Ci voleva una scommessa con Luca Casadei per farmi tornare così indietro nei ricordi. Ma non mi sono fatto prendere troppo dalla nostalgia ed è stato bello ritrovare, ad esempio, questa foto del Moto Club stagione biliardistica 79-80.
Avviso ai naviganti: questo articolo sarà quasi esclusivamente imolese, molto autobiografico, è molto probabile che io scriva perfino di me stesso che sono stato un bravo giocatore, per cui il consiglio spassionato che vi do è di passare oltre.
La scommessa con Luca l’ho vinta io, sarà costretto a pagarmi da bere perché l’anno era il 79-80 (lui diceva 80-81). Per risolvere la questione sono andato a consultare gli archivi del settimanale imolese Sabato Sera, dove ho trovato diversi articoli e la foto. Quell’anno Luca tornava a Imola dopo alcuni campionati a Bologna e fu il nostro sponsor, Romano Toni (ex portiere nel calcio) a consentirci di acquistare il numero 1 indiscusso. Luca era l’unico che prendeva soldi, ma la cosa non ci importava perché volevamo vincere il campionato e ci riuscimmo grazie a uno strepitoso girone di ritorno. Al Palazzo a Bologna però non andò bene e tra poco ci arriviamo.
Molti di voi lo sanno: si giocava su due biliardi 2.70 con le buche, prima le quattro coppie e a chiudere i due singoli. Poi, in piena notte, mangiavamo qualcosa e scattava inesorabile il “Processo alla tappa” con cui si analizzava dalla prima all’ultima boccetta. Non mancavano ovviamente le polemiche. Io ero studente fuori corso e la mattina dopo me la dormivo, ma mi sono sempre chiesto come facevano tanti altri ad alzarsi per andare a lavorare.
Per me fu una bella stagione. Venivo da due Campionati Imolesi individuali vinti consecutivamente e fui scelto dal capitano come secondo singolo, vincendo la concorrenza con l’ottimo Franco Musconi. Ricordo che ebbi qualche difficoltà perché fu l’anno in cui inserirono la cosiddetta “seconda riga” per la bocciata di acchito, ma trovai una soluzione accettabile spostandomi a sinistra. E soprattutto vinsi una partita decisiva contro uno dei miti imolesi dell’epoca, “Thomas” Brusa, grazie alla quale passammo in testa alla classifica a un paio di giornate dalla fine.
Potrei scrivere tante cose di ognuno dei giocatori ritratti in foto, alcuni dei quali purtroppo se ne sono andati troppo presto (di Ketch Caravita ho scritto qui https://www.biliardoboccette.it/compagni-di-viaggio/ ) chissà, magari un giorno lo farò, ma ora voglio fare solo un accenno al mio esordio al Palazzo dello Sport di Bologna, che avvenne proprio quell’anno.
Qualche anno prima ero andato a vedere le finali provinciali nella “bomboniera” di piazza Azzarita ed ero rimasto stupefatto: mille, forse duemila persone sugli spalti a tifare per il Kobra, il Manzoni, il Casella, insomma le squadre più forti dell’epoca. Ero lì anche perché dovevo ritirare la medaglia d’oro per la miglior coppia in serie B. Allora giravano “patacche” notevoli, tanto è vero che qualche anno fa rivendendo il mio “bottino” mi sono pagato buona parte del lavoro del mio dentista, ma non voglio, in questo articolo, entrare nel merito dei rimborsi spesa attuali. Magari lo farò più avanti.
Dunque, ero lì per ritirare la mia medaglia e vidi tutta quella gente che tifava per i vari Fava, Piazzi, Cavazza e così via. Decisi che prima o poi ci sarei andato anch’io a giocare a biliardo sotto ai canestri di Villalta e Brunamonti. Il 79-80 con Casadei in squadra doveva essere l’anno buono e fu proprio così. Ma non andò come avevo sperato, anche se personalmente mi cavai una discreta soddisfazione.
Si giocava contro il Kobra su due turni (due coppie e un singolo) e mi buttarono subito in pista. All’inizio mi tremavano un po’ le gambe (che ve lo dico a fare…) con tutta quella gente sugli spalti che mi sembrava puntasse gli occhi solo su di me, in attesa dei miei inevitabili errori. Giocando però mi resi conto che tutto sommato non ero lì per caso. Il mio avversario (Tampieri detto “Biciclino”) non fece una gran partita, io azzeccai qualche filotto. Insomma: incredibilmente lo feci fuori in una ventina di minuti. Ma entrambe le nostre coppie furono sconfitte.
Poco male, pensai, visto che nel secondo turno abbiamo Luca che vincerà sicuramente contro il mitico Giaroni. E in effetti lo fece. Quindi una vittoria di una delle altre due coppie sarebbe stata sufficiente per portarci alla coppia di spareggio. Già, ma quella vittoria non arrivò e fummo eliminati al primo colpo.
Al Palazzo tornai successivamente con la maglia del Bar Fiumi di Imola, ma le squadre di Bologna allora erano sempre superiori alle nostre, se escludiamo l’exploit del Celsi di cui ho parlato qui https://www.biliardoboccette.it/36-2/.
Leggendo il Sabato Sera dell’epoca mi è tornato in mente invece che a sfiorare il colpaccio quell’anno fu un’altra squadra imolese: il Bar Franco. Arrivò alla finalissima contro il Manzoni e sul 3-2 per i bolognesi Secondo Garelli ebbe la bocciata a disposizione per battere nientemeno che Checco Fava. Non ci riuscì.
Adesso Garelli (che è addirittura meno giovane di me) lo vedo tutti i giorni al Campanella. Gioca ancora, non va mai a punto di misura come sempre in carriera, ma nelle giornate di vena è ancora piuttosto pericoloso. Questa però è un’altra storia.
Gran bella storia. Quando il biliardo era solo uno . Quando le Associazioni, Le Federazioni, gli Enti erano solo uno. Quando lo scudetto era solo uno. Quando tutte le finali si giocavano a Palazzo e il Palazzo era solo uno, quello di Piazza Azzarita. — Dobbiamo riuscire a tornare a quei tempi.
Un caro saluto a Secondo Garelli detto “Tondo” che quest’anno ha lasciato la squadra della Ponticella dove abbiamo giocato insieme negli scorsi due campionati UISP.
Ancora validissimo, sempre entusiasta, e sempre presente, nonostante a volte fosse costretto a venire da Imola in corriera.