Ricevere contributi dai lettori, articoli e foto, è la cosa che più mi gratifica. State arricchendo il blog con le vostre storie e vi ringrazio. Quella che pubblico di seguito viene dal Modenese e mi ha fatto fare alcune riflessioni. La prima: c’è stato un tempo in cui praticamente non c’era un solo giocatore di biliardo che non avesse un soprannome. La seconda: c’è stato un tempo in cui per assistere alle partite di cartello bisognava prendere posizione almeno un’ora prima. La terza: ci sono state partite che restano nella nostra memoria praticamente dalla prima all’ultima boccetta. Buona lettura.
Quel venerdì sera la Castelnuovo biliardistica era in fermento: si giocava il derby tra il Bar Sport e il Bar Nuovo. Nel corso degli anni vi erano stati altri scontri, sia col Bar Olimpico di Pinelli che col bar dell’Ernesta, ma il vero derby, per i valori messi in campo, era questo. Era l’ultimo che vi sarebbe stato: di lì a poco tempo il Bar Sport avrebbe cambiato destinazione d’uso ai biliardi, abbandonando il gioco delle boccette per quello della stecca, a differenza del Bar Nuovo che sotto Alfredo Benedetti (Fredo), grande appassionato, avrebbe continuato ancora per diversi anni.
Era tradizione che il Bar Sport non avesse mai perso in casa col Bar Nuovo, ma quella volta le premesse per sfatare questa tradizione c’erano davvero tutte. Il Bar Nuovo aveva giocatori più forti e lo si poteva notare dalla posizione in classifica. Ma un derby è sempre un qualcosa a se stante. Avevamo mangiato prima per poter prendere i posti migliori, per assistere allo scontro e alle 20 eravamo già seduti per assistere alla sfida, che sarebbe cominciata verso le 21.
I nostri timori vennero presto giustificati: le prime 3 partite finirono sul 2 a 1 per gli ospiti. Poi fortunatamente ribaltammo una partita che sembrava già persa, quella della coppia Manni (Stalòun) e Ettore Venturelli (Pitòca) che vinsero grazie soprattutto alle chiacchiere di quest’ultimo che deconcentrarono gli avversari. Purtroppo però la coppia più forte, quella formata da Rino Selmi (Rinocia) e Ivan Secchi (Gazaratta) perse una partita sfortunatissima, con due filotti in buca. A differenza di adesso, allora i punti di bocciata se finivi con la tua palla in buca non erano 2 per l’avversario, ma tanti quanti birilli abbattevi più i 2 della buca. Le 4 biglie di colore non davano 10 punti come ora ma 8. Ogni punto di accosto non valeva doppio ma singolarmente e le partite erano sulla distanza dei 75 punti. Perdevamo quindi 3 a 2 e il risultato del derby si sarebbe risolto nello scontro tra i singoli, amici-nemici da sempre: Romano Bortolotti (Gogga) del Bar Sport e Adriano Barozzi (Ciop) del Bar Nuovo. Sapevamo tutti che lo scontro era impari: Gogga era un bel bocciatore ma Ciop era ancora un mostro del biliardo, conosciuto a livello nazionale. Speravamo solo che il nostro facesse una partita superlativa e che Ciop invece incappasse in una delle sue rare giornate no.
Gogga vinse la sponda e partì con un ‘’nerone‘’ che ci fece sperare, ma quasi subito la partita prese un’altra direzione. Ciop fece nella stessa mano un calcio da 6, contò di 3 e fece una bocciata da 10. Ciop era davvero una macchina: sempre attaccato a pallino, sempre in mezzo al castello con la bocciata. Era un ritmo insostenibile che Gogga non poteva tenere. Rimase in partita solo grazie a un tiro fortunoso che gli procurò 10 punti e a un filotto con buca di Ciop.
Sul risultato di 67 a 63 per Ciop, la partita parve davvero finita. Gogga non aveva più biglie e Ciop era a punto con 2 palle, sarebbe bastato far scendere la propria per fare gli 8 di colore. Ciop tirò alla sua e la colpì perfettamente. Stava già per stringere la mano all’avversario quando la sua palla carambolò su un’altra e andò in buca. Si era sul 70 a 65 e Ciop bocciava: si appoggiò con l’indice e il pollice della mano sinistra aperti per sostenersi e fece una bocciata di prima intenzione, allungandosi sul biliardo. Il pallino abbattè però soltanto il birillo di testa e quello di sinistra, fermandosi a una distanza di una decina di centimetri dalla buca. Ciop alzò gli occhi al cielo: era stato davvero sfortunato anche in questa occasione, ma comunque gli sarebbe bastato un solo punto per vincere, mentre all’avversario ne mancavano 10. Gogga si concentrò e mise una bella palla a punto, vicino al pallino ma non troppo per evitare che l’altro tirasse all’uscita. Ciop allora fece un giro intorno al biliardo, calcolò l’angolazione e… fece una magia. Tirò un 4 sponde di effetto a tutto biliardo. La sua palla, che pareva corta, andò invece a fermarsi tra la palla dell’avversario e il pallino. Battemmo tutti sportivamente le mani: Ciop ci aveva fatto vedere un tiro da manuale del biliardo.
La partita sembrava persa per il Bar Sport. Sarebbe stato un punto quasi impossibile da prendere anche per uno dei più forti giocatori d’effetto d’ Italia, il castelnovese Alfonso (Fonso) Mazelli. Gogga guardò la situazione: sapeva di non essere un grande giocatore di effetto e da quella parte era davvero poco capace. Poi ad un certo momento lo vedemmo fermarsi, piegarsi in ginocchio e guardare la palla che Ciop aveva usato per la bocciata. Si cominciò discutere tra noi del pubblico. Qualcuno diceva che avrebbe tirato un calcio fortissimo per poter ‘’stangare‘’ anche un birillo laterale oltre ai 3 del filotto. Qualcuno invece diceva che avrebbe tirato ad avvicinare la biglia per poi bocciare. Quando Gogga invece si tirò su gli occhiali e si impostò per la bocciata un mormorio pervase la sala. La palla di Ciop era a pochi centimetri dalla sponda, coperta dagli ometti. Si doveva saltare il castello con la propria, evitare il rimpallo e sperare di avere impresso la giusta forza. Se si fosse bocciato troppo forte la palla sarebbe rimasta dritta e avrebbe abbattuto solo il birillo laterale. Era comunque un tiro da pazzi ed era da pazzi il solo pensarlo.
Gli spettatori della prima fila si tirarono indietro, in quanto vi era anche la forte probabilità che la palla o il pallino uscissero dal biliardo. Gogga strinse gli occhi e bocciò. La sua palla evitò il rimpallo per un soffio e si arrestò attaccata alla sponda. Quella avversaria pareva subito scarsa, poi abbattè il birillo laterale. Quando toccò la sponda bassa sembrava quasi ferma e invece continuò piano a salire. Sembrava a volte corta, a volte rivolta verso l’altro birillo laterale, poi si raddrizzò e pian piano cominciò ad abbattere i birilli centrali. Prima quello di sotto, poi quello rosso e infine, a una velocità da moviola, anche l’ultimo dei tre.
Le nostre urla di gioia fecero tremare i muri del bar. Ciop strinse sportivamente la mano a Gogga dicendogli ‘’Sol un matt come te al psiva pinser ed bucier cla bocia lè”. Portammo quindi Gogga in trionfo. Per festeggiare, il mercoledì successivo i baristi pagarono una cena in cui fu stabilito il record mondiale di ‘’mangiatore di polpette nel minor tempo’’, 18 in 6 minuti, stabilito dal ‘’Rezdor‘’ (il padre del Biondo, quello dell’officina di Borri). Il gioco delle boccette andò via via scomparendo da Castelnuovo, ma la tradizione del Bar Sport mai sconfitto in casa dal Bar Nuovo rimase. Ricordi di un derby, ricordi di fatti e di persone che fanno parte della storia di questo nostro paese.
Gianluca Bellentani