Salvate le boccette o si fa tardi

Beccatevi subito questo pugno nello stomaco: “Prima del Covid le boccette avevano 10-15 anni di vita, con il Covid non so neanche se si andrà avanti. Già alcuni locali hanno chiuso, altri ritirano le squadre. Potrebbe essere un problema più grosso di quello che noi pensiamo. Ok, non voglio essere troppo pessimista, ma non arriviamo certo ai 15 anni. Stiamo andando in una via senza ritorno, non ci sono i giovani, non c’è ricambio”. Chi ha pronunciato queste parole è Marino Fabbri, che oltre ad essere un eccellente giocatore (è un Master) è anche e soprattutto titolare di un locale con biliardi e con diverse squadre, il Settecrociari di Cesena.

Cosa sarà che ci spinge a parlar del futuro cantavano Dalla e De Gregori. Nulla di misterioso per quanto mi riguarda. La passione, l’amore per questo gioco o sport (in realtà non riesco ancora a decidere come chiamarlo), la speranza di non vederlo morire prima di me, che ovviamente avrei voglia di vivere ancora a lungo. Dunque l’ho già scritto: è piacevole e io ritengo anche doveroso ricordare qui nel blog i vecchi tempi, i grandi campioni, i personaggi pittoreschi, le imprese, le storie che andrebbero forse perdute nel tempo, ma personalmente sento sempre più forte anche l’esigenza di guardare avanti, alla ricerca di soluzioni per la sopravvivenza e, perché no, per la rinascita delle boccette. Così giorni fa a Cesena, chiacchierando per alcune ore con Marino Fabbri e con Luca e Sauro Casadei, ho buttato là una domanda sul futuro. Ma attenzione, da bravo romagnolo che non si arrende, Fabbri, dopo avermi colpito metaforicamente allo stomaco ha estratto dal suo cassetto anche qualche interessante proposta. Non lo definirei proprio un manuale di sopravvivenza, ma qualcosa su cui si può riflettere.

Torneremo dopo sulle idee di Marino Fabbri. Ora, grazie alla gentilezza di Alessandro Cavazza, sono in grado di proporvi alcune testimonianze di giocatori che hanno fatto e fanno la storia delle boccette. Un’avvertenza: sono tutti spezzoni di interviste pre Covid, raccolte per il libro e il film Dal bar allo sport, di prossima uscita. Cominciamo con Davide Grandi.

Devo dirvi, visto che non sono qui solo per testimoniare il pensiero degli altri ma anche per dire qualche volta la mia, che condivido totalmente le affermazioni di Davide. Trovo che la sua analisi sia una fotografia molto lucida e nitida di ciò che è accaduto dagli anni d’oro ad oggi e purtroppo c’è da dire che anche per fattori che potremmo definire fisiologici, legati al mutamento della società e degli stili di vita, le boccette ormai da alcuni anni non sono (più) uno sport per giovani.

Una testimonianza molto chiara in questo senso arriva da Iuri Minoccheri, un altro che oltre ad essere uno straordinario giocatore gestisce un Bar, il Bussecchio di Forlì.

Certo ci sono le eccezioni, ma sono rarissime. Iuri ha citato in positivo le Marche e proprio lì andiamo, per questa testimonianza di un ragazzo tra i più promettenti in Italia e di un ex Master che se la cava ancora alla grande con le boccette in mano. Si tratta di Simone Rinaldi e Silvano Galassi.

A proposito di biliardo nelle scuole, un altro master come Angelo Corbetta, colonna della Taverna Verde di Forlì, vede questa iniziativa con favore.

Di avviso completamente diverso Marino Fabbri ed è a lui che torniamo come promesso all’inizio: “Mi dispiace ma secondo me il biliardo nelle scuole non serve a niente, è solo l’ora di svago che regali a un ragazzino, finora non ce n’è stato nemmeno uno che partendo da lì ha incominciato a giocare”.

Quindi? Per attirare i giovani Marino un’idea ce l’ha ed è mutuata, almeno in parte, da quello che avviene in altri sport. “Se tu vuoi sperare che una squadra inserisca qualche giovane devi trovare delle formule nuove, coraggiose. Faccio un esempio. Se noi facciamo giocare un ragazzino, tu come federazione devi darci delle agevolazioni. Non so, magari 10 punti di vantaggio in classifica, oppure una regola per cui se il ragazzo vince vale doppio. Insomma, qualcosa del genere. La formula si può studiare, ma quella è la direzione, perché il ragazzino può avere l’amico che lo viene a vedere, e magari si appassiona a sua volta. Bisogna andare contro trend per tentare di riportare i giovani nell’ambiente del biliardo”.

Ma non basta. L’altra formula, forse la più importante, Marino ce la spiega a modo suo, per metà in dialetto: “Se tu vuoi fare in modo che questo sport riparta, t’ai è da butè di baiocc (devi buttarci dei soldi ndr). Se un giorno in una gara ci saranno, per ipotesi, 5mila euro al primo classificato, beh, c’è anche caso che tu riesca a far ripartire tutto” conclude Fabbri, che in chiusura non risparmia una critica alla attuale gestione delle boccette “che invece i soldi ce li toglie, anche in questo difficilissimo periodo”.

Già, ma come e dove trovarli questi soldi? Giuro che se lo scopro ve lo dico.

Grazie ad Alessandro Cavazza per la preziosa collaborazione

Grazie a Giuliano Rontini per le foto di Fabbri

31 risposte a “Salvate le boccette o si fa tardi”

  1. un idea potrebbe essere di far diventare i csb delle scuole biliardo, avere all’interno uno o due maestri e insegnare a giocare ai giovani giocatori, biliardo a costo accessibile e un manifesto fuori dal locale dove ci sia scritto scuola Biliardo. ciao e buone boccette

  2. Sottoscrivo ciò che dice Davide Grandi e mi complimento con Marino Fabbri che ha buttato li una cosa a cui non avevo pensato, nonostante la mia conoscenza del basket, dove trova applicazione in qualche modo quanto suggerito da Marino.
    Inutile dire che mi unisco con ancor più forza al commento romagnolo.

  3. Salve a tutti,trovo giusto quello che viene accennato da Corbetta. Sono x me importanti il rafforzamento del pensiero interiore, il rispetto dell’avversario, la gestione/controllo delle emozioni, sviluppare una tattica, mantenere la concentrazione per un lungo periodo, etc. tutti processi cognitivi che sono sensibili in quella fascia d’età
    A questi argomenti le direzioni didattiche, gli insegnanti, gli educatori sono sensibili, molto più che a una stiracchiata geometria euclidea, che per quanto applicabile in teoria, nelle boccette viene poi vanificata dai fattori sopra descritti. Triangoli quadrilateri trapezi etc. sono comprensibili in altri modi meno strutturati.
    Ultima cosa provocatoria…investire molto di più anche nel femminile… a 13/14 anni anche questo ha un suo perchè,

  4. Per far sviluppare questo gioco (sport) secondo me servirebbero due interventi: una e’ quella di rendere più credibile il regolamento: vedi l’acchito del pallino e soprattutto la spaccata dove i punti doppi dovrebbero essere premiati quando vengono ottenuti da tiri piu difficili che danno spettacolo, l’altra e’ organizzare nell’arco dell’anno da parte della Federazione più corsi da istruttore di biliardo in diverse zone d’Italia con l’invito a coinvolgere i giovani delle scuole superiori.

  5. Tutto vero e giusto quello che ho’ letto ma bisogna coinvolgere anche i gestori dei bar e le polisportive in modo che anche loro abbiano qualche entrata e non solo spese

  6. Sono d’accordissimo con quello che dice Davide.
    Vi faccio un paragone che calza a meraviglia Le canzoni di 50 anni fa le senti ancora dalla TV alla radio e da qualsiasi parte e le canticchi ancora adesso, quelli di adesso tra un anno e sono stato largo non ti ricordi più niente completamente e non le canticchi più perchè non le ricordi.
    Questa è la diversità tra il gioco di una volta a confronto di quello di adesso
    Un saluto a tutti Enrico Delbene

  7. Il biliardo non è uno sport
    Le biglie che toccano le sponde con accosti millimetrici
    Il pallino indirizzato sugli ometti
    Pura poesia
    Non è sport è una filosofia di vita
    Purtroppo nelle nostre scuole vogliono solo ingegneri sull automazione.
    Le ore di filosofia stanno scomparendo

    Mi spiace dirlo ma è la cultura che manca

  8. Maurizio mi devo complimentare con te per queste tue bellissime dissertazioni sul gioco del biliardo, ma purtroppo credo che giochi come le boccette non interessino più i ragazzi del 2000 e pur considerando interessanti le teorie esposte dai vari interlocutori considero questo gioco ahimè senza un gran futuro.

  9. Ciao Mauro. Grazie per i complimenti. Anch’io ho molti dubbi sulla salute futura delle boccette. Diciamo che però non credo sia ancora il momento di arrendersi. Poi sarà quel che sarà.

    1. Ciao questo é il risultato di quanto accennato nei miei commenti precedenti nei vari post i big del biliardo in passato non hanno mai voluto costruire la cosssideta scuola ma si pensava solo a spennare il pollo di turno. Solo ora dopo trent’anni si cerca tale strada ma è troppo tardi ornai. Le boccette e l’unica attività sportiva locata in Italia a differenza di tutte le altre discipline una ns colpa ci sarà pure oppure dobbiamo sempre dare la colpa ai giovani che il biliardo se ne fregano. I miti come diceva Grandi non ci sono i miti c’erano ma per le boccette a livelli culturale hanno fatto ben poco a mio avvuso Nessun libro e stato scritto da parte loro nessuna scuola niente di niente nessun video istruttivo Solo ora si tenta qualcosa di diverso ma….
      Un commento in controtendenza ma su cui si può riflettere

  10. Questa chat è molto interessante e finalmente si parla di biliardo con intelligenza e professionalità, vista la caratura dei nomi siparietti. Complimenti a chi ha avviato la discussione. Io penso che ci sia un futuro solo se ci sono i giovani e oggi vuol dire ragazzi e ragazze o fidanzati, quindi i luoghi dove si svolgono i giochi devono essere consoni ad accogliere ..la nuova gioventù..

  11. Personalmente condivido tutto quello che viene espresso sul problema giovani e le soluzioni ipotetiche , ma non condivido che il posto migliore siano le scuole , come del resto dichiara il master Fabbri. La mia idea di sviluppo del settore giovanile , e parlo sopratutto nel veneto che ne soffre ben più delle altre regioni , è quella che si dovrebbe ” riqualificare le strutture sportive “.
    Portare avanti o credere che il bar sia ancora il punto trainante o motorio di questo gioco è , a mio avviso , sbagliatissimo !! La struttura deve essere sportiva di sanapianta , deve essere una immagine Federale marchiata e quindi credibile in primis alla comunità famigliare , dove portare con sicurezza i propri figli ad imparare una disciplina spiegata benissimo dal master Corbetta. Struttura sportiva costruita con tutta la sua didattica di insegnamento e pratica soprattutto gratuita alla gioventù.
    Il giovane che sente chiamare Centro Sportivo un bar , si mette a ridere e si gira da un’altra parte !! e poi dobbiamo ricordarci di una cosa molto importante, le abitudini sono i nostri genitori che ce le trasmettono da piccolini , quindi sono le famiglie le prime che devono essere interessate ad indirizzare i propri figli in questa attività sportiva e disciplina delle boccette.

  12. Si concordo oltre a ciò bisogna iniziare a rivedere l’attrezzo biliardo. Nella stecca a livello di sponde ma soprattutto delle palle sono state fatte modifiche sostanziali. Nel biliardo a boccette si avvantaggia il criccatore che con tali sponde ammortizzante il pallino non va mai su inizierei a rivedere il tipo di panno di base biliardo di sponde ove tutte le bocciate abbiano le stesse possibilità di realizzo. Nel cricco con l’effetto basta fare di prima il primo ommetto che dieci e matematico non è così per lo striscio o la bocciata di braccio che torna indietro . Spesse volte infatti lo devi buttare di là come si vuol dire opuere farli di prima Se i panni fossero scorrevoli e non duri vedrai che lo striscio o la bocciata di braccio sarebbero al pari del cricco inoltre vi è una possibilità in più di cambiare gioco che di striscio o di braccio se vuoi tenere sul pallino di striscio devi fare un flick di braccio una cannonata anche le dimensioni delle boccette dovrebbero essere riviste insomma una rianalusuvdell’attrezzo questo non lo si è mai pensato come invece negli altri sport biluardo

  13. condivido più o meno,ricordo che a Bologna c’è stato un depauperamento dei luoghi delle boccette,io da sbarbo ogni 50 metri trovavo un bar dove infilarmi e giocare,,,ora nemmeno uno a Bologna città saranno 3o4….perfino la storica Accademia in via Lame chiuse una quindicina ‘anni fa….bisogna andare incontro ai giovani,aprire una sala con una decina di biliardi,boccette,pool,ecc in centro porterebbe i giovani magari prima che vadano a fare i loro casini in giro passano a fare una partita; provare a coinvolgere il comune per favorire il recupero di una specialità che è parte integrante della nostra tradizione,non è possibile che aprano solo pizzerie……Poi di nuovo tornei e finali al Palazzo di Piazza Azzarita,un pò di spettacolo e scenografia in tal senso,ricordo quando ci andavo con mio babbo era emozionante…

  14. ottima idea aprire le scuole di biliardo con tanto di cartello….per quanto riguarda il regolamento eliminare il tiro a striscio come quello di cricco….eliminare i biliardoni…regolamento unico con 1-4-6-10. spalle doppe……l vera bocciata sul pallino e’nata a braccio libero e cosi deve essere…..Tassi. Gullino. DeCet e tanti altri di certo non tiravano a spinta…….Claudio da Genova

      1. I soldi si dovrebbero prendere dalla pubblicità televisiva ma facendo un campionato italiano a squadre cittadine non di bar. Tipo Cesena contro Pescare o genova contro Bologna.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *