Troppi scudetti e troppe categorie

Scudetti e categorie. Voglio scrivere qualcosa su questo tema e so già che probabilmente urterò la suscettibilità di qualcuno, ma le mie sono semplici opinioni, condivisibili o meno. Sono  anche spunti, volendo, per un confronto, una discussione. Per cui parto da un presupposto che è la sintesi di ciò che intendo scrivere: troppi scudetti, troppe categorie. Prevedo un articolo piuttosto disordinato, così come disordinatamente si affastellano i vari pensieri nella mia mente, dunque vedete voi se proseguire nella lettura.

Tanto per cominciare sono molto invidioso, lo ammetto. Adesso che ho ricominciato a girare per gare e campionati incrocio sempre più di frequente giocatori con il loro scudettino tricolore appuntato al petto. E io niente! Nel corso della mia (interrotta e poi ripresa) carriera biliardistica, se tale si può definire, ci ho provato diverse volte ad agguantare uno di quegli scudettini, ma non ci sono mai riuscito. Dunque l’invidia c’è, non ve lo nascondo. Ma veniamo al dunque. Ho detto troppi scudetti.

Adesso io non so esattamente quanti ne vengano assegnati nel corso di una stagione, ma siamo nell’ordine delle decine. Singolo, coppia, squadra, goriziana, biathlon, under, over eccetera… Tutto o quasi tutto moltiplicato per tre, ovvero per quante sono le categorie (su cui tornerò). Ah già, ci sono anche i Master.

Ora, chiariamo subito che io provo una grande ammirazione per campioni del panno verde come Iuri Minoccheri (che mi pare abbia in bacheca già oltre 40 scudetti), o come Luca Molduzzi ed Enrico Rosa che credo lo seguano molto da vicino. Ribadisco: sono giocatori di biliardo straordinari, loro e non solo loro. Mi vengono in mente ancora Francesco Gobetti, Marco Merloni e così via. Ma giocatore straordinario fu anche, per dirne uno, Bruno Tassi, che in carriera di scudetti ne vinse (solo) 4.

Potrei citarne altri, ma mi limito al Leone che ci ha lasciato non tanto tempo fa. Insomma, senza tornare all’abusata e un po’ stucchevole discussione su chi sia stato il migliore di tutti i tempi, almeno una cosa mi sento di dirla con certezza: Tassi può tranquillamente essere paragonato ai fuoriclasse attuali. Quindi? Quindi per me adesso si assegnano troppi scudetti. E così facendo ogni singolo tricolore viene in qualche modo sminuito, insomma non ha più lo stesso, straordinario, valore di un tempo.

Un’obiezione potrebbe essere la seguente: tanti Campionati Italiani per le diverse categorie incentivano la partecipazione. Ne siete proprio sicuri? Vi rispondo con un dato: Campionati Italiani a squadre di Terza categoria appena disputati a Loano (Savona), squadre presenti 22. Non ho altro da aggiungere vostro onore.

Dunque veniamo alle categorie. Non ricordo quando sono state istituite. Ai miei tempi giovanili non esistevano. Tutti giocavano con tutti e solo i migliori emergevano. Passerò, ancora una volta, per il solito nostalgico, ma pur sapendo di non aver alcuna possibilità di competere con i fenomeni che ho citato prima, la mia preferenza va, anche in questo caso, al vecchio sistema. Questo anche perché, a differenza di quanto avviene ad esempio nel tennis, non mi pare (e arrivo a un punto importante) che vi siano regole chiare e univoche per stabilire in quale categoria deve essere inserito ogni giocatore. Ho sentito più volte, in questi anni, frasi come “ma quello gioca ancora in terza categoria?”, “quante gare deve ancora vincere quello lì prima di salire?” eccetera. L’impressione che mi sono fatto, magari mi sbaglio, è che ogni territorio promuova o retroceda secondo i propri criteri e i propri tempi, provocando giocoforza disparità di situazioni.

Bene, l’articolo scritto seguendo il corso dei miei pensieri è venuto fuori disordinatamente come prevedevo. Per fortuna questo è il mio blog e non c’è un direttore a bacchettarmi e a dirmi di cestinarlo e riscriverlo. Il discorso sarebbe ancora lungo, ma voglio chiudere con una considerazione del tutto personale.

C’era uno spot di grande successo da cui è nato un tormentone: “ti piace vincere facile”. Ecco, a me come a tutti piace vincere, ma non rientro proprio nella categoria a cui piace “vincere facile”. Conosco tanti giocatori che sperano  di non salire di categoria, o che giocano in serie B piuttosto che in serie A, o addirittura in C per anni, vincendo campionati e medaglie in serie. Non li critico, è la loro mentalità. Io la penso diversamente, anzi in maniera esattamente opposta.

Nella prima parte della mia storia personale, avendo la possibilità di farlo, ho sempre giocato in serie A e affrontato i migliori, pur consapevole di non essere al livello dei più bravi. Ora che dopo tanto tempo ho ripreso, ovviamente a livello inferiore, il mio obiettivo resta sempre lo stesso: crescere, migliorare. Poi riuscirci o meno è quasi un dettaglio.

14 risposte a “Troppi scudetti e troppe categorie”

  1. Ciao Maurizio vorrei segnalarti che in serie C ci sono squadre che sono formate da giocatori che nella Uisp sono dei Master o ottimi giocatori di prima categoria e un mediocre giocatore che si avvicina ai biliardi senza buche si trova di fronte questi ” mastini ” nella sopracitata categoria non può divertirsi o sicuramente meglio che parta da categorie più alte . Forse sono più facili !!!!!

  2. Che te lo dico a fare? Per chi ha vissuto un altro “biliardo”, quello che tu hai descritto, è una cosa impensabile assegnare tutti questi scudetti. Se poi consideriamo, come hai fatto notare giustamente, che parliamo di titoli assegnati con 4 o 5 partite vinte, che valore hanno?
    Forse l’ho già detto ma repetita iuvant, nel 1975 Italiani a Imola, 800 partecipanti, avete capito bene 100 batterie da 8 giocatori, per vincere il titolo dovevi farne fuori 9 o 10, a me purtroppo è mancato l’ultimo (Giorgio Piazzi).

  3. Caro Luca cosa mi fai ricordare. Vinsi mi pare 5 partite ed ero solo nei primi 32. O forse 6 boh. Ma a parte che quei tempi non ritorneranno, credo che qualche aggiustamento adesso andrebbe fatto. Penso peraltro che non si farà.

  4. Caro Maurizio, tutto ineccepibile, forse è anche questo che sta allontanando dalle boccette, alla fine vincono tanti e non si ha un Campione! Le stesse considerazioni che un certo Davide Grandi fa nell’intervista ad Alessandro Cavazza (che tu conosci bene), in tutto questo modo di regalare Scudetti da tutte le parti, si perde il filo conduttore
    …..vedere il vero campione!!!

  5. Ciao Maurizio,
    volevo rispondere a Massimiliano.
    Si hai ragione questo fenomeno che hai evidenziato è marcatissimo a Bologna. la maggior parte delle squadre di C sono composte da giocatori Master o di Prima Categoria.
    La squadra rappresentate Bologna ai campionati regionali di comitato è stata composta da loro è anno perso netto contro Ravenna.
    Basti a guardare, a parte gli Italiani mai vinti da Bologna come 3°, i vari campionati regionali di coppia o singolo li hanno vinti in questi anni i Bolognesi.
    Comunque condivido che ci siano troppi scudetti in giro sia da parte della UISP che da parte della FIBIS.
    Più che quanti scudetti si dovrebbe parlare ma quanti giocatori ci sono ancora in giro da una parte e dall’altra usip fibis endas e altre associazioni.
    Ma unifcare sto benedetto gioco con regole semplice mai ove tutti possono giocare nella categoria a cui gli appartiente.
    In UISP fino a poco tempo fa per stare sotto ad una certa categoria durante il campionato si perdeva apposta. Ma vi pare?
    In FIBIS le categorie vengono assegnate senza un filo di logica.
    Giocatori che hanno vinto diverse volte i regionali a squadre o coppia se non fanno queste famose 5 partite in A1 O A2 non salgono mai.
    Poi le mie parole saranno sicuramente smentite ciao

  6. Questo succede nella Fibis Ma nella UISP sono i punteggi a fare la categoria Chi ha molti punti gioca contro quelli come lui e pochi punti gioca contro a quelli come lui Perciò non vedo come mai nella Fibis non ci sia Arrivederci

  7. Concordo il campione d ITALIA SECONDO ME È LA MASSIMA CATEGORIA GLI ALTRI DI CATEGORIA INFERIORE SONO COME QUELLI DELLE PATATINE DAL MOMENTO CHE CI SONO LE CATEGORIE SAREBBE MEGLIO PIU CHE CAMPIONI D ITALIA DEFINIRLI PROMOSSO ALLA CATEGORIA SUPERIORE VOLENDO ANCHE CON UN RICONOSCIMENTO DA METTERE SULLA MAGLIA MA IL CAMPIONE D ITALIA DEVE ESSERE UNICO COME QUANDO DA GIOVANE INCONTRAVO I CAMPIONI COME TIPO GRANDI DAVIDE CHE TI EMOZZIONAVI SOLO A VEDERLI POI IN UNA GARA A COPPIE EBBI KA SODDISFAZIONE DI BATTERLO E ALLORA DURAVI MESI A RACCONTARE DELL INPRESA ORA COSA VUOI RACCONTARE DI AVER BATTUTO JN CAMPIONE D ITALIA DI TERZA CATEGORIA? COMUNQUE IL BILIARDO È IL PIU BEL GIOCO CHE C É

  8. trovo insopportabile che l’UNICO vero grande scudetto , cioe’ il campionato italiano singolo non valga + quasi niente , ma cavoli , tutti devono parteciparvi , mettete i master teste di serie in base alla graduatoria e via , avete distrutto un movimento enorme x soldi e manie di grandezza e ancora non avete imparato manco le basi , e ridate valore alle gare nazionali , libere , da quelle e dall’italiano devono venire i master , qualificazioni master coi soliti 4 gatti , ma dai , siamo al digestivo , te credo …

  9. In linea di massima sono d’accordo, si potrebbe sottolineare che ci sono anche troppe sigle e questo un po’ condiziona, ma stiamo al tema. Non conosco abbastanza il mondo Fibis, spesso guardo le dirette, quando li trovo gli albi d’oro, sempre rarissimi nel mondo delle boccette, leggo (qualche volta commento) articoli come questo, che aiutano a capire questo mondo. Nell’Uisp l’approccio alle competizioni è complesso, soggettività diverse, spesso rappresentare il gruppo dei migliori e la “massa” degli appassionati non è facile. Ci sono giocatori che vivono il biliardo quasi a tempo pieno, percorrono chilometri, ovviamente nulla a che fare col professionismo, anche perché si sostengono da soli o quasi, il biliardo è una componente importante nella loro organizzazione quotidiana, c’é un’altra fascia che definirei intermedia: disputa le gare locali, qualche puntata fuori porta, ma ha altre priorità, questo é un gioco, un passatempo. Il quadro si completa con la “massa” che citavo prima, gioca solo il venerdì, si sposta malvolentieri e se possibile non cambia mai squadra. Probabilmente le tante competizioni (e categorie) tentano di rappresentare e “soddisfare” tutti. Non mi dispiace l’idea di coinvolgere tutti, ma bisogna trovare l’equilibrio giusto per evitare il rischio di “svuotare” il valore delle competizioni. Per le gare a squadre non credo ci siano problemi, chiudere la stagione con un campionato nazionale fa gola e nulla toglie, per i campionati individuali ridurrei gli scudetti, favorendo gare “private” per incentivare i gestori ad investire anche in momenti difficili come questo.

  10. Dimenticavo un dettaglio non insignificante, io l’italiano a squadre l’ho vinto proprio a Firenze, 25 € a testa d’iscrizione e 2 giorni fuori a dormire e mangiare, primo premio 100 € a testa.
    Vabbè approfittare della passione dei giocatori ma queste sono rapine vere e proprie. Credo sia cambiato poco ma se così fosse fatemelo sapere.

  11. Proposta di primavera/estate scudetto solidarietà
    Perché non organizzare una gara di beneficenza con l’aiuto della FIBIS per i bambini della oncologia di Bologna oppure di altre sedi.
    Il vincitore avrà l’onore di portare di persona il ricavato all’interno di una busta a forma di scudetto con scritto primo classificato solidarietà. Sarebbe una cosa carina da effettuarsi e magari se ci fossero anche i big del biliardo sarebbe ancora meglio.
    Magari la si potrebbe organizzare durante il periodo di Cervia dentro al palazzetto.

  12. Nella finale a quadrette di terza cat. di pochi giorni fa a Savona ha giocato Savona contro Modena nella squadra emiliana faceva parte Gasparotto Cristian, Garoia Nicola, Baldaro Antonio, Bruni Mirco, si diceva che 2 dei 4 Modenesi in UISP sono di prima cat. a me sembra strano ma se è vero………………………… chiedo a voi emiliani se è verità, se fosse così, mi farebbe sapere cosa pensano i dirigenti FIBIS in proposito, faccio notare che l’ultimo individuale è mio figlio, che il prossimo anno passerà giustamente di 2° cat. cambiando discorso concordo in pieno alle parole di Maurizio e di Luca. ciao a tutti

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