Ricci, il re dei Master

Daniele Ricci è un personaggio che dal punto di vista biliardistico mi affascina molto. Da tempo volevo scrivere qualcosa su di lui, pur non avendoci mai parlato se non per interposta persona (ovvero Alessandro Cavazza), ma non mi decidevo a farlo. Ora provo a raccontarvelo così come lo vedo io, consapevole del rischio di scrivere molte più stupidaggini di quelle che già scrivo regolarmente. Spero mi perdonerete e soprattutto spero che lui mi perdonerà.

Daniele Ricci

Che Ricci sia un fuoriclasse, forse attualmente il più forte di tutti e di sicuro uno dei più forti in circolazione, non lo scopro certo io. Il suo dominio tra i Master è scritto e certificato. Già questo basterebbe. Ma qui siamo di fronte a uno dei pochi predestinati delle boccette. Sì, predestinato. Come definireste, altrimenti, un ragazzino che dopo pochi mesi di pratica sul panno verde viene iscritto quasi obtorto collo ai Campionati Romagnoli individuali di Terza Categoria e li vince? Era la prima gara che faceva, la prima volta che giocava da singolo.

La storia che Ricci ha raccontato ad Alessandro Cavazza ha alcuni punti in comune con quella del giocatore a cui lui stesso dice di aver ”rubato” molto, anche per similitudini fisiche, cioè Luca Casadei. Ecco un esempio. Siamo alle soglie del Duemila, Ricci ha 16 anni, ovviamente va ancora a scuola e sua madre non vuole certo saperne di biliardo, però il ragazzino ha cominciato a frequentare un bar, ha osservato i giocatori e uno di loro in particolare lo ha preso sotto la sua ala protettiva. Si chiama Luca Bartolini. È Bartolini che gli fa vedere i primi tiri, le prime giocate. A iscrivere Daniele ai Romagnoli di cui sopra è invece il barista, che si preoccupa anche di andarlo a prendere in macchina: lo porta a Cervia e dopo mezzanotte, cioè dopo la finale vinta, lo riporta a casa in gran fretta. Già perché Daniele la mattina dopo deve andare a scuola.

Ricci e sullo sfondo Enrico Rosa

Predestinato. Ne volete sapere un’altra? Daniele passa direttamente dalla serie C alla serie A, vince partite su partite, medaglie dopo medaglie, ma gli piace il calcio, ha altri interessi, per cui non partecipa alle gare. Anche qui serve un intervento esterno e questa volta tocca a Enrico Rosa. È lui a iscrivere Daniele ai Campionati Italiani di Prima categoria. Mi pare quasi di assistere ora al dialogo tra i due. “Guarda che non ci vado!”, “Vacci dai!”, “No!”, “Sì!”. Il finale è scontato: Daniele ci va, vince il titolo e di lì a poco entra tra i Master. Predestinato.

Con Fabio Corradini

Ancora adesso Daniele vive il biliardo in modo differente rispetto a molti altri giocatori. Non lo vedete alle gare nazionali, solo tra i Master (dove se non sbaglio ha giocato quattro finali, con tre vittorie, negli ultimi quattro anni) e nel Campionato a squadre di A1. Punto. A osservarlo appare come un ragazzo riservato, di poche parole. Non è, insomma, il classico giovialone che arriva e distribuisce pacche sulle spalle un po’ a tutti. Ma sempre a Cavazza lui stesso ha spiegato questo lato del suo carattere: a parte Luca Molduzzi, Fabio Corradini e pochi altri, gli amici veri di Daniele vivono fuori da questo mondo ed è con loro che abbandona quel suo aspetto di apparente introverso. In più non ama i social, non li frequenta per scelta e li considera negativi per il biliardo. Già, ma non abbiamo ancora parlato di un’altra persona fondamentale per Daniele, forse il più importante di tutti sul panno verde, Marco Merloni.

Marco Merloni

Succede che Merloni diventa proprietario del bar che frequenta Daniele, la squadra è promossa in Eccellenza e arriva anche Casadei. È il momento magico, quello del salto di qualità. Ricci gioca un paio d’ore con “Il Maestro” tutte le sere. “Merloni mi ha insegnato il biliardo – ha raccontato Daniele sempre a Cavazza – anzi per meglio dire me lo ha trasmesso. Non è semplice spiegarlo. Adesso molti mi dicono: mi insegni a giocare? Non so fare. Il biliardo non è questione di misura o di geometria, è qualcosa che devi sentire dentro. A volte può esserci un tiro che secondo la matematica non può esistere ma tu te lo senti, lo provi, e ti riesce”.

Beh, certo è più facile che il tiro riesca se ti chiami Daniele Ricci, ma devo dire che anch’io, nel mio piccolo, mi riconosco molto in questa definizione del biliardo. Non si insegna, chi vuole imparare deve ispirarsi ai migliori, deve quasi succhiare, se mi permettete il termine, l’essenza del gioco. E qui capisco anche un altro aspetto, che dall’esterno avevo frainteso. Come molti, la prima volta che ho visto giocare Ricci ho pensato “Ma chi glielo fa fare di giocare in un modo così spumeggiante? Fa sempre dieci a bocciare…”. Così mi sono fatto l’idea che lui avesse quasi bisogno di tentare tiri azzardati, e apparentemente rischiosi, più che altro per se stesso, per il gusto dello spettacolo. Non è così. Anche questa scelta è frutto dello studio fatto in gran parte proprio con Merloni. Perché Ricci ha capito ben presto una cosa: nel biliardo moderno ad altissimi livelli l’unico modo per primeggiare è giocare d’attacco. Ad esempio effettuando calci di seconda alla velocità della luce saltando i birilli. Vabbè qui, lo ammetto, soffro anche un po’ di sana invidia.

 

14 risposte a “Ricci, il re dei Master”

  1. Ci sono quelli bravi, i campioni, i fuoriclasse e quelli che il biliardo ce l’hanno nel sangue…..ecco appunto….Daniele le boccette le ha nel sangue……

  2. Tutto corretto, ma per fare una sintesi del giocatore che è si potrebbe dire così: prendete il miglior bocciatore, il miglior “puntatore”, il miglior tiratore di frullo, insomma prendete la migliore caratteristica di ogni giocatore e vedrete che Daniele lo saprà fare meglio.
    In poche parole non ha punti deboli.

    1. Non sono d’accordo col tuo punto di vista, in quanto Ricci Daniele ha punti deboli. Non è il miglior bocciatore, il miglior puntatore e nemmeno il migliore di frullo, però al momento è il più forte di tutti, certamente sui biliardi nuovi, i più sensibili e difficili dove giocarci, considerando che non si gioca sul “proprio biliardo” di casa e nemmeno su quelli di campionato che oramai si conoscono quasi tutti dopo tanti anni di partite. Nelle finali Master è il più forte, senza ombra di dubbio. Credo (parere mio personalissimo) abbia i margini per potere crescere ancora, ma questo dipenderà solo ed esclusivamente dalla sua volontà. I mezzi li ha, poi la testa li deve saper utilizzare.

      1. Guarda, ti posso dire che di ore di biliardo di Daniele ne ho viste veramente tante e sono più che convinto che sia in grado di eseguire qualsiasi tiro al pari del migliore. Già quando dici che non è il miglior bocciatore avevo quasi smesso di leggere 🤣🤣🤣 gli ho visto fare cose nel bar col cricco che voi umani 🤣🤣🤣🤣

        1. Scusa se nel post di prima risposta per errore non mi sono presentato, sono Gian Marco Zuffa.
          Ribadisco quanto detto, specialmente sul fatto che a bocciare potrebbe, “parere personalissimo”, fare ancora meglio. Il migliore bocciatore di acchitto, negli ultimi tempi, secondo me è forse Andruccioli Alberto, in quanto a differenza di Ricci, boccia una tagliata naturale non troppo vicino al castello e che lo porta a fare non solo dei filotti e dei 10, ma anche parecchi 12. Da non dimenticare poi in acchitto Luca Alpi. Bocciare come boccia Ricci devi essere perfetto con la testa, come difatti alcune volte a tiro di partita ha sbagliato il birillo. Può migliorare ancora la bocciata, si deve solo convincere che può farlo, anche se di birilli ne fa già tantissimi. Criccare nel bar in allenamento è tutta un’altra roba.

          1. Guarda, mi ricordo solo una volta in cui ha sbagliato il birillo per partita, ma si parla di anni fa, di una partita importante con una pressione enorme addosso.
            Potrei raccontarti tantissime cose, ma basti pensare che quando fa 2 la gente si meraviglia.

  3. Si cimenterà mai nelle buche? Di sicuro ha una notevole valenza umana e mediatica…(capitali in una disciplina definita in declino… ). Ad Andreoli chiedo: recupererà mai storie di giocatori formidabili che non hanno mai calcato palcoscenici ufficiali ? saluti cordiali

  4. Dimenticavo, Merloni ( splendido braccio ) ha mai giocato a stecca? Certi suoi tiri sembrano disegnati, e praticati, da chi ha dimestichezza con l’ attrezzo …

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *