Tassi, l’ultimo ruggito

Bruno Tassi ci ha lasciati. L’ultimo ruggito del Leone è avvenuto nella notte tra sabato 3 e domenica 4 ottobre. Bruno era alle soglie dei 90 anni. Per prima cosa voglio fare le mie condoglianze alla famiglia e ringraziare il figlio Roberto per il messaggio che ha inviato al blog e che pubblico anche in questo articolo. Grazie alla cortese collaborazione di Alessandro Cavazza posso inoltre condividere con voi questa intervista, che penso senz’altro sia l’ultima rilasciata dal Leone, realizzata meno di un anno fa alle Caserme Rosse.

Ecco il messaggio di Roberto Tassi.

Il Leone, oggi ha smesso di ruggire, è stato un grande combattente nel gioco come nella vita, ha girato in lungo e in largo l’Italia facendo razzia di medaglie e trofei, nativo di Finale Emilia lo chiamavano “il Ferrarese” anche se la sua provincia di appartenenza era Modena, la sua criniera bianca e le tantissime vittorie le hanno valso il titolo di “Leone”.
A casa sapeva dismettere i panni del re della foresta per assumere quelli di padre affettuoso, marito premuroso e nonno dolcissimo.
Di radicati principi se avesse potuto dire a chiunque si volesse avvicinare a qualsiasi disciplina sportiva, gli avrebbe detto che la serietà, l’abnegazione e i sacrifici alla fine pagano sempre !
Grazie papà, noi e tutto il mondo biliardistico non ti scorderanno e spero, un giorno, tu possa essere ricordato come un mito.
Ciao

Dal Resto del Carlino

In azione fino all'ultimo

Caro Roberto, devo correggerti. Tuo padre non diventerà, ma è già un mito. E lo è da parecchio tempo, lo è sempre stato per noi appassionati di boccette. Un campione straordinario, uno dei più grandi giocatori di tutti i tempi e non mi metterò certo a fare classifiche, confrontando questo o quell’altro. Nelle dita di una mano Bruno Tassi c’è di sicuro.

Con Checco Fava e un tifoso
Con Giuliano Trebbi e Tolomelli
Con Trebbi, Veronesi e Lucchini

L’ultima volta che vidi Tassi fu proprio quando Valerio Alvisi e Alessandro Cavazza organizzarono alcune interviste a Bologna alle Caserme Rosse. “C’è da andare a prendere Bruno” mi disse Alvisi. Così andammo a caricarlo con la mia macchina. Ci aspettava lì, sul ciglio della strada, sembrava facesse l’autostop ed era un quasi novantenne in grandissima forma. Durante il viaggio ci raccontò che stava ancora giocando e, naturalmente, vincendo: “Ne ho persa una perché sono passato in mezzo” disse con un certo rammarico e in quel momento pensai che Il Leone non era cambiato per nulla.  Poi tirò anche qualche palla con Lizzi sui biliardoni, dove lui ha giocato ben poche volte.

Ieri quando mi hanno dato la notizia della morte di Tassi, anche se personalmente non posso certo dire di averlo conosciuto bene, ho provato un filo di tristezza. Poi mi sono venute in mente un paio di cose. La prima è che credo di averlo sempre visto con la sua foltissima criniera di capelli bianchi, o quantomeno grigi. Chissà, forse è nato così. La seconda è che al collo portava sempre la medaglia del primo torneo di biliardo a cui aveva partecipato a Finale Emilia e che, ovviamente, aveva vinto. La data? 1948. Quando me la fece vedere, quel giorno alle Caserme Rosse, rimasi di stucco e non potei fare a meno di pensare al fatto che quell’uomo anziano, dallo sguardo fiero e dalla schiena ancora eretta, aveva iniziato a giocare a biliardo e a fare filotto diversi anni prima che io nascessi.

Ancora con Trebbi e con Vittorio Veronesi

Quanti straordinari giocatori in questa foto, divertitevi a riconoscerli

Un aneddoto su Tassi ce lo regala Alvisi. “L’anno scorso lo chiamai e gli dissi: vieni a Fico, ci sono i Master che giocano. Feci un po’ di fatica ma riuscii a convincerlo. Gli avevamo preparato una sorpresa. Ad un certo punto infatti Loris De Cesari col microfono annunciò che sarebbe stato premiato un grande campione del passato, Bruno Tassi. Lui si alzò e a consegnargli la targa fu Valerio Veronesi, presidente della Camera di Commercio di Bologna nonché formidabile giocatore a sua volta”.

Tassi premiato a Fico da Valerio Veronesi

Ma la chicca più stupefacente deve ancora venire. “Dopo la premiazione gli chiedemmo di fare una bocciata nei biliardoni – prosegue Alvisi – e lui senza fare una piega prese il pallino. Nell’acchitarlo gli sfuggì un po’ troppo alto, così disse ‘ma voi fate così…’ e lo piazzò meglio con le mani. Quindi si impostò e…”. Avete dei dubbi? Il Leone fece al primo colpo quello che ha fatto per tutta la sua vita: filotto. Come un attore consumato davanti alle telecamere.

Grazie a Roberto Tassi, Alessandro Cavazza, Valerio Alvisi

7 risposte a “Tassi, l’ultimo ruggito”

  1. Condoglianze vivissime alla famiglia. Grandissimo campione nel biliardo ma anche nella vita.
    Personalmente non l’ho mai incontrato se non come squadra quando giocavo nella COOP ANZOLA. Mitico fu lo spareggio al Palasport di Bologna tra Tassi e Bondi contro Betti e Lambertini.

  2. Ricevo da Gianluca Bellentani questo bel ricordo del Leone.

    Leggo sulla pagina dell’amico Maurizio Andreoli della scomparsa di Bruno Tassi, una delle leggende del biliardo boccette. Era soprannominato Il Leone per la sua folta capigliatura bianca, che lo rendeva sempre riconoscibile in ogni gara. Aveva quasi 90 anni e naturalmente non giocava più né in gara né in campionato, ma solo in compagnia con gli amici.
    Tassi è stato uno dei protagonisti più illustri del biliardo boccette. È ricordato per la sua micidiale bocciata, ma non crediate che fosse scarso a punto. Non si vince solo se sei un grande bocciatore e devi essere bravo anche a punto.
    Bruno era ancora tra quei pochi che riuscivano ad andare attaccato al pallino sotto alla linea di mezzeria, senza muovere pallino e tirando a candela di braccio. Sarebbe interessante vedere quanti ” fenomeni ” del giorno d’oggi ne sarebbero capaci.
    Certo non era di quelli che calcolano il millimetro nell’accosto, ma dovevi comunque giocare benissimo a punto per poter contare e bocciare di più.
    Non era un ” signore ” sul biliardo,anzi..quando perdeva si lamentava sempre per quel tiro sfortunato che aveva fatto o per quello fortunato che aveva fatto l’avversario. Non lo faceva per cattiveria ma solo perché lui voleva vincere e basta : e Tassi ha davvero vinto tanto e per tanti anni.
    Aveva vinto centinaia di medaglie ma al collo portava sempre la prima che aveva vinto, nel lontano ’48.
    Avrebbe anche potuto vincerne di più se fosse stato un giocatore più calcolatore. Uno di quelli che non rischiano mai quando sono avanti di una stecca ma Il Leone faceva sempre lo stesso gioco, sempre all’attacco in qualunque situazione e a qualunque punteggio.
    Ho 30 anni meno di lui, ho giocato quasi sempre in UISP mentre lui sempre in FIABS. Poi lui, pur se nato in provincia di Modena ha sempre vissuto e giocato nel bolognese. Lo andavo a vedere qualche volta quando io ero ancora un ragazzino e lui un quasi cinquantenne.
    Lo rividi 25 anni fa, in una gara in Romagna in cui potevano partecipare giocatori di entrambe le federazioni. Avevo finito di giocare la mia partita e mi misi a guardare la sua.
    Tassi giocava contro un ragazzo romagnolo, bravo sia a punto che alla bocciata.
    Voi non ci crederete ma Tassi non aveva ancora bocciato una volta di acchito. Ogni volta che l’altro bocciava, la sua palla coreva e rimaneva in mezzo al biliardo e Tassi la bocciava. La partita era circa pari, 68 per l’avversario e 58 per Tassi, che però aveva la palla di vantaggio. Il romagnolo guardò la disposizione delle palle e, visto che il pallino era sul ciglio della buca e una sua palla vicino al punto di brocco, decise di avvicinarsi il più possibile al pallino senza mandarlo in buca. Si chinò sul tappeto verde e tirò una palla perfetta. Riusci’ addirittura a toccare pallino spostandolo di un solo millimetro.
    Il romagnolo strinse i pugni: aveva fatto un tiro magistrale, e contare era davvero quasi impossibile. Non si poteva tirare a calcio alla palla perché non vi era dietro lo spazio necessario. Bocciare la palla significava per forza muovere pallino e mandarlo in buca e non fare il punto. Probabilmente l’unica soluzione era quella di tirare forte al quarto sinistro della biglia, con il rischio di atterrare con la propria in mezzo agli ometti… insomma, la partita era persa al 99%.
    Tassi non si scompose, andò a vedere la disposizione delle palle poi tornò al suo posto, alzò il braccio e tirò un missile contro la palla avversaria, che fece 4 giri completi del biliardo abbattendo il filotto e un ometto laterale. Tutti si aspettavano che la sua palla si spostasse contro il pallino, mandandolo in buca ed invece la sua parla si fermò di colpo senza spostarsi di un millimetro.
    Tassi diede la mano all’avversario che ancora non credeva a quanto aveva visto.
    ” Ma come ha fatto a fare una bocciata del genere, con quella forza e senza toccare pallino? ”
    ” Perché me a n’io brisa la tu buceda, con la tu bocia cla cur ed cuu al bilierd damand na mutoziclatta “..
    Questo era Tassi.. 😁😁

    Ciao vecchio Leone, buon viaggio..

    1. Quel ragazzo romagnolo ero io. È stato un onore giocare contro un grande campione come Bruno Tassi. Mi difesi abbastanza bene ma non servì a nulla. R.i.p.maestro.

  3. Giocai contro Tassi 35 anni fa alla nazionale di Forli…finale di batteria, feci una partita perfetta e lo mandai a casa mi diede la mano si mise su il cappello e disse con uno che era affianco a lui “ guarda te se io devo perdere da un ragazzino così “ ….parole che ti rimangono impresse ma col passare del tempo capisci che quelle frasi escono da chi vuole sempre vincere e il Leone era così!!

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