Quando Modena ha messo la freccia

Con grande piacere pubblico un articolo non scritto da me. Ringrazio chi l’ha spedito e spero di riceverne presto altri.

Moreno Montanari con Cerchiari

Mi ricordo… dicevano sempre i miei genitori a me poco più di ventenne, ora ho l’età per dirla io quella frase, dall’alto del mio quarantesimo campionato consecutivo e ahimè non concluso. Agli inizi non capivo bene a cosa stessi partecipando, ma c’era sempre l’esperto al bar che dall’alto del nulla ci spiegava, a noi adolescenti, che i veri giocatori non giocavano da noi nell’Arci (neanche lo chiamava Uisp), ma nell’altra federazione, dove si bocciava dalla seconda riga perché dalla prima, come facevamo noi, era troppo facile. E giù soprannomi leggendari, come Lattuga, Il Barbone, Capleina, Il Ciop, tutta gente che poi col tempo iniziai a vedere nel nostro di campionato e anche in seguito qualche volta a battere.

Moreno Montanari con Fabio Corradini

Si giocava alla bolognese perché il gioco lo avevano inventato “loro” e “loro” dominavano, intendo un gioco molto spumeggiante, dove il realizzo e la bocciata di rimessa la facevano da padroni. Chi ne faceva di più vinceva e i bolognesi ne facevano tanti di ometti. Se andate a vedere l’albo d’oro degli Italiani, i primi modenesi a vincere il titolo sono stati Cristoni e Castagnetti di Piumazzo, entrambi di scuola bolognese diciamo, anche se qualcosa nel loro gioco stava cambiando. Io naturalmente non ci capivo molto all’epoca, avevo poco più di 20 anni e giocavo coi “tristi” in Ghirlandina, ma sapete… si cresce e si pensa di capirne sempre di più.

La squadra del Big Star

Anni 80, bolognesi ancora mattatori, con qualche inserimento di romagnoli. Modenesi quasi assenti. Poi il trend lentamente si inverte, Bologna giù e Modena più su, nasce una generazione di campioni che ancora ce la portiamo appresso: Degli Esposti, Copelli, Rovinetti, Messori, poco dopo Cardinali, Andreotti. Ma come? Prima si prendeva sempre “la paga” e adesso vinciamo quasi tutto noi?

Messori

In quell’elenco ho volutamente tralasciato il nome di un giocatore che a mio avviso è stato determinante per lo sviluppo del movimento e intendo Moreno Montanari. Cosa ha fatto il “Morro” per determinare questo cambio di rotta per il movimento modenese?  Giocare a punto semplice, no? Ha fatto vedere che il punto e la stategia annessa sono più determinanti dei filotti, che il non far bocciare l’avversario, il coprire il gioco sia sopra che sotto pagava di più.

Montanari con Danilo Mainardi

Voi mi direte… grazie al cappero è l’acqua calda, sì ma anche no. Moreno più degli altri ti imbrigliava nelle paludi del gioco di sotto, sempre con quella misurina che alla lunga sfiancava anche chi filotto lo faceva tutti i giri. E venne il primo Italiano a coppie con Remorgida, poi due con Degli Esposti e uno con Copelli, mi sembra almeno una finale sempre con Degli Esposti (vado a memoria). Era capace di vincere anche gare a singolo con appena due filotti per partita. Mettendoci il tempo che ci doveva mettere, ma le vinceva (e spero le vincerà ancora si intende). Sarà talento ma giocatori come Corradini, Affinito, Iotti hanno fatto il salto di qualità quando hanno giocato con lui all’Olimpico. E il movimento crebbe fino a quasi dominare la scena.

Articolo firmato

In chiusura alcune immagini di squadre che ho recuperato al Manzoni ma che personalmente non sono in grado di individuare

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2 risposte a “Quando Modena ha messo la freccia”

  1. prima e quarta direi ollimpico, la seconda club ferrari, le altre 2 foto probabilmente hai scambiato Montanari con Facchini 🙂

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