Riflessioni di inizio anno

Rifletto. Mi chiedo perché il biliardo è ritornato così centrale nella mia vita. Ho già scritto che se solo qualche anno fa mi avessero detto che un giorno avrei ripreso in mano le boccette mi sarei messo a ridere. Macché, avevo già dato. Abbondantemente. Ed erano passati 18 anni dall’ultima volta che ero riuscito a far cadere almeno un birillo. Fine delle trasmissioni. E invece…

Invece le cose succedono. Il Mec che dopo anni di insistenze riesce una sera a farmi mettere una maglia; io che faccio rotolare le palle e mi accorgo che sì, più o meno, finiscono ancora nei pressi del boccino blu; l’avversario che spara una bordata e si beve 20 punti. Ho vinto. Pensa un po’. Ho vinto. Vabbè è serie C. Ma ho vinto. E ritorna una sensazione che avevo dimenticato.

Così continuo a giocare. Vinco. Perdo. Sono contento. Sono incazzato. Continuo a giocare e mi rendo conto che lo farò ancora per un po’. Ma non è tutto. Forse la cosa più importante, determinante, è che ho proprio voglia di giocare, di andare al bar, dire “mi apri il 3”, far rotolare le boccette, tirare palle decenti, alcune anche molto buone, altre scadenti, a volte perfino oscene.

Continuo a giocare. Mi è tornata la passione. Non solo per le gare, per il campionato, ma anche per la semplice partitella con un amico. E ricomincio a seguire, mi informo, mi invento questo blog, guardo, scrivo, ritrovo vecchi amici, ne conosco dei nuovi, chiacchiero di boccette.

Le cose succedono. “Non ti capisco – dice l’amico Luca Casadei – non capisco come uno che ha giocato ad un buon livello possa continuare a farlo in serie C, o anche in B”. Io invece capisco lui, che è stato un fuoriclasse, uno dei più forti giocatori d’Italia, e non accetta il declino. Lo capisco ed è un ragionamento che nel mio piccolo ho fatto anch’io per anni: o affronti i migliori o niente. Eppure ho cambiato idea.

O meglio, non ho cambiato idea, ma ho per così dire “aggiustato” il mio pensiero. Perché se hai voglia di giocare, accidenti devi giocare. Ma devi farlo sempre col pensiero di migliorare, anche a 66 anni, avendo ripreso a 60 dopo 18 anni di assenza totale, col ricordo nostalgico del periodo in cui, troppi anni prima, ogni tanto ti capitava anche di battere qualcuno tra i più forti in circolazione. Ora puoi perdere da chiunque e lo sai. Ma giochi.

Sì, mi sono aggiustato. Lo vedo anch’io che le mie boccette non vanno sempre dove vorrei. Per esempio a volte fisso un punto preciso della sponda alta e mi accorgo che prendo una spanna più a destra, o più a sinistra. Poi c’è questa bocciata di cricco che per il mio fisico attuale, ben poco elastico, è ancora un’incognita. Accetto il mio livello. Insomma gioco dove mi è consentito giocare. Eppure sono in pista.

Buon anno.

14 risposte a “Riflessioni di inizio anno”

  1. Sabato 8 gennaio verrò a Imola x per il Marocchi e avrei piacere a stringerti la mano.
    La mia storia è simile alla tua: sono tornato nel 2017 al panno verde a 55 anni dopo 14 di assenza; e se possibile ho ancora più passione di quando, vent’anni fa, ero più competitivo di ora.
    Grazie per i tuoi bellissimi scritti.
    Buon anno

    1. Ciao Carlo. Non dirlo a nessuno ma sabato pomeriggio sarò in gara anch’io. Ho preferito iscrivermi negli Open perché per una volta ho voglia di giocare una partita con loro. Se ci incontriamo ti offrirò volentieri da bere.

  2. Il mio amico Maurizio non perde l’occasione di nominarmi spesso come suo valido aiuto e memoria, in questo caso invece ha in qualche modo confrontato la sua esperienza con la mia, questo ha stimolato la riflessione sul perchè del mio ritiro dalla vita agonistica del biliardo.
    Non nascondo che il termine “non accetta il declino” citato da Maurizio, mi ha fatto sobbalzare, ma è vero che è questo il motivo per cui ho smesso?
    Io credo di no, principalmente il motivo è proprio per il fatto che mi manca quella passione, quella voglia di frequentare il bar (ma quali bar?) quella voglia di far rotolare le boccette, che Maurizio stesso cita nel suo articolo.
    Ad essere sinceri era già da qualche anno che si erano spente in me le passioni primitive, mi faceva ancora tirare avanti la socialità del biliardo, quel terzo tempo che finiva spesso con l’agonia di dover rendere conto di una sconfitta o la gioia di aver giocato e vinto una partita e alla fine tutti a tavola.
    Io mi considero, non so se a torto o ragione, un uomo squadra, mi spiego meglio, ho ottenuto migliori risultati a livello di squadra piuttosto che a livello personale. Penso proprio per la ragione che ho spiegato sopra, mi divertivo di più a condividere una vittoria che viverla personalmente.
    Altra ragione che ha avuto un grosso peso nella mia decisione è stato il difficile rapporto con la dirigenza.
    Anche qui devo citare il mio passato e la mia militanza come consigliere federale Fibis, oltre che membro del comitato Imolese, questo ruolo io l’ho sempre inteso come fare volontariato, aiutare il movimento, fare qualcosa che era necessario fare ma che nessuno voleva fare “per niente”.
    Adesso le cose non stanno più in questi termini, vedo la Fibis come una impresa che vuole produrre utili senza rispettare le difficoltà economiche dei bar ed il dialogo con i giocatori.
    Gli ultimi due anni parlano da soli, campionati interrotti e finiti o non finiti alla meno peggio, questo però non ha impedito di richiedere tessere e affiliazioni anche in mancanza di attività agonistica.
    Il calcio nel culo definitivo me l’ha dato la tristemente famosa partita Verlicchi vs D’Ambra che credo non abbia bisogno di ulteriori spiegazioni, in quel caso il comitato e tutti i dirigenti romagnoli hanno mostrato il peggio di se.
    Da quando non gioco più io sto benissimo, non mi manca niente, sono ampiamente appagato dai miei due nipoti e quelle rare volte che mi trovo a far visita ai miei ex del circolo Cotignola (che non esiste più, guarda caso…) sono felice di passare un paio d’ore davanti ad un piatto di tagliatelle e un buon vino.
    Il biliardo è stata una passione indescrivibile per i primi 20 anni di attività, uno straordinaria ragione di socialità per i 30 successivi (non è un caso che il 99% delle mie amicizie provengano da quel mondo) e non rimpiango assolutamente niente di quanto ho dato e ricevuto dalle boccette.
    Buone boccette a tutti.

  3. Sarei curioso di capre che cosa sia successo nella partita citata da Luca verdicchi vs d’ambra
    Complimenti per il blog

    1. Ciao Alessandro, il fatto è successo un paio d’anni fa e in rete se n’è discusso per mesi.
      Io ho ancora il video dell’episodio ma quanto è successo dopo è troppo lungo da raccontare.
      Cercami su Fb se vuoi approfondire con calma.

  4. All’Autore del blog: forse la rigidità non è così negativa; per la bocciata ad esempio polso fermo e breve ” rincorsa ” posizionando il pallino poco oltre l’ ometto della goriziana, con lieve tagliata…se troppo aperta lieve colpo ” sotto ” al pallino…Per Luca: la passione non potrà mai scomparire, nemmeno dopo le più cocenti delusioni; la passione è quanto di più meravigliosamente anarchico ci resta!!! Dopo 35 anni mi sono ripromesso di riprendere al mio ritorno dalla Francia…saluti

  5. Sai cosa c’è ❓ che scrivi di cose in un modo che potrebbe essere filosofia di vita. Magari la puoi condividere oppure no, ma ci son delle parole a tratti, che son ben più in là delle sponde e delle traiettorie.
    Sono un assoluto profano delle boccette.
    Ma il tuo blog è proprio una bella cosa.
    Grazie.

  6. Condivido completamente il pensiero ben espresso sopra da Luca! Sono un semplice spettatore non giocatore che si è appassionato alle boccette anche leggendo le storie raccontate su questo blog. Ci sono racconti e suggestioni che vanno ben oltre la pura tecnica e le infinite discussioni sui regolamenti. Simili considerazioni le farei per lo splendido libro di Alessandro Cavazza “Dal Bar allo sport” di cui consiglio la lettura a chi non l’avesse ancora fatto.

      1. Gentile anonimo, forse potremmo migliorare se lei fosse disponibile a darci qualche lezione. Come diceva il maestro Manzi non è mai troppo tardi.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *