Enrico Rosa conquista il primo Memorial Mantovani, Fabio Corradini si aggiudica il Trofeo Del Bene. Due gare finite decisamente in buone mani.
Dario Mantovani io me lo ricordo piuttosto bene. Del resto con quei baffoni spioventi era uno che si faceva notare. Ma si faceva notare anche come livello di gioco. Non saprei descriverne le qualità tecniche sul panno verde, se ne avrà voglia potrà farlo l’amico Luca Casadei, ma credo di poter affermare senza tema di smentita che in Lombardia e a Milano in particolare, negli anni Settanta-Ottanta, ben pochi potessero giocare al suo livello. E non crediate che mancassero i campioni delle boccette. Butto là solo qualche nome: Cambielli, Fluminy (Stecchino), Barca…
Ho visto solo un paio di partite su Youtube della gara di domenica scorsa a Milano. Non conoscevo il bergamasco Giancarlo Cassera, battuto in finale da Rosa. Mi ha sorpreso la sua tattica di gioco, che definirei decisamente “garibaldina” se mi passate il termine. Implacabile in bocciata, Cassera ha attaccato anche in situazioni in cui la maggior parte dei giocatori avrebbe scelto soluzioni differenti. Il rischio però ha pagato. In semifinale con Corbetta, uno che in quanto a gioco d’attacco ha ben pochi rivali, Cassera ha vinto nettamente.
Chiaro che Rosa, uno dei giocatori tatticamente più avveduti in circolazione, sapesse in partenza quali contromisure prendere. Il riminese ha scelto di giocare principalmente “a fondo campo” e ha tenuto sempre in mano la partita. Rosa, che in semifinale aveva sconfitto il milanese Sergio Cucca, ha aggiunto così un nuovo trofeo alla sua invidiabile collezione.
Stessa cosa ha fatto Fabio Corradini, che continua a giocare nelle buche. Non aveva mai vinto il Trofeo Del Bene, dunque ha pensato che fosse il caso di rimediare. Fabio ha superato in finale Giacomo Pacini.
Chiamato in causa dall’amico Maurizio e in vena di ricordi, scriverò qualcosa sull’amico Dario.
Anno 1975 a Imola perdo la finale del campionato Italiano con Piazzi, conosco Della Torre Eugenio detto Miguel, il quale mi invita alla gara nazionale che si terrà a Milano la domenica successiva, proponendomi di finanziarmi la trasferta.
Accetto e la domenica successiva mi reco a Milano, prima partita incontro Mantovani, che non conoscevo e non aveva ancora ottenuto risultati degni di nota. Miguel, essendo Milanese, mi avvisa di stare molto attento in quanto giocatore molto pericoloso, manco a dirlo mi fa secco.
Da quella volta ho frequentato diverse molto il biliardo Milanese, perlopiù scorribande per giocate di soldi, ma non ci siamo mai scontrati direttamente, un pò perchè era amico di Miguel e un pò perchè era meglio scansarlo.
Giocatore con uno stile particolare, bocciava di braccio ma strisciando sul panno, fortissimo d’accosto, prediligeva lo striscio, perse a Desio la semifinale dell’Italiano con il leone Tassi che gli rapinò una partita quasi vinta, per andare poi a vincere lui il suo 4° titolo. Tutte le volte che ci incontravamo, ricordava quell’episodio che purtroppo non ha mai digerito.
Lo avrò incontrato altre cento volte con destini alterni, in coppia quasi sempre con Mezzani (altro giocatore ostico), quando vincevi contro di lui te l’eri sudata.
Non aveva, a mio avviso, interpretato benissimo il cricco, per quel motivo nei biliardoni non è stato così mortifero come nelle buche.
Caro Dario, ci siamo sentiti qualche mese prima della tua scomparsa, io ti ho confidato i miei problemi e tu hai fatto lo stesso con me, io sono ancora qui e tu non ce l’hai fatta.
Un abbraccio fortissimo ti giunga dove sei ora.
Grazie Luca
Quando leggo quello che scrive Luca tutte le volte mi dico lui è uno dei pochi che può dire la STORIA del biliardo a boccette.
È che scrive troppo poco. Eppure lo pago bene…