di una certa età, facciamo piazza pulita. Volete un esempio? Facebook. È un social, si usa lo smartphone, insomma è quanto di più moderno possibile. Eppure ormai lo frequentano solo i cinquantenni e passa. I più giovani, sfrattati, hanno già scelto altri mezzi, sperando di non averci più tra i piedi.

Bene, la questione ormai è aperta. Io per ora me la svigno e mi rifugio nel finale della poesia di Montale. Codesto solo oggi possiamo dirti, ciò che non siamo, ciò che non vogliamo.

Grazie ad Alessandro Cavazza

Grazie a Giuliano Rontini per le foto delle sale

19 risposte a “Più palestre che sale”

  1. Proprio così ! Più Palestre che sale .
    Il cambiamento sta proprio nella mentalità di come deve trasformarsi il gioco del biliardo in vero sport.
    Centri di indirizzo alla specialità delle boccette , con preparazione psicofisica, teorica, pratica e regolamento.
    Se non c’è attività fisica il gioco non è credibile. Anche per praticare la Disciplina del gioco biliardo si dovrà andare ad allenarsi con la borsa sportiva.

  2. Finalmente cultura. Grazi è ancora grazie. Al biliardo é mancato questo la cultura. Ogni sport professionistico o no é circondato da cultura e mi sono sempre chiesto perché le boccette e l’unico sport ove la cultura é stata sempre snobbata anzi a tale signora non abbiamo mai cuestilo scusi é libera…. Non si é mai voluto creare un matrimonio tra boccette e cultura. Per cultura intendo Scuola istruzione viaggi e altro Non si é mai voluto creare un tridente tra elementi così potenti amalgamati al ns sport. I dirigenti del ns sport se vogliono veramente che il ns sport non vada alla deriva devono fare in modo che la cultura sia una oarte predominante del biliardo boccette. Esempio banale prossima settimana ci sono ke prove master boccette a Firenze. Bene i giocatori saranno a che oaderi bene perché la Fibis non ha organizzato intorno a tale evento un giro turistico per far conoscere le meraviglie di Firenze e poi presentarsi Alka prova con un qualcosa di più. Legare biliardo e cultura e a mio avviso un elemento vincente

  3. Sono pienamente in sintonia per fare. studiare e pianificare interventi per sviluppare il nostro gioco.Logicamente vedo tantissimi ostacoli e difficoltà. Il coinvolgimento dei giovani è difficilissimo.Ho seguito al Circolo dello sport di Ravenna per quattro anni il corso scolastico ma poco si è raccolto.Penso che il coinvolgendo i ns. campionissimi potrebbe essere un elemento trainante ma questa soluzione rappresenta un discreto costo e credo che sino a quanto non saremo una F.S.N. e quindi potremmo disporre di notevoli contributi dal CONI rispetto agli attuali sarà ben difficile qualsiasi obiettivo.Resta per me una una cosa astratta “palestre e non sale bar”ma chi le gestirà?quale ente proprietario?quali costi?Non risulterà poi nociva la concorrenza con le sale.Ricordiamoci che i gestori della sale spesso rivolgono critiche al Comitato Regionale Emilia-Romagna in quanto si sentono danneggiati e fanno notare sale desolanti durante il mese di maggio (conclusione della stagione al Palazzetto di Cervia) e solo di un mese si parla figuriamoci impianti definitivi! Questo ciò che penso,raccogliamo idee e confrontiamoci. Saluti a tutti

  4. Salve,penso che la chiave del successo sia restare fedeli a se stessi…Il biliardo è nato come gioco da bar e di intrattenimento,è la sua identità ed il suo fascino.. Piuttosto,cercherei di amplificare questa associazione con i giochi di carte che si sono evoluti nel Texas Poker con tanti giocatori e grossi premi…Si potrebbe prendere spunto dal Casinò di Portorose che fa una gara annuale che attira moltissimi giocatori…Si potrebbe di cercare di portare quante più fare possibile nei casinò con premi di un certo livello e far giocare le persone in ambienti sicuri ..In un periodo dove molti casinò hanno avuto dei notevoli cali per la liberazione delle slot machine, potrebbe diventare una collaborazione proficua per entrambe le categorie (un punto di partenza potrebbe essere il Casinò
    Di Campione quando riaprirà…Inoltre si lavorerebbe su delle strutture già presenti in tutto il mondo.. Grazie x il tempo dedicato a leggere il mio pensiero

  5. A.C. – D.C. = AnteCovid – DopoCovid, parafrasando ante e dopo Cristo. Ovviamente con l’avvento dei giochi elettronici da bar e poi internet, il ricambio generazionale dei giocatori, come avvenuto negli anni 70 e inizio 80, per quanto riguarda il biliardo aveva già imboccato il viale del tramonto dagli anni 90 in poi. Il Covid ha fatto toccare il fondo, infatti penso che nessun giovane abbia potuto intraprendere con passione questo gio-rt (gioco/sport). Per giovane intendo tra i quindicenni e i ventenni, anche femmina, insisto. Minoccheri ha evidenziato che nessun giovane( e sono un bel gruppetto) che frequenta il circolo di Bussecchio è attratto dal gruppo di campioni nazionali (mondiali) presenti lì. Allora se Maometto (giovane) non va alla montagna (biliardo), la montagna andrà da Maometto…bene la scuola, ma i ragazzi e ragazze frequentano altri posti dove un biliardo non è mai entrato, e parlo di biliardi mordi e fuggi, dove un assetto perfetto, la lavagna, panno da 800 euro non possono esistere.
    Altro aspetto, molti di noi appassionati non hanno poi così tanto tempo durante la FUTURA (D.C.) stagione biliardistica, andrebbe ripensata anche quella, convenendo con il sig. Amorati per quello che ha postato…c’è nè che c’e nè se si vuole tentare di partire con il piede giusto. Penso che il CONI abbia esperti nel marketing per un approccio iniziale, basale. Mi fermo qui.

  6. Grazie davvero per i vostri commenti che ravvivano il confronto. Io non penso affatto che i biliardi debbano sparire dai bar. Purtroppo sta succedendo, in alcuni casi per scelta in altri per necessità. Ma i baristi che non mollano i panni verdi spero siano la maggioranza. E credo abbiano solo da guadagnare se nei prossimi anni si riuscirà a ridare linfa alle boccette, ad esempio formando qualche giovane da inserire nelle loro squadre. Quanto alle sale ce ne sono alcune davero belle. Poiché temo che in pochissimi avranno il coraggio di aprire nuove strutture in questo periodo, la mia opinione è che proprio quelle sale possano diventare “centri sportivi” dedicati al biliardo. Quanto ai finanziamenti del Coni, caro Amorati, bisogna assolutamente percorrere la strada per ottenerli se c’è. Non sono competente in materia.

    1. Non condivido. Mi piacerebbe fare una domanda secca ai campioni? Minoccheri che gestisce il bussecchio quante gare ha organizzato anche per tanto farw per i ragazzi? Risposta zero

  7. I tanto per dire fate una domanda secca ai master boccette e chiedete personalmente quante volte hanno chiesto al giovinetto di partecipare ad un gara oppure giocare in coppia tuuto il.pomeriggio con lui contro altro big o altri compagni di squadra Ota il covid prevede giocate singe però il che frequento i bar non ho mai vusto un big chiedere al puciootro di turno ehi vuoii impatere a giocare a boccette mai e poi

  8. C’è una cosa che è fondamentale per un cambiamento, la volontà di cambiare, quello che i dirigenti di questo gioco non vogliono fare, mi spiego meglio, chi muove i fili di questo “giochino” vuole maneggiare come meglio crede e senza interferenze alcune, non è permesso criticare e ancor meno suggerire, qualsiasi tipo di cambiamento è stato fatto in linea peggiorativa, punti doppi su ogni tiro, anche il più fortuito, acchito del pallino posizionandolo a proprio piacimento, la famigerata raspona, regolamenti che vanno contro ogni logica (vedi la regola applicata alle squadre che non terminano il campionato attuale) titoli italiani dispensati come fossero noccioline etc etc.
    Sono in sintonia con te Maurizio, in merito alla cosidetta NARRAZIONE, ho vissuto diverse dirette in Rai sia con Trandafilo che con Bulbarelli, sono convinto che quando le telecronache le faceva Bulbarelli qualche centinaio di spettatori in più li facesse, vogliamo parlare della qualità dei commenti di Ldc nelle sue tv private?
    E’ quanto di più fazioso ci possa essere, mai c’è l’ammissione di un tiro fortunato o casuale che si voglia dire, sgrammaticato all’ennesima potenza con l’utilizzo di termini che non rientrano nel vocabolario italiano, ma credo nemmeno in quello di altri paesi, potrò sbagliare ma non penso sia un bello spot per il biliardo ascoltare una telecronaca di questo tipo.
    Ebbene credo che quanto sopra elencato non rientri nella volontà di un cambiamento con il fine di rilanciare il gioco delle boccette, penso invece che si voglia continuare a zappare il proprio orticello e raccoglierne personalmente i frutti.
    Io ne avrei ancora molte da dire ma non voglio abusare di questo spazio per cui concludo dicendo che personalmente il biliardo è stata “la mia vita” per un lungo periodo, questo con i biliardi internazionali è un aborto, una mutazione genetica di quello che è nato come biliardo boccette.
    Buon biliardo a chi coltiva ancora questa passione.

  9. Ciao grazie Maurizio per tale altro capitolo.
    Come accennato prima finalmente un po di cultura citando Montale.
    Il biliardo se vuole crescere deve partire di nuovo dalla base. In primis dalla cultura. il biliardo deve rientrare in punta di piedi creare introno al lui altri intrattenimenti essere più accattivante trovare soprattutto con l’aiuto di esperti del settore marketing e non solo altre forme di attrazione che portino persone nuove da avvicinarsi a tale sport.
    Io personalmete partire dalla cultura. Esempio prova master di Firenze.
    Questo discorso sotto va oltre al COVID faccio finta che non ci sia, magari!, ma per dare un’idea di quanto voglio sostenere.
    Prova master Firenze.
    Creare intorno a tale manifestazione altre ricorrenze.
    Mi spiego meglio. Ci sono le scuole che si stanno muovendo facendo in modo che il biliardo faccia parte integrante delle lezioni. Bene perché non rinforzare ciò organizzando una bella gita scolastica introno alle meraviglie di Firenze e poi tutti insieme fermarsi a vedere i big mentre giocano.
    Magari tra una partita e l’altra intrattenersi con gli studenti e rifar rivedere, in periodo di stacco, magari i tiri effettuati durante una partita richiesto proprio dallo stesso alluno. Per cultura parlo di questo.

  10. Concordo con la descrizione di Luca il regolamento attuale col VERO biliardo a boccette non centra nulla, siamo sinceri l’attuale gioco su biliardi internazionali è completamente un altro gioco.
    Il tutto è nato a metà anni 80 in quando i biliardieri non vendendo più un biliardo e il loro lavoro era diventato solo cambio panni o al massimo qualche sponda e la federazione dei tempi passati era in grande difficoltà in quanto per portare i biliardi in palazzetti o sale per effettuare le finali di gare importanti o di campionato a squadre che duravano circa una decina di giorni le ditte di biliardo volevano essere pagati (anche giustamente non vendevano più un biliardo). Allora è venuta la brillante idea di un biliardo unico tra stecca e boccette così chi voleva giocare in FIABS doveva adeguarsi a cambiare i biliardi con le buche con quello senza. Tanti lo fecero e tanti no, es. noi a Savona e Imperia li cambiammo tutti, a Genova che sono quasi tutti circoli con minimo 4 biliardi li cambiarono in pochissimi quasi nessuno. Vorrei ricordare un’altra cosa all’inizio dell’era degli internazionali tanti biliardi erano con le buche rifatti ad internazionali un obbrobio terribile.
    Un saluto a tutti in modo particolare a Luca Casadei che non lo vedo da almeno 25/30 anni
    Enrico Delbene

    1. Caro Enrico se non sbaglio ci siamo incontrati in semifinale a Reggio Emilia, coppa campioni a squadre prima edizione, non so come ma vincemmo noi della Bocciofila Imola, in finale contro il fortissimo President.
      Sarebbe bello incontrarci senza lo stress della partita, per cui l’augurio è quello di trovare l’occasione giusta per sederci a tavola a ricordare il passato, un abbraccio forte.
      Luca Casadei

  11. Inoltre bisognerebbe privilegiare la GORIZIANA x gli eventuali nuovi adepti, molto più semplice da capire e da attuare. Poi si potrebbero organizzare gare per i neotesserati con premiazione rovesciata, x es. chi passa la batteria prende un premio quasi uguale al vincitore della gara, cercanco di fare un esempi con una qualsiasi gara attuale dove passare la batteria equivale mediamente 100 $ + la sua iscrizione e il vincitore 500/600$ circa, ricalibrando i premi a chi passa la batteria 200 $, poi a ogni ulteriore vittoria 10 $ in più, non ho fatto i conti ma volevo rendere l’idea (credo che il costo delle iscrizioni andrebbe almeno dimezzato)

  12. Caro Luca non hai parlato con un sordo o scritto per un cieco se vuoi organizzare dalle tue parti con Maurizio e qualche vecchio giocatore se poi ci fosse il grande Valerio mi farebbe un immenso piacere, con mia moglie al tavolo dire di no non riesco, quando vuoi mi chiami (3383784146) salto in macchina e arrivo.
    Un abbraccio Enrico

  13. Maurizio nel commento ho scritto il mio numero di cellulare se vuoi cancellalo, ma devi chiamare Luca Casadei e darcelo grazie
    Un saluto Enrico Delbene

  14. Ma secondo voi quale motivo avrebbe un giovane per interessarsi al biliardo? Divertimento ok, ma quello che attira sono soprattutto fama e soldi, e nel biliardo odierno non c’è nè l’uno nè l’ altro, quindi se non cambiamo questa situazione, lasciamo ogni speranza su un ricambio generazionale.

    1. Sono d’accordo. Infatti ho già scritto più volte che servono investimenti. Anche un comunicazione. Peraltro fatico a essere ottimista su questi aspetti.

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